“Ciò che inferno non è” alla 18a edizione di Bergamo Incontra

BERGAMO\ aise\ - Dopo il successo dell’ultima edizione, torna Bergamo Incontra, il Festival culturale che da oltre quindici anni propone occasioni di confronto e riflessione a partire dalle grandi domande dell’uomo. Ideato dall’omonima associazione con il desiderio di incontrare e valorizzare la realtà in ogni suo aspetto, l’edizione 2025 si terrà da venerdì 17 a domenica 19 ottobre a Chorus Life, il nuovo polo culturale bergamasco, con un programma che spazia tra incontri, dibattiti, mostre e performance musicali.
Il titolo scelto per quest’anno è “Ciò che inferno non è”, che prende ispirazione dalla celebre espressione di Italo Calvino tratta da Le città invisibili, e invita a guardare il presente con uno sguardo diverso: in un tempo attraversato da guerre, solitudini e fratture sociali, il Festival vuole raccontare storie e volti capaci di testimoniare che il Bene resiste e continua a generare speranza anche nei luoghi più oscuri.
“Il titolo di quest’anno incoraggia a non fermarci davanti alle macerie della storia”, spiega Michela Milesi, presidente di Bergamo Incontra. “Oggi siamo circondati da immagini di guerre, disumanità e cinismo, eppure, se guardiamo con attenzione, emergono segni di bene, volti che resistono, esperienze che raccontano un’altra possibilità. Dare spazio a queste storie significa ridare fiducia a noi stessi e alla società, perché il bene non è un’eccezione ma una presenza reale che chiede di essere riconosciuta. Questo Festival vuole offrire a tutti la possibilità di incontrare quei segni, di lasciarsi sorprendere da una bellezza ostinata che resiste e che, se accolta, può generare un nuovo modo di guardare la vita e di costruire comunità”.
Ad aprire la tre giorni sarà Giancarlo Cesana, medico e professore onorario di igiene presso l’Università di Milano Bicocca, che introdurrà il tema centrale della manifestazione, offrendo una prima chiave di lettura del titolo scelto per quest’anno. A seguire l’incontro con l’attore Giacomo Poretti che alle ore 21:15 porterà il suo racconto intrecciando ironia e profondità.
Il palinsesto degli incontri si svilupperà attorno a quattro grandi filoni tematici.
Politica e impegno civile: l’On. Elena Bonetti, don Massimo Camisasca, vescovo emerito di Reggio Emilia Guastalla e Valentina Castaldini, consigliere regionale Emilia - Romagna porteranno la loro riflessione sull’impegno cristiano in politica, raccontando come la fede e i valori possano tradursi in responsabilità pubblica e scelte concrete per la società.
Fragilità e cura: un dialogo intenso e personale vedrà protagoniste Maria Luisa Galli, responsabile Residenza Sanitaria disabili Casa Amoris Laetitia, Giovanna Mangili, medico, e Maria Pia Rosani, presidente Associazione Futura e fondatrice della Onlus Fratelli Tutti. Insieme racconteranno esperienze in cui il dolore non è una condanna, ma diventa il luogo in cui sboccia un amore capace di abbracciare la vulnerabilità umana.
Educazione: lo scrittore e insegnante Eraldo Affinati condividerà il palco con Francesco Fadigati, rettore della scuola “La Traccia” di Calcinate, per affrontare il tema dell’educazione come gesto di amore e responsabilità, capace di far emergere il meglio dalle nuove generazioni.
Pace e dialogo interreligioso: in un tempo segnato da conflitti, il tema della pace sarà al centro del confronto tra fra Francesco Ielpo, custode di Terra Santa, e Davide Prosperi, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, che rifletteranno sul valore della pace come lavoro “artigianale”, fatto di piccoli passi e gesti concreti.
Il percorso espositivo completerà l’esperienza culturale del Festival con tre mostre dal forte valore simbolico. La prima ripercorrerà la vicenda dei coniugi Franz e Franziska Jägertätter, che durante il nazismo seppero scegliere la libertà e la verità a costo della vita. La seconda, intitolata “Profezie per la pace”, raccoglierà storie di riconciliazione nate in contesti segnati da guerre e conflitti, invitando i visitatori a guardare il mondo con gli occhi della speranza. La terza sarà dedicata a don Antonio Seghezzi, sacerdote bergamasco morto nel campo di Dachau nel 1945, testimone di una fede incrollabile anche nei momenti più bui.
Accanto a questi momenti di approfondimento, il Festival offrirà anche spazi dedicati all’intrattenimento con la musica dei GrooveDiggers, che animerà la serata di sabato 18 con ritmo e colore. Non mancheranno gli spazi di incontro, con il Meeting Point, la libreria, l’area ristoro e un’area bimbi.
L’evento ha il patrocinio di Regione Lombardia, Comune e Provincia di Bergamo. (aise)