Il Retablo dei Magi al Museo Diocesano di Milano: il capolavoro del rinascimento belga si svela al pubblico dopo il restauro

MILANO\ aise\ - Sarà esposto al Museo Diocesano di Milano sino al 2 febbraio 2025 il Retablo dei Magi (212 x 170 cm), capolavoro della scultura rinascimentale belga conservato nella chiesa milanese dei Santi Apostoli e Nazaro Maggiore. È la prima volta che la macchina d’altare, databile alla fine del XV secolo o agli inizi del XVI, viene presentata al pubblico dopo il restauro condotto presso l’Institut Royal du Patrimoine Artistique (IRPA) di Bruxelles grazie al sostegno della Fondation Roi Baudouin, della Fondation Périer-d’Ieteren e di Intesa Sanpaolo, nell’ambito del progetto Restituzioni.
In legno di quercia e composta da una cassa contenente sculture a tutto tondo e altorilievi finemente dipinti e dorati, il Retablo è stato realizzato a Bruxelles nell’atelier dello scultore fiammingo Jan II Borman (1460 ca. – 1520 ca) e in origine comprendeva anche due volets, delle grandi ante dipinte su entrambi i lati, oggi perdute. La sua eccezionalità è dovuta al fatto che si tratta dell’unico esemplare noto della celebre bottega ad aver conservato la policromia e l’apparato decorativo originale, nonché nell’essere una delle pochissime tavole fiamminghe conservate in Italia, addirittura nella sua destinazione originaria.
La sua presenza a Milano è legata alla figura di Protasio Bonsignori da Busto, un ricco mercante di vetro e metalli che durante un viaggio ad Anversa nel 1510 acquistò, o addirittura commissionò, l’opera per la propria cappella, fatta edificare nello stesso anno nell’oratorio di Santa Caterina, nel complesso della basilica di San Nazaro.
Il Retablo presenta un’unica grande scena dedicata all’Epifania, ambientata all’interno di una struttura che ricorda la navata di una chiesa gotica. I Magi in adorazione del Bambino occupano il primo piano ai lati della Sacra Famiglia. Insolitamente in numero di nove, distinti da pose, costumi e attributi differenti, rappresentano il corteo venuto dall’Oriente: sono scolpiti a tutto tondo di profilo, di tre quarti e di spalle e spiccano per l’eleganza dei dettagli e il naturalismo delle fisionomie. In secondo piano, si distinguono episodi secondari e personaggi aneddotici come, sulla sinistra, Salomè che incontra una vecchia, sulla destra gli astronomi che scrutano il cielo e, al centro, un buffo personaggio raffigurato nell’atto di defecare, che spesso ricorre in opere d’arte nordiche.
La scultura è stata recentemente oggetto di restauro all’Institut Royal du Patrimoine Artistique (IRPA) di Bruxelles, dove gli esperti sono intervenuti rimuovendo una spessa vernice bruna che la ricopriva e una ridoratura a foglia d’oro, frutto di un intervento sette-ottocentesco che aveva portato a celare la varietà dei colori in favore di un più marcato plasticismo.
L’intervento ha dunque restituito l’aspetto originario al Retablo dei Magi, con la raffinata policromia, la doratura a missione originaria e tutte le sofisticate tecniche decorative impiegate: i broccati in rilievo, le punzonature, impiegate anche per le iscrizioni sulle bordure delle vesti, le piccole applicazioni di elementi metallici dorati o delle rarissime perle in resina e cera, i ricami scolpiti in rilievo. (aise)