Al Poldi Pezzoli le “Vitroepifanie” di Elisa Sighicelli

Elisa Sighicelli, Oris (part.)
MILANO\ aise\ - Il Museo Poldi Pezzoli, in continuità con la volontà del suo fondatore, incoraggiando il dialogo “tra antico e moderno”, ha inaugurato il 21 febbraio la mostra “Elisa Sighicelli. Vitroepifanie”, che sarà aperta al pubblico sino al 20 maggio 2025.
Composta da un corpus di opere fotografiche che reinterpretano la collezione di vetri antichi del Museo, l’esposizione offre una visione inedita e trasfigurante di questi straordinari oggetti.
Il legame dell’artista torinese con il Museo Poldi Pezzoli data al 2013. Negli anni, il dialogo con le collezioni museali è divenuto un tratto distintivo della sua ricerca artistica. Proprio per questa sensibilità, il Museo ha deciso di invitare nuovamente Elisa Sighicelli a confrontarsi con le proprie collezioni, lasciandole piena libertà di scelta.
“Sono stata molto colpita dalla reinterpretazione che Elisa Sighicelli ha fatto dei nostri vetri antichi”, dichiara Alessandra Quarto, direttrice del Museo. “Un modo per farli rivivere e per mettere in luce la loro caratteristica di oggetti ingannevoli così come il carattere ludico che li rendeva capolavori di tecnica, l'apice di ciò che i soffiatori di vetro potevano realizzare all'epoca. L’artista, mette in atto una metamorfosi simile a quella dei maestri vetrai e ci restituisce una visione totalmente nuova di questi preziosissimi e divertenti oggetti”.
L’artista è stata affascinata dalla collezione di vetri di Murano. Questa raccolta straordinaria documenta in più di duecento pezzi la produzione veneziana dal XV al XIX secolo. In particolare, Sighicelli si è concentrata sulle fantasiose forme della sezione barocca. Tra i soggetti selezionati spiccano i “Trick Glasses” bicchieri da trucco o a sorpresa, calici dalla coppa larga e bassa che può essere riempita senza che il liquido ne fuoriesca solo otturando un foro a metà del gambo, pena essere irrisi dagli altri commensali. Sono bicchieri ingegnosi e artistici progettati per vari giochi alcolici. Stimolano l'affiatamento, offrono divertimento e, in qualche modo sorprendono o ingannano il bevitore.
L’artista, affascinata dalle forme vagamente biomorfe e dalle qualità di liquidità e trasparenza proprie dei vetri, attraverso la fotografia e la manipolazione dell’immagine, li trasforma in entità fantastiche che occupano spazi onirici.
Attraverso il suo approccio fatto di cambiamenti di scala, sfocature e inversioni tra positivo e negativo, Elisa Sighicelli ha trasformato questi oggetti in visioni oniriche. I vetri sembrano liquefarsi, rivelandosi come vitro-epifanie: apparizioni mutevoli, quasi creature monocellulari osservate al microscopio.
Il progetto è stato concepito come un’installazione specifica per lo spazio della Stanza del Collezionista, al primo piano del museo che è vicina alla sala che ospita i vetri antichi.
Scrive Sebastien Delot, direttore della collezione del Museo Picasso di Parigi, nella brochure che accompagna i visitatori in mostra: “il suo metodo è semplice: lasciare spazio alla curiosità. Sceglie di dare voce ad aspetti invisibili di questa collezione. Per lei, ogni progetto è un’opportunità per pensare in modo diverso, per mettere in discussione il medium fotografico. Ha bisogno di trovare il suo soggetto. Ciascuna delle opere prodotte diventa una finzione fotografica”.
Decostruendo le convenzioni e le gerarchie visive, l’obiettivo dell’artista è rivelare la potenza espressiva e la poesia di dettagli anche minimi o trascurati. La sua pratica è fondata sull’esplorazione delle qualità scultoree della luce, concepita come forza trasformativa e mezzo per rinnovare lo sguardo.
Piuttosto che trasmettere narrazioni chiare o documentare la realtà, Sighicelli invita il pubblico a vivere un’esperienza fenomenologica che ridefinisce i confini della percezione.
Negli anni precedenti, l’artista ha creato mostre specificatamente concepite per Palazzo Madama a Torino, per il Museo Pignatelli a Napoli, per il Castello di Rivoli Museo d’arte Contemporanea, e per la GAM di Milano, creando opere ispirate alle collezioni di questi musei o alla loro architettura.
Elisa Sighicelli (Torino, 1968) ha conseguito il BA in Scultura alla Kingston University e un MA presso la Slade School of Fine Art di Londra, città in cui ha vissuto per diciassette anni. Dopo un’esperienza di due anni a New York, attualmente risiede a Torino. Ha esposto in mostre personali in musei e istituzioni, tra cui: GAM, Milano; Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino; Museo Pignatelli, Napoli; Palazzo Madama e GAM, Torino; Palazzo delle Papesse, Siena; CGAC, Santiago di Compostela; Centro de Fotografía, Università di Salamanca; Fondation Salomon, Annecy. Ha realizzato mostre personali presso: Gagosian Gallery, Londra, Los Angeles, New York, Ginevra; MOT International e Laure Genillard Gallery, Londra; Gió Marconi, Milano; Rossi & Rossi, Hong Kong; 55 Walker (Bortolami, kaufmann repetto e Andrew Kreps), New York. Recentemente ha esposto alla Galeria Leme di São Paulo. I lavori di Sighicelli sono stati inclusi in mostre collettive in istituzioni pubbliche e private, tra cui: MAMbo, Bologna; MAXXI, Roma e L’Aquila; PAC, Palazzo Reale, Museo Poldi Pezzoli, Milano; Mart, Trento e Rovereto; Palazzo Fortuny, Venezia; Reggia di Venaria Reale, Venaria; MCA, Sydney; FACT, Liverpool; Národní Muzeum, Praga; Vietnam Museum of Fine Arts, Hanoi; ETH, Zurigo; MNAC, Lisbona; ICA, Londra; National Museum of Women in the Arts, Washington DC, LACMA, Los Angeles; The Shelley and Donald Rubin Foundation, New York; Fondazione Nicola Trussardi, Milano; Brooklyn Museum, New York. (aise)