L’Italia al Ras Al Khaimah Art Festival 2025 di Abu Dhabi
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ABU DHABI\ aise\ - Il 31 gennaio scorso, sullo sfondo storico dell’Al Jazeera Al Hamra Heritage Village, ha avuto luogo la serata di apertura del 13° Festival dell’Arte di Ras Al Khaimah: una vetrina di arte e cultura, con opere di artisti locali e internazionali, selezionati da un comitato scientifico presieduto dal curatore svizzero Alfio Tommasini.
Il festival vuole celebrare il potere della creatività, collegare le comunità e ispirare il dialogo. Una rassegna indimenticabile che celebra il ricco patrimonio e la visione artistica di Ras Al Khaimah.
Durante tutto il mese di febbraio, i visitatori avranno l’opportunità di immergersi in un universo unico, dove svariate opere d’arte saranno installate all’interno dello storico villaggio, capaci di dialogare in un ambiente che celebra la memoria e la storia in tutte le sue sfaccettature. Rifacendosi ad una frase di Oscar Wilde “La memoria è un diario che tutti portiamo con noi”, 200 artisti locali ed internazionali sono stati invitati a partecipare, per esplorare e condividere i loro ricordi e la loro memoria.
Tra gli artisti italiani partecipanti figura Mauro Curti, le cui opere fotografiche sono state selezionate per il progetto Riturnè, avviato nel 2023 e ispirato al ritorno alla sua terra natale, la Provincia di Cuneo. La sua partecipazione è resa possibile grazie al prezioso sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura di Abu Dhabi.
Le sue immagini esplorano il legame tra uomo e terra, i conflitti interiori, il concetto di famiglia e appartenenza. Attraverso questi scatti, l’artista cerca di “congelare” frammenti di memoria prima che vadano perduti, documentando una realtà che sta diventando storia.
Il progetto rappresenta un viaggio personale e simbolico verso le radici, affrontando temi come memoria, assenza e ritorno alle proprie origini. Dopo anni trascorsi all’estero, Curti sente la necessità di ristabilire una connessione con il luogo in cui è cresciuto, esplorando il significato del ritorno e l’importanza di preservare ricordi ed esperienze legati alla propria terra.
Ad Abu Dhabi anche Alessandra Calò, selezionata con una serie di immagini del suo progetto fotografico NDT – No Destructive Testing, che indaga la propria storia familiare attraverso due distinte eredità, un archivio fotografico e uno radiografico. Da qui nasce il titolo dell’opera, ovvero la dicitura apposta sulle lastre radiografiche, per indicare che il metodo non ha alterato l’oggetto e che la necessità di indagare non ha pregiudicato l’integrità del corpo.
Riportata sul piano della genealogia familiare, la metafora descrive l’approccio dell’artista che non intende modificare il decorso delle storie personali ma in qualche modo osservarle, attraversarle quasi in controluce, ricordando le proprie radici prima di proiettarsi verso il futuro. (aise)