600 opere trafugate tornano dagli Stati Uniti

Foto di Emanuele Antonio Minerva © Ministero della Cultura

ROMA\ aise\ - Sono state presentate oggi, 28 maggio, a Roma, all’Istituto Centrale per il Restauro, 600 opere d’arte rimpatriate dagli Stati Uniti d’America dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), dal valore economico stimato in circa 60 milioni di euro. Si tratta in prevalenza di opere di antiquariato, beni archivistici, numismatici e soprattutto archeologici del periodo che va dal IX secolo a.C. al II secolo d.C., oggetto di scavi clandestini nel centro-sud d’Italia e furti a danno di chiese, musei e privati.
I beni sono stati riportati in Italia grazie alle numerose indagini condotte dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale con diverse Procure della Repubblica nazionali, coadiuvate dal New York District Attorney’s Office e dall’Homeland Security Investigations statunitense.
Per le attività di indagine il TPC si avvale di un importante strumento tecnologico, la “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, che costituisce il più grande archivio al mondo di beni d’arte rubati, con informazioni su oltre 7 milioni di oggetti censiti, di cui 1.315.00 da recuperare. Attualmente è attivo un innovativo strumento che sfrutta l’Intelligenza Artificiale, denominato “Stolen Works Of Art Detection System” (S.W.O.A.D.S.) che elabora la ricerca nel web e social networks, senza soluzione di continuità, di opere d'arte trafugate.
Secondo l’ultimo rapporto sull’attività svolta nel 2023, diffuso nei giorni scorsi dal TPC, sono stati recuperati 105.474 mila beni d’arte dal valore stimato di oltre 264 milioni di euro.
“Oggi è una bellissima giornata per il patrimonio culturale della Nazione per il rientro in patria di centinaia di opere d’arte sottratte ed esportate illecitamente all’estero”, ha dichiarato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. “Grazie all’insostituibile azione dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, una vera eccellenza investigativa della Nazione, insieme alla preziosa collaborazione delle autorità statunitensi, registriamo un ulteriore successo su questo fronte. Riportare in Italia questi beni permetterà anche di sanare tante ferite che si sono aperte negli anni nei territori dove sono stati trafugati, privando le comunità di pezzi importanti della loro identità. Fondamentale, anche in questa lunga e articolata attività, è stata la ‘Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti’ del MiC, che rappresenta il più grande archivio al mondo di beni d’arte rubati, con informazioni su oltre 7 milioni di oggetti censiti, di cui oltre 1.3 milioni di opere da ricercare”.
“Il rientro in Italia di beni culturali di tale importanza, sia per la loro consistenza numerica che per il valore storico-artistico, è un altro traguardo significativo”, ha commentato il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi. “Oltre ad essere opere d'arte di inestimabile valore rappresentano l'alta espressione della nostra storia, della nostra cultura e della nostra identità nazionale la cerimonia di oggi è, inoltre, una testimonianza concreta della forza della cooperazione internazionale con gli Stati Uniti d’America”.
“Si scrive oggi grazie allo straordinario lavoro del Comando dei Carabinieri TPC, un nuovo capitolo nell’appassionante storia dei recuperi dei beni culturali”, ha aggiunto Massimo Osanna, direttore generale Musei, dicendosi “orgoglioso di poter accompagnare, insieme alla Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio, il viaggio di queste opere straordinarie fino agli istituti museali che ne saranno la nuova casa. Dal grande calderone bronzeo di epoca orientalizzante decorato con teste di grifo alle lastre etrusche dipinte, dalla ceramica figurata di produzione ateniese ad oggetti preziosi quali la corona in oro e le coppe cesellate in argento, dalla straordinaria statua in bronzo di principe ellenistico al mosaico romano, di epoca imperiale, con Orfeo e gli animali, queste suggestive testimonianze costituiscono un racconto variegato della nostra eredità culturale nei suoi molteplici e affascinanti aspetti. Nei prossimi giorni gli studenti di alcuni istituti scolastici potranno visitare l’esposizione temporanea dei reperti allestita presso l’ICR, per continuare a stimolare la sensibilità dei giovani nei confronti di temi fondamentali quali la legalità e il valore del nostro patrimonio”.
“L’operazione “Symes”, grazie alla serrata attività in stretta sinergia dal Comando Carabinieri TPC e la Direzione generale ABAP, con il supporto giuridico dell’Avvocatura dello Stato fin dal 2007, ha consentito il recupero e il rimpatrio di una moltitudine di reperti archeologici di inestimabile valore provento di attività illecita di scavo clandestino”. Come ha evidenziato Luigi La Rocca, direttore generale Archeologia, belle arti e paesaggio, “si tratta di un vero e proprio tesoro di circa 900 pezzi tra i quali sculture, gioielli, bronzetti, ceramiche a figure rosse e nere, riconducibile alla figura di Robin Symes, noto trafficante internazionale di reperti antichi, di cui una parte considerevole recuperata negli Stati Uniti grazie alla collaborazione con la Procura di New York. Nonostante la distruzione della documentazione commerciale relativa alla attività di commercio internazionale di materiale archeologico, le Autorità coinvolte hanno ricostruito la mappa del traffico clandestino del materiale scavato ed esportato dal territorio italiano, oggetto dello straordinario recupero a favore del Ministero della cultura. Un nuovo importante recupero di opere d’arte antica che dopo la consegna alla Direzione Generale Abap e quindi al Ministero della cultura saranno assegnate agli istituti museali dei luoghi di provenienza e restituiti alla fruizione pubblica”.
Ha preso poi la parola il comandante dei Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale, Francesco Gargaro. “Celebriamo oggi un nuovo successo conseguito dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale con il rimpatrio in Italia di centinaia di opere d’arte di pregevole valore, frutto della consolidata cooperazione investigativa, giudiziaria e diplomatica tra il TPC, la magistratura e le autorità di polizia federali e statali degli Stati Uniti”, ha detto.
Proprio in rappresentanza degli Usa è intervenuto l’ambasciatore americano, Jack Markell, il quale ha riconosciuto che “l’Italia possiede un incredibile patrimonio culturale e artistico. La sua tutela richiede cura e sorveglianza”, ha aggiunto, assicurando che “gli Stati Uniti sono fortemente impegnati per la salvaguardia e la conservazione del patrimonio culturale in tutto il mondo” e “dal 2001 adempiono ad un accordo bilaterale con l'Italia per combattere il traffico di antichità. Insieme continuiamo a lavorare per proteggere, preservare e promuovere la cultura e le arti”.
Presenti, tra gli altri, anche il capo della Procura di Manhattan, Matthew Bogdanos, e il comandante delle Unità Mobili e Specializzate dell’Arma dei Carabinieri, Massimo Mennitti.
L’allestimento temporaneo delle opere è stato curato dalla Direzione generale Musei, insieme ai Carabinieri TPC.
Tra i beni recuperati si segnalano 600 reperti archeologici risultati essere provento di furto ai danni di enti statali italiani o di scavi illeciti, esportazioni clandestine e ricettazione. I beni sono stati localizzati negli USA sia d’iniziativa del Comando TPC, ma anche a seguito d’indagini proprie, svolte dal District Attorney’s Office e dall’HSI, uffici che hanno poi sequestrato i reperti finiti in possesso di note istituzioni museali statunitensi, galleristi, collezionisti e intermediari del settore, nonché noti trafficanti internazionali. I beni, che si riferiscono all’arco temporale dal IX secolo a.C. al II secolo d.C., sono testimonianze storico-scientifiche riconducibili alle culture villanoviana, etrusca, magno-greca, sannita, apula e romano-imperiale, provenienti dalle regioni Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.
Recuperato anche un tetradramma da Naxos in argento, IV secolo a.C., raffigurante gli dei del vino Dioniso sul dritto e Sileno sul rovescio, provento di scavi illeciti avvenuti prima del 2013 in Sicilia e successivamente esportato clandestinamente nel Regno Unito. Il bene è stato localizzato e sequestrato a New York nel 2023 dove si trovava in vendita a 500.000 dollari.
Individuata dal Comando TPC in una casa d’aste di Lancaster, a Philadelphia, una moneta in argento, un contorniato dell’imperatore Traiano, provento del furto avvenuto nel 1978 ai danni del Museo Archeologico Oliveriano di Pesaro; mentre altre monete archeologiche in oro, riconducibili a varie zecche, provento del furto avvenuto il 3 luglio 2009 ai danni del Medagliere del Museo Archeologico Nazionale di Parma, sono state individuate in case d’asta di New York, Dallas, Los Angeles, Chicago e Puerto Rico e sono state sequestrate dai rispettivi uffici HSI, per poi essere definitivamente restituite.
Restituita oggi una corazza e due teste in bronzo risalenti al IV-III secolo a.C., localizzate dal District Attorney’s Office nella disponibilità di un noto gallerista di New York, quindi sequestrate poiché risultate essere provento di scavi clandestini avvenuti in Italia centro-meridionale, insieme ad un bronzetto umbro raffigurante un guerriero, trovato in un noto museo statunitense, provento del furto avvenuto nel 1962 ai danni di un museo italiano. Le evidenze fornite dal Comando italiano al New York District Attorney’s Office hanno permesso il recupero del bronzetto e di ulteriori 39 pregevoli reperti archeologici, risultati essere provento di scavi clandestini avvenuti negli anni ’90 nel sud Italia.
Rientrato in Italia pure una scultura bronzea raffigurante un principe ellenistico a grandezza naturale, del I sec. a.C., provento di scavi clandestini avvenuti negli anni ’70 nel Sud Italia, localizzato nel New Jersey e recuperata da Comando TPC unitamente ad altri 144 oggetti, grazie alla collaborazione del New York District Attorney’s Office e l’HSI.
E ancora: un mosaico (pavimento musivo) raffigurante il mito di Orfeo che incanta gli animali selvaggi con il suono della lira, metà III - metà IV secolo d.C., localizzato dal District Attorney’s Office nella collezione privata di un noto collezionista di New York, risultato essere provento di scavi illeciti avvenuti in Sicilia prima del 1991; centinaia di capolavori, di elevato valore economico, depredati dai “tombaroli” in tutta la Penisola (vasi villanoviani, buccheri e lastre dipinte etruschi, anfore e crateri apuli, coppe in argento, teste in marmo e bronzo, interi corredi funerari sradicati dal loro originario contesto); un dipinto olio su tela raffigurante “Madonna Assunta” attribuito al pittore Giuseppe Pappini e risalente al 1851, provento del furto avvenuto il 2 maggio 2002 nell’Abbazia Benedettina in provincia di Pordenone, che era nella disponibilità di un gallerista di Dallas, dove è stato sequestrato da HSI e restituito al Comando TPC; e una coppia di dipinti del Seicento, olio su tela di forma ovale, raffiguranti natura morta (fiori), asportati il 25 febbraio 1997 da un’abitazione privata di Cucciago (Como), localizzati in una nota casa d’aste di Los Angeles, sequestrati da HSI e poi restituiti al Comando TPC.
Si segnala infine la restituzione di due pergamene manoscritte, una nota come “Waldipertus Land Grant Document” e l’altra nota come “Martinus Land Sale Document”, risalenti all’epoca 823, trafugate a Benevento; e del materiale archivistico e bibliografico di epoca compresa tra il 1800 e il 1979, asportato nel 2004 dall’archivio storico in provincia di Pescara, poi individuato nella collezione di un gallerista di Binghamton (New York), sequestrato da HSI e restituito al Comando TPC. (aise)