Nasce a Torino la Fondazione Giorgio Griffa

TORINO\ aise\ - Nei giorni scorsi ha aperto le porte al pubblico nella città di Torino una nuova fondazione dedicata all’arte del nostro tempo e a un grande protagonista della scena artistica italiana: la Fondazione Giorgio Griffa è la nuova istituzione culturale dedicata alla conservazione e valorizzazione dell’opera di Giorgio Griffa e alla promozione dell’espressione artistica contemporanea. La Fondazione è stata inaugura il 24 ottobre scorso, a ridosso della grande settimana dell’arte torinese, negli spazi dell’ex edificio industriale Michelin in Via Oropa 28.
Nata nel 2023 per volontà dell’artista Giorgio Griffa, la Fondazione si pone come luogo di incontro tra artisti, curatori e appassionati d’arte. Focalizzandosi sul rapporto attivo tra opera d’arte e pubblico, l’istituzione mira a trasformarsi in un luogo vitale e in uno spazio culturale dinamico, dove l’arte può essere vissuta, studiata, esplorata e interpretata.
La proposta culturale della Fondazione Giorgio Griffa prevede una programmazione espositiva che alterna affondi nella produzione di Giorgio Griffa e mostre speciali realizzate insieme a curatori invitati a relazionarsi con l’opera dell’artista. Parte integrante degli obiettivi dell’istituzione è lo sviluppo di progetti editoriali ed educativi, concepiti con l’obiettivo di coinvolgere il pubblico in un dialogo attivo con l’opera e promuovere la cultura artistica tra le nuove generazioni.
L’edificio storico che ospita la Fondazione è un complesso architettonico dei primi del Novecento situato nel quartiere Vanchiglietta di Torino. Costruito nel 1916 e destinato a lanificio, parzialmente bombardato nella Seconda Guerra Mondiale, l’edificio viene ricostruito da Michelin negli anni Cinquanta e convertito alle attività di gestione e stoccaggio pneumatici. La struttura rimane attiva fino agli anni Ottanta, per poi essere acquistata nel 1989 da un consorzio di artigiani, artisti e costruttori che lo trasformano in un centro creativo e culturale.
I primi artisti a insediare i propri studi nell’edificio sono Marco Gastini, Gilberto Zorio e Luigi Mainolfi, seguiti, all’inizio degli anni 2000, da Giorgio Griffa, Grazia Toderi e Nunzio e successivamente da Elisa Sighicelli.
Lo spazio espositivo, di circa 200 metri quadri, è situato al piano terra e dialoga con gli altri spazi nell’edificio che ospitano l’Archivio Giorgio Griffa.
L’Archivio è il cuore pulsante della Fondazione e nasce per documentare e conservare oltre 50 anni di produzione dell’artista Giorgio Griffa, trasformandosi in una risorsa per curatori, studio ed appassionati e fornendo fonti per lo sviluppo di nuove ricerche e interpretazioni in dialogo costante con la contemporaneità.
La Fondazione Giorgio Griffa ha inaugurato la propria attività con la mostra collettiva “Inside”, aperta al pubblico sino al 28 novembre, a cura di Sébastien Delot. L’esposizione coinvolge i lavori di sette artisti di rilevanza internazionale che da anni lavorano nell’edificio dove ha sede la Fondazione: Marco Gastini, Giorgio Griffa, Luigi Mainolfi, Nunzio, Elisa Sighicelli, Grazia Toderi e Gilberto Zorio.
Il percorso espositivo è pensato per puntare i riflettori sulla relazione tra spazio, tempo e materia come tema centrale delle opere degli artisti coinvolti. Tra esplorazioni spaziali e materiche, da disegno e pittura a scultura e fotografia, la mostra coinvolge opere che attraversano decenni della storia dell’arte contemporanea. Un video di circa 30 minuti presente in mostra racconta tutte le fasi che hanno portato all’apertura di questa prima esposizione collettiva.
Attingendo alla storia del luogo, testimone diretto della creatività torinese, la Fondazione realizza uno spazio contemporaneo aperto alle idee e agli scambi, promuovendo il confronto tra artisti, curatori e pubblico.
Gli artisti
Marco Gastini (Torino, 1938-2018) diplomato all'Accademia Albertina di Torino, ha esplorato la pittura come spazio vivo che va oltre la tela e la bidimensionalità, utilizzando materiali eterogenei quali vetro, legno e metallo. Ha partecipato alla Biennale di Venezia nel ‘76 e nell’82. Le sue opere sono state esposte in importanti musei e gallerie internazionali, tra cui la Städtische Galerie im Lenbachhaus di Monaco, la GAM di Torino, la Galleria Civica di Trento, l'Orangerie im Schlosspark Belvedere di Weimar, il CAMeC di La Spezia, la Kunsthalle di Göppingen, e il MAMbo di Bologna.
Giorgio Griffa (Torino, 1936) è noto per la sua pittura di colori ad acqua e segni “della mano di tutti” su tele libere, non preparate e dipinte a terra, espressione delle conoscenze del suo tempo e di un mondo in continuo cambiamento. Dal 1968, Griffa esplora in cicli di lavoro paralleli le relazioni tra tempo, spazio, memoria e materia. Molte le sue mostre personali e collettive internazionali importanti, dalla Biennale di Venezia nel ‘78, ‘80 e 2017, a Prospect ‘69 e ‘73 alla Biennale di San Paolo nel ‘77 e nel 2021. Le sue opere sono presenti in prestigiose collezioni, dalla Tate Modern di Londra al Centre Pompidou di Parigi, e in numerosi musei italiani e stranieri, tra cui Serralves a Porto, MUDAM in Lussemburgo, LAM a Lille, Castello di Rivoli e GAM a Torino.
Luigi Mainolfi (Rotondi, 1948) ha iniziato la sua carriera negli anni '70: dopo aver studiato all'Accademia di Belle Arti di Napoli, si trasferisce a Torino, dove si unisce alla vivace scena artistica della città. La sua produzione si concentra principalmente sulla scultura e utilizza materiali naturali come terracotta, bronzo, legno e pietra lavica. Mainolfi sviluppa un linguaggio personale che combina riferimenti alla cultura popolare e una dimensione fantastica e zoomorfa, con richiami al mondo mitologico e arcaico. Ha esposto in numerose mostre internazionali, tra cui la Biennale di San Paolo, Documenta 7 a Kassel e la Biennale di Venezia.
Nunzio (Cagnano Amiterno, 1954) è noto per le sue sculture in legno e piombo. Le sue opere esplorano le possibilità formali di questi materiali in relazione alla luce e allo spazio. Dopo aver studiato all'Accademia di Belle Arti di Roma con Toti Scialoja, nel 1973 stabilisce il suo studio nel Pastificio Cerere a Roma, diventando una figura centrale del movimento artistico di San Lorenzo. A partire da fine anni ‘70 sono molte le sue mostre personali importanti in gallerie e musei, tra cui un’antologica al MACRO nel 2005, nonché le collettive internazionali, tra cui la Biennale di Venezia nell’86 (Premio 2000 miglior giovane artista) nel ‘93 e nel ‘95 (sezione personale e Menzione d’Onore). Oggi vive e lavora tra Roma e Torino.
Elisa Sighicelli (Torino, 1968) attraverso un uso innovativo della fotografia, esplora la materialità e la percezione delle immagini, spesso attraverso installazioni e progetti specifici legati ai contesti espositivi. La sua pratica artistica si concentra sull’isolare e trasfigurare dettagli della realtà come mezzo per rinnovare il nostro sguardo. Oltre alle numerose personali in gallerie in tutto il mondo, ha esposto in molte mostre in istituzioni internazionali, tra cui Castello di Rivoli e GAM di Torino, LACMA di Los Angeles, Brooklyn Museum di New York e l’ICA di Londra, Museo d'Arte Contemporanea di Sydney e Fondazione Salomon in Francia.
Grazia Toderi (Padova, 1963) è conosciuta per le sue proiezioni video e installazioni. Dopo aver studiato all'Accademia di Belle Arti di Bologna, ha iniziato a lavorare negli anni '90, esplorando temi legati all'immagine urbana e all'esperienza collettiva. Le sue opere spesso utilizzano visioni aeree in cui l’artista riflette sulla relazione tra cielo e terra, ispirata da autori come Italo Calvino. Ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 1993 e ricevuto il Leone d'Oro nel 1999. I suoi lavori sono presenti in grandi collezioni come quelle del Castello di Rivoli e del MAXXI di Roma.
Gilberto Zorio (Andorno Micca, 1944) è uno degli artisti principali del movimento Arte Povera. La sua opera esplora la trasformazione alchemica dei materiali, utilizzando elementi come eternit, ferro, rame, vetro e gomma per creare installazioni dinamiche che cambiano nel tempo. Le sue opere includono simboli arcaici, come la stella a cinque punte e la canoa, e spesso coinvolgono reazioni chimiche e fisiche che trasformano lo spazio e i materiali. Zorio ha partecipato a numerose mostre internazionali, tra cui più edizioni della Biennale di Venezia e Documenta a Kassel. Le sue opere sono esposte in istituzioni come il Centre Pompidou di Parigi e il MoMA di New York. (aise)