Alla GAM di Torino la prima grande antologica dedicata a Maria Morganti
Maria Morganti, GAM Torino, Installation View - Crediti Luca Vianello e Silvia Mangosio
TORINO\ aise\ - Omaggio della Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino a Maria Morganti, cui il museo dedica la prima grande mostra antologica con un’ampia selezione di opere realizzate tra il 1988 e il 2024.
L’esposizione, a cura di Elena Volpato, sarà aperta sino al 16 marzo 2025 tracciando un percorso all’interno di una ricerca fortemente unitaria che ha la propria origine nell’essenzialità del gesto pittorico, nella sua ripetizione ed espansione nel tempo, una ricerca sviluppatasi con costanza negli anni, fino a delineare un’architettura di pensiero, uno spazio di lavoro e archiviazione, un luogo fisico e mentale – lo studio dell’artista – dove dare forma al tempo attraverso la semplicità di atti quotidiani che compongono, per lento accumulo, il complesso diario cromatico di un’esistenza.
Il cuore dello studio di Morganti si trasferisce al centro dello spazio espositivo della GAM. È un’opera esso stesso, denominata Luogogesto, si compone del Sedimentario – una struttura che contiene tutti i dipinti della serie Sedimentazioni –, della Diarioteca – in cui si raccolgono tutte le opere denominate Diari –, del Quadro infinito – un dipinto che l’artista va realizzando ogni giorno, strato dopo strato, dal 2006 –, tutti elementi disposti attorno alla Pedana su cui l’artista si muove durante il lavoro.
La sera dell’inaugurazione, il 29 ottobre scorso, muovendosi attorno il Luogogesto, due giovani artiste, Melania Fusco e Marta Magini, che hanno lungamente collaborato con Morganti, hanno agito l’Ostensione #1: l’estrazione di tutte le Sedimentazioni e di tutti i Diari da lei dipinti in vent’anni di quotidiano lavoro nello studio e la loro collocazione sulle pareti dello spazio espositivo, a formare una lunga linea del tempo composta di tele accostate le une alle altre. Alla fine della performance è rimasto al centro dello spazio lo Svuotamento del Luogogesto nella sua nuda struttura e, tutt’attorno, un lungo racconto cromatico.
L’Ostensione #1 è una mostra nella mostra, un cuore affollato di opere che imprime a tutta l’esposizione un moto centripeto a cui risponde il resto del percorso espositivo, modulato invece in una sorta di pulsazione tra momenti di rarefazione in cui la pittura, i disegni e le altre opere trovano attorno a sé il silenzio di un ampio spazio bianco, e momenti di addensamento, di immersioni dello sguardo e del corpo dei visitatori all’interno della materia pittorica.
Emerge dall’esposizione un tratto distintivo dell’opera di Morganti: un legame profondo con il colore che diventa materia prima del suo animo. Il fondo della ciotola, in cui l’artista crea ogni giorno un nuovo colore senza lasciarlo mai asciugare da anni, ne è lo specchio. I suoi gesti ripetuti sono l’assunzione di una eredità le cui origini affondano nella scuola del colore e nella liquidità della tradizione pittorica di Venezia, dove Morganti ha il suo studio. In mostra e negli spazi espositivi della collezione della GAM si racconterà il suo lavoro di Confronti con i maestri del passato e la sua capacità di rispondere e far risuonare le loro opere con il proprio colore, facendo parlare i suoi Diari e le sue Sedimentazioni del tempo quotidiano e insieme del tempo storico.
L’esposizione prosegue l’attenzione e lo studio che il Museo ha dedicato negli ultimi anni all’arte italiana contemporanea e continuerà a dedicare nella programmazione a venire: la mostra è accompagnata da un catalogo edito da Corraini, Mantova, con testi di Elena Volpato, curatrice della mostra, di Chiara Bertola, Direttrice della GAM, e di Cristina Baldacci, docente di storia dell’arte contemporanea all’Università Ca’ Foscari di Venezia e studiosa dell’archivio inteso come metafora e forma d’arte.
La mostra dedicata a Maria Morganti è anche l’occasione per presentare l’opera Frammento #1, acquisita grazie ai fondi messi a disposizione dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, attraverso l’avviso pubblico PAC 2024 – Piano per l’Arte Contemporanea. La vittoria della GAM, per il quarto anno consecutivo, ha permesso di acquisire per le proprie collezioni anche 5 Quadri per la Querini, un nucleo unitario di 5 tele con le quali Morganti si è posta in risonanza con i valori pittorici della tradizione coloristica veneziana e che sono esposti in una sala dedicata all’interno del nuovo allestimento delle Collezioni permanenti, al primo piano del Museo.
Maria Morganti è nata a Milano nel 1965. Si è formata tra Milano e New York, dove ha studiato presso la New York Studio School e la New York University. Dal 1992 vive e lavora a Venezia.
Ha esposto in numerose mostre personali in ambito museale, tra cui alla Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia nel 2006, alla Fondazione Querini Stampalia a Venezia nel 2008 e al Museo di Castelvecchio a Verona nel 2010, oltre a partecipare a mostre collettive presso la Kunstverein di Ludwisburg nel 2006, il MAMbo di Bologna nel 2013, la Fondazione Testori di Novate Milanese nel 2014, l’Accademia Reale di Spagna a Roma nel 2015, la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino nel 2017, la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma nel 2021 e la Triennale di Milano nel 2023. Ha pubblicato numerosi libri tra cui: Storia di un quadro (Corraini, 2006); Il colore succede, non si provoca (Corraini, 2016) in collaborazione con Jean-Luc Nancy; Diari tra diari, (Fondazione Spinola per l’arte, GAM Galleria Civica d'Arte moderna e Contemporanea Torino, Viaindustriae Publishing, 2019). (aise)