“After All”: in Triennale Milano il progetto di Davide Allieri
Davide Allieri. After All, Triennale Milano - Installation view, foto di Gianluca Di Ioia
MILANO\ aise\ - Sino al 19 gennaio 2025 Triennale Milano ospita la mostra “Davide Allieri. After All”, a cura di Damiano Gullì, curatore per Arte contemporanea e Public program di Triennale.
I lavori di Davide Allieri, appositamente pensati per costruire un dialogo con lo spazio dell’Impluvium, fanno emergere alcuni temi caratteristici della sua pratica, intrisa di riferimenti che spaziano dal cinema al teatro e alla fantascienza, tra cui: la sperimentazione sui materiali, la riflessione sulle coordinate di spazio e tempo all’interno di habitat distopici, e la presenza di dispositivi-guscio abbandonati che dialogano tra loro, all’interno di scenari post-apocalittici.
Allieri presenta una selezione di opere inedite – installazioni, sculture e disegni – che riflettono la visione alterata di un possibile futuro in cui l’uomo, servendosi di gusci, sistemi di contenimento, tecnologie di comunicazione e di sorveglianza tenta, invano, di sopravvivere alle proprie stesse rovine.
Installazioni e sculture sono sviluppate a partire da oggetti comuni – tralicci, caschi, droni – che, modificati dall’artista, mantengono la loro funzione di dispositivi di protezione e isolamento, ma diventano forme aliene e inquietanti, al confine tra l’organico e l’inorganico.
Due esempi sono: TX9KD POD, una scultura in vetroresina che riproduce un guscio protettivo, e Communication System, un’installazione che si sviluppa in altezza e allude a tecnologie di sorveglianza. Alle pareti Lost in the shell, una serie di disegni incapsulati in un guscio di vetroresina, rappresenta paesaggi abbandonati e architetture brutaliste.
Allieri fa leva sulle più comuni sensazioni umane, quali il disagio del presente e la paura del futuro, per delineare scenari catastrofici in grado di trasportare lo spettatore in un mondo “altro”, ma al contempo stranamente familiare.
Ne risulta un paesaggio dell’abbandono, caratterizzato da resti e tracce di una società ormai estinta, presagio di un avvenire incerto. Attraverso la risemantizzazione del relitto Allieri ragiona sull’ambiguità tra passato e futuro, abbandono e recupero, distruzione e invenzione, per condurre lo spettatore all’interno di un’inquietante pellicola di fantascienza.
La mostra si inserisce in un percorso di promozione e valorizzazione della scena artistica italiana avviato da Triennale Milano da alcuni anni, a cura di Damiano Gullì, che ha visto coinvolti in talk, progetti espositivi, mostre collettive - come Pittura italiana oggi - e personali, artiste e artisti di diverse generazioni – da Corrado Levi a Lisa Ponti e Mariella Bettineschi, da Marcello Maloberti ad Anna Franceschini, da Lorenzo Vitturi a Alice Ronchi, Luca Staccioli e Gianni Politi, da Francesco Vezzoli a Nico Vascellari –, caratterizzati dalla capacità di muoversi tra diverse discipline, mezzi e tecniche.
Davide Allieri è nato a Bergamo nel 1982 e si è laureato all’Accademia di Belle Arti di Brera. Vive e lavora a Milano, dove nel 2019 ha aperto il suo studio di produzione. Ha partecipato a diverse mostre collettive e personali in Italia e all’estero. Tra le più recenti: Very Friendly, a cura di Agnes Gryczkowska, House, Berlino, 2023; HOLDER, a cura di Alessandro Rabottini, Palazzo Monti, Brescia, 2023; CELLS, Galerie Hubert Winter, Vienna, 2023; Re: FUTURE (draft), Kunstraum Memphis, Linz, 2024; Nexus, Kraupa-Tuskany Zeidler, Berlino, 2024. Nel 2024 vince con Galerie Hubert Winter il Bildrecht SOLO Award di viennacontemporary. (aise)