“Bernini e la pittura del ‘600” in mostra a Palazzo Chigi in Ariccia
ROMA\ aise\ - Grande attesa per la mostra “Bernini e la pittura del ‘600. Dipinti della Collezione Koelliker”, dal 7 dicembre 2024 al 18 maggio 2025 a Palazzo Chigi in Ariccia.
In mostra numerosi dipinti attribuiti al Bernini, tra ritratti e studi di figura, che fanno parte della Collezione Koelliker, una delle più importanti collezioni private d’arte italiana al mondo.
Secondo le fonti storiche e i documenti archivistici, il sommo artefice aveva eseguito numerosi dipinti, non solo ritratti, ma anche quadri di soggetto allegorico con una e più figure, in gran parte perduti.
Dalla scultura, che costituisce il settore per il quale è maggiormente conosciuto, all’architettura, dalle arti decorative agli apparati effimeri, compresa la pittura, Giovan Lorenzo Bernini (Napoli 1598 – Roma 1680) è riuscito a lasciare una traccia di sé in tutte le espressioni delle arti figurative dell’epoca, sia in ambito europeo, che soprattutto per la scuola romana di cui fu protagonista assoluto.
L’esposizione, a cura di Francesco Petrucci, conservatore di Palazzo Chigi e tra i massimi esperti del Barocco romano, vuole rendere quindi omaggio ai tanti dipinti del Bernini, tra cui alcuni rari autografi, come l’Autoritratto mentre disegna, il Ritratto del poeta Virginio Cesarini, uno splendido Levantino sdraiato, probabilmente un facchino del Porto di Civitavecchia, e un Cristo alla colonna di caratteristiche tizianesche.
In mostra, inoltre, anche una vasta selezione di opere del Barocco romano, con numerosi capolavori d’artisti italiani e stranieri che operarono a Roma nel XVII secolo.
Nelle sale di Palazzo Chigi saranno ospitate opere come Sansone che sbrana il leone di Giovanni Lanfranco, il Battesimo di Cristo di Pietro da Cortona, una sensuale Venere con il pomo d’oro di Andrea Sacchi proveniente dalla collezione Chigi e un monumentale Eraclito e Democrito di Giovanni Domenico Cerrini, mai esposto al pubblico, proveniente dalle collezioni medicee.
Impressionanti due scene di banchetti degenerati in tragedia: il Convito di Assalonne di Niccolò Tornioli e il poco noto Alessandro Magno uccide Clito di Mattia Preti.
Numerosi i ritratti, opera di specialisti come Guglielmo Cortese detto “il Borgognone”, Giovan Battista Gaulli detto “il Baciccio”, Pierre Mignard e Jacob Ferdinand Voet. Spiccano il Ritratto del cardinale Alderano Cybo del Maratta e il Ritratto di Urbano Barberini di Giuseppe Passeri.
Tra gli artisti presenti, infine, anche Pier Francesco Mola, Bernardino Mei, “Monsù Bernardo”, Daniel Seiter, Giovan Battista Beinaschi e Girolamo Troppa. (aise)