L’Open Sound Festival torna in Basilicata

MATERA\ aise\ - Un festival che coltiva il proprio ecosistema nel tempo: tra memoria e futuro, tra ricerca e comunità, tra il locale e il globale. La VII edizione di Open Sound Festival torna in Basilicata in un periodo inedito per il progetto con due fine settimana destagionalizzati a dicembre: dal 19 al 20 in diversi luoghi simbolo di Matera e il 27 e 28 al Castello del Malconsiglio a Miglionico, alle porte della Città dei Sassi.
Dalle esplorazioni A/V di Kode9 e di Katatonic Silentio & Lorem a figure di riferimento della ricerca ritmica ed elettronica internazionale come Valentina Magaletti, Upsammy e Loefah, dai paesaggi sonori di Post Nebbia, Mai Mai Mai e Gaia Banfi, alla fusione tra radici mediterranee e visione contemporanea di Bassolino e Alfio Antico, fino alla performance originale OSA 2.5 “The Plot” live A/V presentata da Studio Gleba (progetto del collettivo Fayda.exe) con la curatela di Alioscia Bisceglia.
Questo il programma musicale completo del festival - prodotto e organizzato da Multietnica in collaborazione con Music Innovation Hub, con la quale si rinnova e rafforza la partnership attiva dalla prima edizione - che si arricchisce di un programma culturale in arrivo con talk, proiezioni e panel sui temi del suono, della memoria e della collettività come forza rigenerativa.
Open Sound, nella sua edizione invernale, diventa così un’occasione di connessione e relazione, che mette al centro, fuori dalla consueta stagione dei festival, la musica come linguaggio comune, l’ascolto come esperienza condivisa, il movimento e il ballo come pratica di comunità, svelando aspetti sconosciuti di luoghi già noti o facendone scoprire di nuovi, in una delle aree più affascinanti e misteriose del Sud Italia.
“Una dichiarazione d’intenti e un invito: Open Sound Festival 2025 — from the Echo-System è un ecosistema dove nulla esiste da solo. Ogni suono trova la propria forma solo quando incontra uno spazio che lo accoglie, una comunità che lo ascolta, un territorio che lo riflette. L’eco diventa così la misura del nostro stare al mondo, una responsabilità condivisa, un gesto di cura verso ciò che si propaga”, racconta Nico Ferri, direttore generale del progetto. “Agire from the echo-system significa riconoscere questa interdipendenza e farne pratica quotidiana: costruire modelli culturali nei quali la collettività sia un atto necessario, una forma di ritualità che si manifesta nell’energia che nasce quando il suono diventa esperienza comune”, aggiunge Dino Lupelli, project development Open Sound Festival 2025.
Il programma musicale, come da identità di Open Sound, si fonda sull’incontro fra tradizione e avanguardia, linguaggi e generazioni. Il primo fine settimana vede al centro l’ascolto come pratica sensibile e collettiva che anima gli spazi iconici della città di Matera: Sassi, ipogei, Auditorium. Il secondo, invece, grazie a un sound system trasforma l’architettura storica del Castello del Malconsiglio di Miglionico in un corpo risonante attorno al quale vibrare per ritrovare il concetto di comunità come valore cruciale e necessario.
Si comincia a Matera venerdì 19 dicembre alle 23.00, inaugurando il festival con lo sguardo rivolto alle origini e alla tradizione: le pareti rocciose del Thyme, nel cuore del Sasso Barisano, accoglieranno infatti, come opening act, Alfio Antico e i suoi arcaici tamburi - che hanno dialogato in musica con De André, Lucio Dalla, Vinicio Capossela, Carmen Consoli, Colapesce - con i quali l’artista siciliano crea combinazioni sonore inaspettate. A seguire il dj set di Bassolino, pianista, compositore e produttore napoletano che col suo trascinante groove si sta facendo notare nella nuova scena jazz/elettronica.
Sabato 20 dicembre alle 11:00 nell'Aula Magna dell'Ateneo di Bari, il primo appuntamento del programma culturale: il Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione organizza l’incontro, a cura di Open Sound Festival, Stando nelle basse frequenze, tra archivi sonori e carne elettronica che vede Claudia Attimonelli, Docente del corso di Media, Cultura Visuale e Sound Studies in dialogo con l’atteso headliner di questa edizione invernale, Steve Goodman aka Kode9, una delle figure più influenti e concettualmente complesse del paesaggio sonoro contemporaneo. Con i saluti del magnifico rettore Roberto Bellotti, una collaborazione preziosa tra il festival e Uniba, che per l’occasione aprirà in via straordinaria i suoi spazi per gli eventi.
Alle 21.00, il fondatore dell’etichetta Hyperdub, punto di riferimento assoluto per l’avanguardia elettronica, Kode9, torna protagonista questa volta sul palco dell’Auditorium R. Gervasio di Matera, con il suo live A/V Escapology: un’esperienza tanto cerebrale quanto fisica, capace di trascendere la dimensione del dancefloor. A seguire subwoofer, fumo e luci strobo trasformano l’Auditorium in un laboratorio percettivo con la première italiana di Circled Dot, lo show A/V di Katatonic Silentio & Lorem curato per Open Sound: una performance polistrumentale, meditativa e travolgente. Dalle 23.45 la notte è al Thyme con Strada che porta nei suoi dj set l'eredità del noto filone che lega il Sud Italia alla dub–dancehall–bass music. Infine, per il format Open Sound invites - nel quale il festival racchiude le sue collaborazioni con Fayda.exe, CRX Festival e altre realtà e associazioni indipendenti -, l’hub creativo Clay e il collettivo Into the rabbit Hole presentano rispettivamente i djset di Giusss e Matteo.
A Eco Verticale, domenica 21 dicembre dalle 19.00, spazio a progetti fortemente legati alle influenze del Mediterraneo e alle radici: quello della siciliana Nima e, successivamente, Mai Mai Mai con la performance AV Mediterranean Hauntology che indaga l’intersezione tra folklore, spiritualità e cultura popolare, tra riti pagani e cattolici, tradizioni musicali antiche e trasformazioni del presente. L’artista presenterà anche alcune anticipazioni dal nuovo album Karakoz (Maple Death, 2026), registrato in Palestina nel 2024 tra Betlemme e Ramallah. Dalle 21.00 ci si sposta a Casa Cava con il mix tra pop, canzone d’autore ed elettronica di Gaia Banfi che porta sul palco il suo disco-rivelazione La Maccaia e il suo timbro arioso, intrecciato a influenze elettroniche e suoni distorti, trasformando la voce in uno strumento di produzione sonora. E i Post Nebbia con Pista Nera, il loro ultimo album, un racconto del presente che dà voce alle nostre inquietudini con sonorità cupe e taglienti, specchio del declino che attraversa il nostro tempo. Infine il live A/V concepito a Matera ma dal respiro internazionale di Federico Nitti e Luca Spagnoletti.
Sabato 27 dicembre dalle 21.00 per il secondo fine settimana, al Castello del Malconsiglio di Miglionico, tocca Valentina Magaletti, la batterista più in vista della scena sperimentale degli ultimi anni. Grazie al suo lavoro, il ruolo del batterista è diventato sempre più fonte d’ispirazione soprattutto in contesti elettronici innovativi. Impossibile da incasellare in un genere, il suo percorso l’ha portata dall’underground più sotterraneo ai palcoscenici più importanti del mondo. In lineup, poi, la producer e DJ upsammy che con le sue residenze su NTS Radio e al Garage Noord di Amsterdam è una delle voci più influenti dell’elettronica contemporanea, capace di attraversare l’elettronica più trippy e le dimensioni più sperimentali di drum and bass e techno. Divide il palco con loro Ortensio per Open Sound invites CRX Festival, di cui è stage manager e resident dj.
Domenica 28 dicembre parte alle 21.00 l’ultima serata intitolata Bass Conspirancy prendendo spunto dalle sonorità che la domineranno e dalla vicenda nota come “La congiura dei Baroni” (1485), ordita proprio nel Castello di Miglionico, da cui trae ispirazione la performance originale OSA che, come in ogni edizione, arriva sul palco di Open Sound Festival. Per il 2025 a firmarla è Studio Gleba - progetto di Fayda.exe, giovane collettivo multidisciplinare lucano tra i più interessanti del Sud Italia - che presenta OSA 2.5 “The Plot”live A/V, commissionata da OSA - Open Sound Academy e pensata insieme ad Alioscia Bisceglia che ne segue la curatela artistica: sample musicali della tradizione medievale lucana si mixano con feedback no input e sequenze dubstep in un intreccio tra ricerca storica, suono e immaginario contadino. Sempre da Fayda.exe, il set di Atra Bilis che fa risuonare nel castello le sue vibrazioni cupe e i suoi bassi martellanti. E infine l’imperdibile closing act del festival, uno dei padri della dubstep nonché tra gli ultimi veri pionieri della dance britannica, Loefah. Fondatore e “big boss” dell’iconica etichetta Swamp 81 e co-fondatore della leggendaria DMZ, chiuderà il sipario su Open Sound con le sue inconfondibili atmosfere minimali e oscure.
Fino al 21 dicembre, inoltre, presso Eco Verticale a Matera, è visitabile “Four to the Dirt”, la mostra fotografica curata da Mirko Ostuni e inaugurata in occasione della preview del festival. Un percorso per riflettere su come l’esperienza della celebrazione collettiva, nella società postmoderna, si sia trasformata: dai rituali tradizionali come la pizzica salentina fino ai fenomeni contemporanei del raving e della sound system culture. Dalla mostra è nato un libro realizzato con il sostegno di Open Sound e edito da Dito Publishing acquistabile in occasione delle date del festival.
Alla settima edizione, un progetto che conferma, così, la propria natura di piattaforma culturale che vuole spostare le coordinate della musica a Sud dove la cultura non vuole essere consumo né rappresentazione, ma una trama di scambi e risposte, un corpo in movimento che riflette, amplifica, rigenera. Open Sound come un laboratorio di comunità, ricerca e visione che nasce in Basilicata, contempla il Mediterraneo e dialoga con partner nazionali e avanguardie musicali internazionali facendo del suono una pratica di resistenza e condivisione, per immaginare nuovi scenari dell’agire contemporaneo. (aise)