“La marcia dell’uomo” di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi entra a far parte della collezione del Centro Pecci di Prato

Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, La marcia dell'uomo, 2001. Installation view Pirelli HangarBicocca, 2012

PRATO\ aise\ - L’opera video “La marcia dell’uomo” di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi è entrata a far parte della collezione del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato grazie alla vincita del bando ministeriale PAC 2024 - Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
“La marcia dell’uomo” è stata presentata per la prima volta alla 49. Mostra Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, curata da Harald Szeemann nel 2001, ed è stato oggetto di un’ampia installazione all’Hangar Bicocca in occasione della mostra monografica dei due artisti del 2012.
L’installazione video, disposta spazialmente su tre grandi schermi, ha come oggetto le repressioni culturali e i grandi rimossi della storia, come il colonialismo italiano in Africa. Ispirata a riprese realizzate in Africa tra la fine dell’800 e gli anni ‘60 del ‘900, quest’opera racconta di uno sguardo europeo sul Continente africano intriso di pregiudizio e disprezzo, quando non di esplicita violenza.
La presentazione dell’opera video all’interno degli spazi del Centro Pecci sino al 14 settembre darà vita a una suggestiva esperienza dello spazio ridisegnato dalle immagini: camminando lungo la sequenza dei tre schermi si attraversa la storia dell’uomo grazie ad un viaggio immersivo in tre tempi, dalla fine dell’Ottocento con il primo schermo, agli anni Venti con il secondo e infine gli anni Sessanta con il terzo.
Una rassegna video si svolge contestualmente alla mostra presso il cinema del centro e permette un approfondimento dei temi affrontati da Gianikian e Ricci Lucchi nelle loro opere: la violenza coloniale, le grandi guerre, l’esilio, le migrazioni dei popoli, tematiche che risuonano con forza nel contesto socio-politico odierno.
Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, attraverso la loro capacità di testimonianza e re-intepretazione, affrontano i grandi temi della storia del XX e del XXI secolo, raccontandoli con una prospettiva strettamente attuale, secondo lo sguardo di quanti sono stati esclusi del racconto dominante.
Yervant Gianikian (Merano, 1942), di origine armena, ha studiato architettura a Venezia e oggi vive a Milano; Angela Ricci Lucchi (Lugo di Romagna, 1942 – Milano, 2018) ha studiato pittura in Austria con Oskar Kokoschka. Trasferitisi entrambi a Milano, utilizzano il cinema per una riflessione sull’uso delle immagini e sulla loro intrinseca ambivalenza. Dalla metà degli anni Settanta iniziano una ricerca sperimentale con produzioni indipendenti che includono le proiezioni-performance di “film profumati” e, in seguito, la rielaborazione artigianale, tra viraggi, ralenti e combinazioni di montaggio, di materiale d’archivio. Al loro lavoro sono state dedicate retrospettive e rassegne in tutto il mondo tra cui il Moma di New York, la Cinémathèque Française e il Centre Pompidou di Parigi, la Galerie nationale du Jeu de Paume e la Tate Modern di Londra. Nel 2015 hanno ricevuto il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia per la loro partecipazione al Padiglione Armeno.
Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato apre nel 1988, primo museo di arte contemporanea in Italia a essere costruito appositamente. Progettato dall’architetto Italo Gamberini, dal 2016 grazie alla nuova ala costruita dall’architetto Maurice Nio ha aumentato i propri spazi. Il Centro Pecci dal 2023 ha parte delle sue collezioni esposte in modo permanente grazie al progetto di display firmato da Formafantasma. Il complesso ospita 3000 metri quadri di spazio espositivo; il cinema; l’arena esterna; la biblioteca; l’archivio; l’urban center; il bookshop; Cargo bistrot; il ristorante MYO; tre laboratori educativi e un playground. Negli anni, Centro Pecci ha organizzato mostre monografiche di artisti come Robert Mapplethorpe, Gerhard Richter, Lucio Fontana, Alberto Burri, e Yves Klein. Di recente, ha ospitato la più grande mostra istituzionale di Diego Marcon pensata appositamente per gli spazi del Centro, la mostra monografica dedicata a Chiara Fumai, la mostra di Massimo Bartolini, artista del Padiglione Italia alla 60. Biennale d’arte di Venezia e la prima mostra italiana di Yu Ji. Un programma di incontri live che spaziano dalle presentazioni di libri, alle Centro Pecci School e alle Centro Pecci Night, consentono insieme alle mostre e ai progetti del dipartimento educativo di creare un ambiente inclusivo e accogliete, per sviluppare nuove idee e presentare pratiche di avanguardia. (aise)