Alla Fondazione Sabe per l’arte di Ravenna “Fotografia e femminismi. Storie e immagini dalla Collezione Donata Pizzi”

RAVENNA\ aise\ - Sabato 5 ottobre è stata inaugurata presso la Fondazione Sabe per l’arte di RavennaFotografia e femminismi. Storie e immagini dalla Collezione Donata Pizzi”, mostra collettiva a cura di Federica Muzzarelli, realizzata in collaborazione con il Gruppo di Ricerca FAF/Dipartimento delle Arti, Università di Bologna, all’interno del Progetto PRIN 2020 “La Fotografia Femminista Italiana”.
Fondazione Sabe per l’arte, nata nel 2021 quale punto di riferimento per la promozione e la diffusione dell’arte contemporanea, con una particolare attenzione alla scultura, nel 2024 si è aperta infatti alla fotografia esplorando le sue relazioni con la ricerca plastica, il paesaggio e lo spazio, fisico e mentale. Il suo programma espositivo ha ottenuto il patrocinio del Dipartimento di Beni Culturali dell'Università di Bologna - Campus di Ravenna ed è realizzato in collaborazione con l'Accademia di Belle Arti di Ravenna.
A partire da una selezione di immagini provenienti dalla Collezione Donata Pizzi, la mostra “Fotografia e femminismi” mette in dialogo il lavoro di diverse generazioni di fotografe e artiste operanti nel panorama italiano degli ultimi cinquant’anni. In particolare, la collettiva focalizza la persistenza ideale, l’eredità culturale e, insieme, lo sviluppo e i mutamenti dell’immagine e della presenza delle donne attraverso gli snodi offerti da quattro nuclei tematici principali: Album di famiglia, Identità di genere, Stereotipi e spazi domestici, Ruoli e censure sociali. Lo fa accostando, secondo un montaggio parallelo che ne rivela concretamente continuità e dissonanze, i lavori di artiste storicizzate quali Liliana Barchiesi, Lisetta Carmi, Lucia Marcucci, Paola Mattioli e Tomaso Binga, a quelli di Martina Della Valle, Giulia Iacolutti, Moira Ricci, Alessandra Spranzi e Alba Zari. Ma la mostra è anche un racconto nel racconto: quello di un’iniziativa pionieristica e lungimirante che ha portato Donata Pizzi a iniziare un percorso di valorizzazione del lavoro delle donne artiste e fotografe italiane che oggi assume i contorni di un patrimonio storico e culturale eccezionale. Completano la mostra una riproduzione anastatica di alcune maquette dell’iconico volume collettivo femminista Ci vediamo mercoledì. Gli altri giorni ci immaginiamo (1978), e una selezione di pubblicazioni e cataloghi che tracciano la storia espositiva e progettuale della Collezione Donata Pizzi.
La mostra sarà aperta al pubblico sino al 15 dicembre, tutti i pomeriggi dal giovedì alla domenica, con ingresso libero. (aise)