“L’immagine dell’empresente”: a Tokyo il Sud Italia negli scatti di Fosco Maraini
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TOKYO\ aise\ - Fosco Maraini rivive a Tokyo con le sue fotografie. Da martedì 4 marzo a lunedì 19 maggio la Sala Esposizioni dell’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo ospiterà la mostra “L’immagine dell’empresente. Il Sud Italia nella fotografia di Fosco Maraini. 1946-1956”, promossa e organizzata in collaborazione con la Fondazione Culture e Musei e il Museo delle Culture di Lugano. L’esposizione vanta inoltre il contributo della Fondazione Alinari per la Fotografia di Firenze, della Fondazione Primo Conti di Fiesole, del Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux di Firenze e dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione di Roma.
Curata da Francesco Paolo Campione con il coordinamento generale di Moira Luraschi e il progetto di allestimento di Marta Santi, la mostra presenterà al pubblico giapponese alcune delle sezioni più suggestive di una grande retrospettiva sulla fotografia di Maraini organizzata a 20 anni dalla sua scomparsa, ospitata dal MUSEC di Lugano, frutto di una ricerca che ha coinvolto sin dall’inizio le principali istituzioni che ne conservano e valorizzano l’opera.
Le fotografie, per usare un neologismo inventato da Maraini stesso, sono immagini “carpite all’empresente”. Immagini, cioè, colte in quell’attimo irripetibile in cui all’occhio è dato percepire le movenze del cuore e dell’anima.
Le tre sezioni presenti a Tokyo si concentrano sulle fotografie scattate da Maraini in Sud Italia e si dividono in “Le nuvole”, “Nostro Sud”, “I mosaici di Monreale”, per un totale di 58 opere.
Le nuvole
Maraini subì intimamente la fascinazione delle nuvole. Fu un amore infantile, nato nella luce diafana della campagna toscana e coltivato e accresciuto ovunque nel corso della vita. Un amore che si manifesta nelle sue foto sul tema: nuvole come un interminabile spettacolo che va in scena quotidianamente, o come scenario delle sue fotografie, ma anche come rappresentazione intenzionale dell’universo “nimbologico” come capitolo a sé, come soggetto dotato di una specifica autonomia. Infine, le nuvole come genere letterario.
Nostro Sud
Il grande successo internazionale di Segreto Tibet, il libro che raccontò i viaggi di Maraini nel Paese delle Nevi, spinse l’editore Diego De Donato (1929-2019) a progettare una larga ricognizione fotografica nel Meridione d’Italia. Fra il 1952 e il 1953, insieme a De Donato, Maraini attraversò in lungo e in largo l’Italia meridionale, costituendo un archivio di circa 2.500 immagini cui furono in seguito aggregate le fotografie fatte in Sicilia dal 1946 e altre scattate in Sardegna, nel Lazio e nelle Marche nel corso dei viaggi personali di quegli anni. Il progetto voleva innanzitutto denunciare l’arretratezza delle condizioni sociali, che richiedeva un urgente intervento a favore del Mezzogiorno. Per Maraini, invece, l’interesse preminente fu di ritrarre gli uomini, le donne e i bambini al centro della loro cultura e della loro storia, di entrare nella loro vita per rivelarne i sentimenti, le emozioni e la bellezza ineffabile che derivava da una segreta armonia con il paesaggio.
I mosaici di Monreale
Nel marzo 1951, il Dumbarton Oaks Center for Byzantine Studies di Washington affidò a Maraini l’incarico di svolgere un ampio censimento fotografico dei mosaici normanni di Sicilia. Condotto sotto la direzione scientifica di Ernst Kitzinger (1912-2003), celebre storico dell’arte bizantina, il lavoro consistette nella realizzazione di due distinti generi di immagini: gli scorci degli interni degli edifici e il rilievo filologico delle scene e delle figure degli apparati musivi. Oggetto del censimento furono il Duomo di Monreale, nel quale furono scattate più di metà delle fotografie, e a Palermo la Chiesa della Martorana, la Cappella Palatina e la Stanza di Ruggero al Palazzo dei Normanni.
L’inaugurazione della mostra si terrà mercoledì 5 marzo, alle ore 19.00, con un intervento del curatore Francesco Paolo Campione.
Venerdì 7 marzo, alle ore 16.00, Moira Luraschi, responsabile delle collezioni giapponesi e del fondo fotografico della Scuola di Yokohama presso il MUSEC, terrà una visita guidata della mostra in lingua italiana con traduzione consecutiva in giapponese.
Fosco Maraini (Firenze, 1912-2004) fu un antropologo, fotografo, scrittore e alpinista italiano. Dopo un’infanzia trascorsa a Firenze e frequenti viaggi, si laureò in Scienze Naturali nel 1937 e partecipò a una spedizione in Tibet con Giuseppe Tucci, avvicinandosi al mondo dell’etnologia. Trasferitosi successivamente in Giappone, studiò l’arte e la cultura degli Ainu, pubblicando nel 1942 una delle prime monografie sull’antropologia dell’arte. Durante la Seconda Guerra Mondiale, rifiutò di aderire alla Repubblica di Salò e fu internato con la famiglia in un campo di concentramento a Nagoya. Nel dopoguerra, tornò a Firenze e intraprese nuovi viaggi in Italia e Asia, dedicandosi alla fotografia e al documentarismo. Pubblicò opere fondamentali come Segreto Tibet e Ore giapponesi. Negli anni ’50 esplorò il Medio Oriente e gli Stati Uniti, lavorando su reportage fotografici e collaborando con case cinematografiche per documentari e film. La sua passione per l’alpinismo lo portò a partecipare a spedizioni sul Gasherbrum IV e nel Karakorum, raccontate nei classici Gasherbrum 4° e Paropàmiso.
Negli anni ’60 lavorò come fellow a Oxford e compì un lungo viaggio in Asia, documentato nel volume Incontro con l’Asia. Tornò in Giappone come redattore e direttore di pubbliche relazioni per eventi internazionali, come l’Esposizione Universale di Osaka e le Olimpiadi invernali di Sapporo. Nel 1972 rientrò in Italia, dove insegnò Lingua e Letteratura giapponese all’Università di Firenze fino al 1983 e fondò l’Aistugia, dedicandosi alla promozione degli studi giapponesi.
Negli ultimi anni si concentrò sul riordino del suo vasto archivio, oggi conservato al Gabinetto Vieusseux di Firenze. Nel 2001 fondò il Centro di Studi Orientali Vieusseux-Asia.
Morì a Firenze nel 2004, lasciando un’eredità culturale che spazia dalla ricerca etnografica alla fotografia, dall’alpinismo alla filosofia del viaggio. (aise)