All’IIC di Parigi le “Sospensioni” di Renata Rampazzi

PARIGI\ aise\ - La pittura è un tempo sospeso. Un gesto che si interrompe, ma che potrebbe proseguire all’infinito, trasformarsi, stratificarsi, mutare. Il confine tra il “finito” e l’”incompiuto” è sottile, permeabile, sempre aperto a nuove possibilità. Con la mostra “Sospensioni”, inaugurata il 15 aprile scorso all’Hotel de Galliffet, prestigiosa sede dell’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, Renata Rampazzi esplora questa dimensione instabile e fluida della creazione artistica. Le sue tele, sospese e visibili su entrambi i lati, creano un dialogo tra composizioni di piccolo formato e opere di grandi dimensioni, mettendo in luce il legame tra il dettaglio e la totalità, tra il frammento e l’insieme.
Ogni quadro è un momento di arresto in un divenire incessante, un’interruzione che suggerisce una possibile continuazione. L’artista stessa si interroga: quando un’opera può dirsi veramente conclusa? A distanza di anni, una tela può essere ripresa, rivisitata, trasformata in qualcosa di nuovo. Nulla è definitivo, nulla è assoluto.
Sino al 30 maggio, nelle sale dell’Hôtel de Galliffet, il pubblico è invitato a immergersi in questo processo, osservando le tracce, le sovrapposizioni, i passaggi di colore che raccontano l’evoluzione dell’opera nel tempo. Un percorso che non si chiude, ma rimane aperto, in attesa del prossimo gesto.
Renata Rampazzi nasce a Torino dove compie i suoi studi e comincia giovanissima a dedicarsi alla pittura. Da ’68 al ’70 lavora a Salisburgo con Emilio Vedova, quindi a Parigi con il pittore cinese Zao Wou Ki e con la cerchia di artisti di Pierre Alechinsky. Alla fine degli anni ’70 si trasferisce a Roma, dove vive e lavora, alternando lunghi soggiorni di lavoro a Parigi. Sue opere sono state utilizzate in scenografie e film di Visconti, Calopresti, Martone e Margarethe von Trotta.
Dagli anni Ottanta espone in Italia e all’estero in importanti musei, fiere e gallerie: Palazzo dei Diamanti a Ferrara, il Petit Palais d’Art Moderne di Ginevra, la Galleria Nicolas Deman a Parigi, il Chiostro di S. Nicolò in occasione del 53° Festival dei Due Mondi di Spoleto, la Fondazione Giorgio Cini di Venezia e il Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese di Roma
Sue opere si trovano in numerosi musei in Italia e all’estero e in molte fondazioni e collezioni pubbliche e private. (aise)