“Barocco da collezione”: la Galleria Estense di Modena svela “le terrecotte della donazione Guandalini Kabaivanska”

MODENA\ aise\ - Dal 16 maggio scorso e sino al 10 novembre, la Galleria Estense di Modena espone per la prima volta al pubblico una selezione di sculture in terracotta della collezione Guandalini Kabaivanska. Si tratta di un’importante raccolta di opere che copre un ampio arco cronologico e geografico, dal Cinquecento al Novecento, dall’Italia settentrionale a quella centrale, con una preponderanza del Barocco emiliano.
Curata da Andrea Bacchi, Federico Fischetti e Davide Lipari, la rassegna esporrà una rappresentativa selezione delle sculture - esattamente 131 - destinate a diventare parte del patrimonio delle Gallerie Estensi, grazie alla generosa donazione che la mostra celebra con l’uscita di un catalogo scientifico, in preparazione per i tipi della casa editrice Pendragon, a firma di Andrea Bacchi e Davide Lipari. Sarà il primo catalogo completo di tutte le sculture Guandalini.
La mostra e il testo raccontano la vicenda straordinaria di Franco Guandalini, nato a Modena nel 1929, e la storia di una collezione nata girando per campagne e botteghe modenesi, bolognesi e reggiane, nel corso di una lunga vita parallela a quella professionale, alle passioni e alle frequentazioni internazionali condivise con sua moglie, la soprano Raina Kabaivanska. In accordo con la famiglia, il collezionista ha quindi maturato la convinzione che la collezione dovesse rimanere unita, senza correre il rischio di venir dispersa sul mercato. Da qui, la scelta della Galleria Estense come destinazione ideale. Un’ipotesi accettata nel 2023 dall’allora direttrice Martina Bagnoli - con successivi accordi portati avanti dal curatore scientifico delle Gallerie Estensi Federico Fischetti - che culminano oggi in questa raffinata esposizione.
La mostra vede dunque tra i suoi capolavori bozzetti, modelli preparatori e opere finite di carattere devozionale, sia a tutto tondo sia a rilievo, in nuda terracotta o con antiche finiture policrome. Grazie anche agli importanti aggiornamenti specialistici di Davide Lipari, la mostra offre un grande impulso agli studi sulla coroplastica e sulla produzione di oggetti in materiali diversi. Un insieme di sculture che vanno da protagonisti del barocco centro italiano, come Domenico Guidi (1625-1701) e Giuseppe Mazzuoli (1644-1725), fino a scultori e coroplasti di area emiliana. A partire dal più importante di tutti, Giuseppe Maria Mazza (1653-1741), e dal suo allievo Angelo Gabriello Piò (1690-1769), affiancato da altri maestri locali come il modenese Antonio Traeri (1669-1732) o il forlivese Luigi Acquisti (1747-1823), per arrivare infine a una selezione di opere del primo Ottocento nella quale risalta il prezioso Presepe del bolognese Giovanni Putti (1771-1847) ancora contenuto nel suo “scarabattolo” in legno dipinto.
Si tratta insomma di un meraviglioso anticipo dell’intera collezione e del suo catalogo, una collezione che diventerà parte integrante della Galleria Estense e a cui saranno destinati adeguati spazi di deposito che garantiscano assoluta idoneità delle condizioni di conservazione e sicurezza, nonché piena accessibilità per studiosi e conservatori. Alcune opere scelte verranno esposte in permanenza e dialogheranno col ricchissimo e multiforme patrimonio del museo. (aise)