Il ritratto di Kangxi dalle Gallerie degli Uffizi al Bund One Museum di Shanghai

SHANGHAI\ aise\ - È esposta dal 16 giugno scorso al Bund One Art Museum di Shanghai l’opera “Ritratto di Kangxi” di Giovanni Gherardini, che è giunta ad arricchire la mostra “Capolavori del Settecento”, visitabile fino al 25 agosto presso lo stesso museo.
L’esposizione del ritratto è frutto di sforzi congiunti da parte delle istituzioni italiane - in particolare l’Istituto Italiano di Cultura di Shanghai - e cinesi, che hanno permesso finalmente di riportare il dipinto in Cina.
Il ritratto era parte della Collezione Aulica del Granduca di Toscana Cosimo III de’ Medici (1642–1723), l’unico ritratto di un sovrano asiatico in una collezione dedicata ai sovrani dell’Occidente. Il quadro è stato fino ad ora esposto nelle Gallerie degli Uffizi di Firenze, all’interno della serie dei “Serenissimi Principi” nel corridoio di Ponente, dedicata ai monarchi di ogni tempo e fortemente voluta dall’ex direttore Eike Schmidt.
L’opera può rappresentare l’emblema degli scambi artistici sino-italiani: difatti, si differenzia dagli altri ritratti dell’Imperatore Kangxi per l’uso di tecniche pittoriche italiane ed europee, come lo sfumato, già utilizzato da Leonardo per La Gioconda.
A Giovanni Gherardini sono stati attribuiti altri due ritratti dell’Imperatore Kangxi (1654–1722), uno di questi attualmente esposto al Museo del Palazzo di Pechino, che al contrario del ritratto di Firenze presenta grande semplicità nella resa dei lineamenti del viso, probabilmente dipinto dagli studenti di Gherardini.
Giovanni Gherardini nacque a Modena il 17 febbraio del 1655. Apprese l’arte della quadratura a Bologna, dove fu allievo del pittore Angelo Michele Colonna. Durante la sua permanenza in Francia, a Nevers, per la realizzazione di alcuni affreschi per la chiesa dei gesuiti, il pittore conobbe il gesuita Joachim Bouvet, che l’imperatore cinese Kangxi, il secondo imperatore della dinastia Qing, aveva inviato in Francia nel 1693 per reclutare altri gesuiti esperti nelle scienze per la missione di Pechino. Gherardini accettò la proposta e, insieme ad altri dieci compagni, si imbarcò sul vascello reale “Amphitrite” che il 1° marzo 1698 salpò da La Rochelle. Il 2 novembre la nave arrivò a Canton, e la delegazione francese venne ricevuta dai dignitari inviati dall’imperatore per scortare Bouvet e i suoi compagni sino alla capitale. Il pittore fu in servizio alla corte dei Qing dal 1699 al 1704.
Gherardini tornò a Parigi nel 1705, dove poté coronare il suo sogno di entrare a far parte della prestigiosa Accademia reale di pittura e scultura, anche se non vide mai il successo che gli fu promesso prima di imbarcarsi per il viaggio transoceanico.
L’Imperatore Kangxi fu un avido studioso e, appassionato ammiratore e promotore di tutte le arti, diede alla Cina del XVII e XVIII secolo un grande impulso artistico. Manifestò sempre grande interesse per la conoscenza e le tecnologie europee, e per approfondirle, chiamò a corte molti missionari gesuiti. Kangxi viene solitamente annoverato tra i più abili sovrani dell’Impero Cinese. Ha governato per 61 anni, assicurando alla Cina un lungo periodo di stabilità politica e prosperità economica. (aise)