Il Padiglione Italia alla Biennale Arte 2024 sconfina con il “Public Program” e gli “Eventi Speciali”

Massimo Bartolini, Ballad for a Tree, 2004, performance, Axel Vervoordt Kanaal, Wijnegem (Anversa). Edoardo Marraffa Sassofono. Foto © RAM Roma.

VENEZIA\ aise\ - Il progetto del Padiglione Italia alla Biennale Arte 2024, curato da Luca Cerizza e promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, prevede come estensione dei suoi contenuti una serie di eventi confluiti in un ricco Public Program che, oltre agli appuntamenti che si tengono nel Giardino delle Vergini adiacente al Padiglione, sconfinano anche in altri luoghi.
Tra questi, a partire da questo mese di giugno e proseguendo nei tre mesi successivi, sarà una nuova versione di Ballad for a Tree a uscire dagli spazi del Padiglione Italia per abitare diverse Regioni d’Italia, riattivando la campagna e i centri urbani, dalla Sicilia al Veneto, passando per la Valle d’Aosta, Puglia, Friuli e Basilicata. La performance, realizzata in collaborazione con WeStart - Centro di Produzione Musica del Piemonte Orientale, è la rivisitazione di una delle opere più iconiche di Massimo Bartolini che in occasione di Due qui / To Hear è diventata un progetto diffuso e itinerante, pensato per essere accolto durante diversi festival di musica jazz. Questa stessa formula rispecchia un tratto distintivo del lavoro dell’artista: la declinazione delle proprie opere in diversi contesti e situazioni esperienziali, risultato di un pensiero aperto e in continua definizione.
Testimonianza del lunghissimo interesse dell’artista per la natura e il paesaggio, evidente anche nel progetto per il Padiglione Italia 2024, Ballad for a Tree riflette sulla costante interazione che si viene a creare tra esseri umani e non umani. La performance sonora ideata agli inizi degli anni Duemila prevede che un sassofonista si avvicini a un albero e improvvisi un assolo, nel tentativo di comunicare con un essere non umano e nella speranza che l’albero possa chiedersi: “che strano uccello sta suonando oggi davanti a me?”. L’aggiornamento in chiave nomade di quest’opera è reso possibile grazie ad alcuni musicisti che suoneranno attorno ad alberi di diversi giardini sparsi per vari comuni dell’Italia, scelti appositamente per questo progetto.
La programmazione è iniziata sabato, 8 giugno, all’interno di Pozzuoli Jazz Festival con il sassofonista Dimitri Grechi Espinoza e il celebre fico capovolto delle Terme Antiche di Baia. Sabato 22 giugno (ore 18.30) all’interno di Sile Jazz si vedrà dialogare il Salice degli innamorati, a Treviso, con il Clarinetto Basso di Alberto Collodel. Domenica 7 luglio (ore 21.00) sarà la volta di Daniele Limpido, che si esibirà al sassofono all’interno di Gravina in Jazz attorno al Castagno dei Cento Cavalli di Sant’Alfio Eneo; a CHAMOISIc il clarinettista Daniele D’Agaro incontrerà sabato 20 luglio (alle 17.00) il Larice secolare in Corgnolaz a Chamois; mentre nel cartellone di Bari in Jazz il 9 agosto (ore 10.00) interverrà Francesco Galizia al sassofono attorno all’albero nel centro del giardino del Minareto di Fasano. L’Olmo del Caucaso scelto da Estensioni Jazz Club a San Vito al Tagliamento vedrà suonare Yannis Maizan il 25 agosto 2024 (ore 17.00), e infine una delle querce più antiche d’Italia sarà la coprotagonista insieme a Felice Mezzina dell’intervento a Matera a Gezziamoci, il 15 settembre alle ore 10.00.
WeStart Centro di Produzione Musica del Piemonte Orientale è un soggetto di supporto e sviluppo della creatività nell’ambito dei linguaggi e delle pratiche che ruotano attorno al jazz contemporaneo con una connessione progettuale con i festival NovaraJazz e NU Arts and Community. WeStart è un incubatore per idee che ridisegnano l’immaginazione e il rapporto con il pubblico della musica dal vivo negli anni post-pandemia, ridefinendo i confini della creatività nell’ecosistema umano e sonoro. (aise)