Alla GNAM di Roma “Il Tempo del Futurismo”

Giacomo Balla, Pessimismo e ottimismo, 1923 - courtesy Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea - crediti Studio Idini

ROMA\ aise\ - Apre oggi, 3 dicembre, al pubblico nelle sale della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma la mostra “Il Tempo del Futurismo”, che celebra l’ottantesimo anniversario dalla scomparsa di Filippo Tommaso Marinetti, avvenuta il 2 dicembre 1944.
Promossa e sostenuta dal Ministero della Cultura e curata da Gabriele Simongini, la mostra sarà allestita sino al 28 febbraio 2025.
Diversamente dalle mostre del passato dedicate al rivoluzionario movimento d’avanguardia fondato nel 1909 da Marinetti, questa mostra si concentra sul rapporto tra arte e scienza/tecnologia e illustra quel “completo rinnovamento della sensibilità umana avvenuto per effetto delle grandi scoperte scientifiche” posto alla base della nascita del Futurismo. Una riflessione oggi attualissima, se si pensa che lo tsunami tecnologico dell’intelligenza artificiale sta investendo l’umanità, avverando la profezia della macchinizzazione dell’umano e dell’umanizzazione della macchina preconizzata proprio dai futuristi.
La mostra punta a essere inclusiva, didattica e multidisciplinare, si rivolge al grande pubblico e in particolare alle nuove generazioni. Per questo illustra i concetti di velocità, di spazio, di distanza e di sensibilità percettiva evidenti nei capolavori del Futurismo contestualizzandoli nella società dell’epoca, rivoluzionata dalle innovazioni scientifiche e tecnologiche.
In mostra sono dunque esposte circa 350 opere fra quadri, sculture, progetti, disegni, oggetti d’arredo, film, oltre a un centinaio fra libri e manifesti, con un’attenzione alla matrice letteraria del movimento marinettiano che non ha precedenti, insieme con un idrovolante, automobili, motociclette e strumenti scientifici d’epoca.
Per descrivere al meglio l’atmosfera futurista, l’esposizione è arricchita da due installazioni site specific di Magister Art e di Lorenzo Marini e vivacizzata da eventi di approfondimento.
Molte delle opere esposte sono giunte in prestito da prestigiosi musei italiani e stranieri, tra cui il MoMA, il Metropolitan Museum di New York, il Philadelphia Museum of Art, la Estorick Collection di Londra e il Kunstmuseum Den Haag de L’Aja. Le altre, un terzo del totale, fanno parte della collezione della Galleria Nazionale, in gran parte recuperate dai depositi del museo.
L’esposizione è accompagnata da un catalogo pubblicato da Treccani, che contiene, oltre ai saluti istituzionali, i testi di Gabriele Simongini, Francesca Barbi Marinetti, Günter Berghaus, Elena Gigli, Claudio Giorgione, Giovanni Lista, Ada Masoero, Ida Mitrano, Riccardo Notte, Francesco Perfetti e Marcello Veneziani.
Collaborazioni rilevanti contribuiscono all’offerta culturale messa in campo, come quella con il MAXXI, che con l’apertura al pubblico di Casa Balla aggiunge una tappa fondamentale al discorso narrativo; con la Fondazione Magna Carta, promotrice di un programma di attività culturali con finalità pedagogiche; con il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci, per il prestito di numerosi oggetti che hanno arricchito la mostra anche con un taglio scientifico. (aise)