“Informally Speaking. Una grammatica universale”: a Prato mezzo secolo di esperienze informali

PRATO\ aise\ - La Galleria Open Art di Prato ospita dal 14 dicembre e sino al 1° marzo 2025 “Informally Speaking. Una grammatica universale”, esposizione che presenta uno spaccato delle esperienze informali italiane ed internazionali, attraverso un arco temporale che abbraccia oltre mezzo secolo di storia, dagli anni Cinquanta del Novecento fino ai primi decenni del nuovo millennio.
La mostra è accompagnata da una monografia delle Edizioni Masso delle Fate (2024) curata da Mauro Stefanini con un testo critico di Maria Letizia Paiato.
Senza pretendere di coprire tutta la complessità del movimento, “Informally Speaking” si concentra su opere e personalità che riflettono le inquietudini dell’epoca, mettendo in evidenza anche la dimensione globale di una produzione che unisce esperienze culturali variegate.
Il percorso espositivo si sviluppa negli spazi della galleria con opere di Renata Boero, Alberto Burri, Rafael Canogar, Jean Dubuffet, Walter Fusi, Osvaldo Licini, Paolo Scheggi, Toti Scialoja, Norman Bluhm, James Brooks, Sam Francis, John Hultberg, Paul Jenkins, Conrad Marca-Relli, John Ferren, John Grillo, Roberto Matta, Fernando de Szyszlo, Ben Nicholson, Edouard Pignon, Gerard Ernest Schneider, Leopold Survage, Silvano Bozzolini, Eugenio Carmi, Achille Perilli, Bruno Querci, Elio Marchegiani, Mauro Reggiani, Jirí Kolár, Jacob Hashimoto.
Attraverso i dipinti esposti, spiega Maria Letizia Paiato, è possibile percepire “quell’invisibile linea fluida capace di restituire la complessità, ma anche l’unità di un panorama di esperienze internazionali. […] Trentuno nomi di caratura internazionale che fanno di Informally Speaking la mostra, fra quelle organizzate in spazi privati, più ricca e completa di questi ultimi anni”.
La Galleria Open Art, sin dalla sua fondazione, propone la produzione informale del secondo dopoguerra, rivolgendo inoltre la propria attenzione alle correnti artistiche nate e sviluppatesi tra gli anni ’50, ’60 e ’70 del XX secolo. Tra i principali artisti trattati vi sono nomi come Toti Scialoja, Gerard Schneider e Jirí Kolár, ai quali la Galleria dedica mostre che tendono a confermare anche l’attualità della loro pittura e del loro messaggio. Un particolare approfondimento è, infine, rivolto allo sviluppo dell’approccio gestuale e all’Espressionismo Astratto americano, ma anche alle proposte astratto-geometriche e al linguaggio del collage. (aise)