Gli “Spazi restituiti” di Tobia Scarpa in mostra a Treviso
TREVISO\ aise\ - “Spazi restituiti. Tobia Scarpa. Progetti recenti per la collettività” è la mostra che la Fondazione Benetton Studi Ricerche ha dedicato all’opera recente dell’architetto Tobia Scarpa. L’esposizione, a cura di J.K. Mauro Pierconti, Mauro Piantelli e Ilaria Cavallari, sarà allestita a Ca’ Scarpa di Treviso sino al 23 febbraio.
La mostra esplora il tema del recupero di edifici storici, poi restituiti alla collettività attraverso molteplici forme e per diversi usi: concerti, esposizioni, biblioteche, servizi per il cittadino.
Vista la loro valenza storica, si tratta generalmente di edifici che sorgono nel cuore delle rispettive città; questi interventi, raffinati e ben concepiti, contribuiscono a rinnovare e a rivitalizzare il tessuto urbano, creando per la cittadinanza e per tutti coloro che vi si recano, anche solo per una fugace visita, nuovi punti di attrazione e socializzazione. Il moltiplicarsi di servizi nella città storica ha anche il merito di accorciare le distanze per i suoi abitanti, favorendo così uno stile di vita meno vincolato a mezzi e spostamenti. L’idea di una città più vivibile e a portata di mano è dunque presente nella mente degli architetti, e l’agire sugli edifici storici, in un paese come l’Italia, assicura innumerevoli benefici.
Nella mostra sono presentati, attraverso schizzi, disegni, fotografie e testi, quattro progetti recenti di Tobia Scarpa: le Gallerie dell’Accademia di Venezia (2005-2013, 2015-2018), la chiesa di San Teonisto (2017), le Gallerie delle Prigioni (2018) e Ca’ Scarpa (2020), queste ultime tutte a Treviso. A questi si affianca il progetto per il nuovo Centro Culturale di Treviglio (Bergamo), qui presentato per la prima volta pubblicamente e attualmente in fase di realizzazione.
Sono progetti apparentemente simili per tipologia d’intervento, eppure l’azione di Tobia Scarpa è sempre rivelatrice di unicità: ogni progetto è sorprendente nella capacità di dare senso a un luogo, come se il lavoro finale fosse il risultato di una cosa ben “educata”, per usare una parola cara a Tobia.
Il racconto dei cinque progetti è articolato nell’intera sede espositiva di Ca’ Scarpa e una particolare attenzione è rivolta a mostrare il lavoro di trasformazione di uno spazio storico in edificio contemporaneo, e non solo nell’uso. Alcuni disegni appositamente preparati mostrano infatti le trasformazioni avvenute: il passaggio da costruzione che porta evidenti i segni del tempo e delle distruzioni subite – è il caso, per esempio, della chiesa di San Teonisto, fortemente danneggiata da una bomba nel corso della Seconda guerra mondiale – a spazio fruibile, oggi e negli anni a venire, grazie a un lavoro di lettura della struttura preesistente, che ha poi trovato forma in una nuova unità che, pur preservandone l’identità, ha permesso all’edificio di rientrare pienamente in funzione con una qualità architettonica unica e ben riconoscibile.
Sono presentati schizzi e disegni che fanno immediatamente comprendere al visitatore, anche non esperto, l’impegno e la creatività che un progetto d’architettura porta dentro di sé, fino al suo completamento. Si tratta di un lungo processo che porta alla definizione delle sue parti, nel continuo dialogo con la preesistenza e teso a dare un senso allo spazio che si viene così a generare.
È però da sottolineare il punto di partenza della ricerca di Tobia Scarpa, e che non può che essere il rispetto per il luogo nel quale si trova a operare e che l’accoglie; entra quindi in relazione con quel luogo, “accordandosi” a esso, e fa in modo che, a lavoro finito, esso riesca a produrre nuove vibrazioni “in simpatia” con quelle originarie.
A legare i progetti costruiti, come unico segno grafico, un nuovo lavoro di ripresa fotografica, affidato a Michele Nastasi, che saprà mostrare alcuni dei valori dell’architettura di Tobia Scarpa.
Collaborano alla mostra l’architetto Ilaria Cavallari, attiva presso lo studio di Tobia Scarpa e profonda conoscitrice del progetto di restauro delle Gallerie dell’Accademia per aver prestato il suo servizio sia durante il cantiere di restauro che nella fase di allestimento delle sale espositive, e l’architetto Mauro Piantelli, con lo studio De8_Architetti di Bergamo, a cui va la titolarità del progetto di allestimento e della grafica e che collabora con Tobia Scarpa nel progetto di Treviglio.
L’impostazione data all’allestimento è volutamente semplice, perché la mostra nasce come un’esposizione itinerante, e quindi adattabile a vari tipi di spazi nelle diverse città in cui verrà ospitata.
“Il mio mestiere, quello dell’architetto, ha come matrice e linea di condotta la logica determinata dalle mie scelte arbitrarie del bello”, dice Scarpa. “Saper costruire è un debito nei confronti della tecnica. Saper dare un significato alle cose che costruisco è un debito nei confronti della logica richiesta dalle forme. Questa è forma del pensiero e deve essere cristallina”.
Tobia Scarpa, architetto e designer per più di 60 anni, ha collaborato con molte delle migliori realtà industriali italiane, dalla Venini alla Cassina, dalla Flos a Gavina, Molteni, B&B, Unifor, Knoll, San Lorenzo e altre ancora, ogni volta producendo oggetti innovativi e funzionali. Nel campo dell’architettura ha realizzato diverse residenze private e ha lavorato per molte istituzioni, sia pubbliche che private, restaurando svariati edifici.
Tobia Scarpa è anche l’autore, insieme ad Afra, della progettazione di tutti gli edifici industriali del gruppo Benetton, a partire dal 1964, e ha anche definito l’immagine architettonica dei punti vendita del gruppo.
Tra i molti riconoscimenti, il Compasso d’Oro del 1970 per la seduta “Soriana” e quello alla carriera del 2008. (aise)