“Pirogenia. Folla e demoni”: a Bologna la prima mostra in Italia del lituano Kipras Dubauskas

BOLOGNA\ aise\ - “Kipras Dubauskas. Pirogenia. Folla e demoni” – fino all’11 gennaio al MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna del Settore Musei Civici del Comune di Bologna – è la prima esposizione personale dell’artista lituano presso un’istituzione museale italiana, un progetto di NOS Visual Arts Production a cura di Elisa Del Prete e Andrea Pastore.
La mostra rientra nel programma Cultura Lituana in Italia 2025-2026, realizzato dall'Istituto di Cultura Lituano di Roma e dall'Ambasciata della Repubblica di Lituania in Italia, è sostenuta da Lithuanian Council for Culture, è stata resa possibile grazie alla collaborazione di Meno Parkas Gallery, Fondazione Home Movies - Archivio Nazionale del Film di Famiglia e Canali di Bologna ed è stata pensata per gli spazi della Project Room del MAMbo.
“La Project Room del MAMbo è lo spazio che dedichiamo a progetti capaci di interrogare il territorio con sguardi esterni e inediti – spiega Lorenzo Balbi, direttore del MAMbo - Con la ricerca di Kipras Dubauskas, la Bologna delle Acque diventa protagonista di una riflessione attuale e necessaria, soprattutto alla luce delle recenti alluvioni che hanno reso ancora più urgente ripensare il nostro rapporto con l’ambiente e con i suoi elementi naturali. La mostra è il risultato di una collaborazione corale con enti e associazioni del territorio e testimonia la vocazione del museo a sostenere la produzione culturale di nuove opere che parlino al presente e ci aiutino a immaginare nuovi futuri”.
La mostra è costituita da una grande installazione, un diorama immersivo che ruota attorno a Firestarter (2024, 15’), film in 16mm cui l’artista ha lavorato a partire dal 2021 nel corso di una residenza di ricerca a Bologna su invito di NOS e MAMbo.
Girato tra Italia e Lituania, il film è il terzo capitolo di una trilogia nata durante il periodo della pandemia da Covid-19 in cui l’artista ha esplorato la natura e l’estetica del soccorso nella nostra società. Le vie di fuga dell’architettura urbana, come le prospettive dei portici bolognesi e i canali sotterranei, sono per l’artista l’ambientazione di una narrazione tra deriva urbana e rituali salvifici che mette al centro il tema del fuoco.
In questa parabola contemporanea, il fuoco, o meglio i fuochi, diventano metafora delle crisi in corso su cui la società moderna dibatte, senza trovare una via salvifica condivisa. Dopo i primi due capitoli della trilogia del “soccorso” dedicati alle vie di fuga di terra e di acqua, Firestarter esplora l’elemento del fuoco proponendo una rivisitazione moderna della storia di Sant'Antonio Abate, una figura, ricorrente nella storia dell'arte, che porta luce, calore e prosperità al genere umano e garantisce salvezza agli animali.
“Pirogenia - osserva la co-curatrice Elisa Del Prete riferendosi al titolo della mostra - è la stirpe che abita oggi il tempo del fuoco, riesumando buone pratiche di antica discendenza, ma al tempo stesso sviluppando adattamento a una condizione di combustione tossica divenuta virale. Lo storico britannico Stephen J. Pyne lo definisce Pirocene, un tempo in cui il possesso del fuoco, originariamente salvifico, così come lo è nella storia di Sant’Antonio, è diventato uno strumento per “cucinare” il pianeta. Kipras Dubauskas denuncia da un lato il divampare senza controllo di fuochi che sono le crisi in atto, non solo ambientali, dall’altro l’assopimento di una stirpe che ha perso punti di riferimento per dare ascolto a chi alza la voce stando dietro una maschera”.
La suggestiva installazione allestita nella Project Room guida il pubblico in un mondo alla deriva. Oggetti di scena, casette, mobili di fortuna, un gabbiotto da cantiere, un camion dei vigili del fuoco dato alle fiamme sono le architetture di una condizione di allerta. Dalla penombra emergono sculture, disegni, collage e piccole opere nascoste di artiste e artisti con cui Kipras Dubauskas collabora, come fossero puntelli rimasti di un’epoca passata. L’arte mostra la sua natura corale quando si sviluppa attraverso una contaminazione di pensiero, di estetica ed esperienza.
Formatosi come scultore, Dubauskas prosegue il suo percorso artistico con la street art e i graffiti alimentandosi del senso di fare collettivo. L’attraversamento di luoghi ai margini, di interstizi urbani, sottosuoli e infrastrutture abbandonate, di ciò che resta nascosto, o meglio di ciò che la società non ama rendere visibile o di cui non vuole occuparsi, nutrono la sua pratica situata. Da qui anche l’utilizzo della pellicola come strumento sulla cui superficie l’immagine può trasformarsi rispetto a quella che percepisce l’occhio, tramite inceppamenti, sovraesposizioni, bruciature e fuori fuoco.
Dubauskas, così come il direttore della fotografia del film Eitvydas Doškus vincitore di numerosi premi di cinematografia, si inserisce in quella scena di artisti e attivisti lituani che attingono a pratiche urbane di riappropriazione dello spazio pubblico e a un filone di autori di “home movies” in pellicola (si pensi alle sperimentazioni di Jonas Mekas) che contribuiscono a rinnovare.
Firestarter prende forma in un lungo processo di esplorazione che dalle zone industriali di Vilnius si spinge a più riprese nelle viscere di Bologna, ma non solo. Al melange filmico l’artista giunge intrecciando al girato originale filmati in stop-motion e materiali d’archivio appartenenti a una collezione di pellicole di esercitazioni di inizio Novecento provenienti dalla stazione londinese dei Vigili del Fuoco di Lambeth.
A Bologna la narrazione si dipana tra gli spazi industriali di DumBO, i lunghi portici di via Saragozza, il quartiere Pilastro e il canale Navile, con un’incursione a Macerata Campania (CE) per la festa tradizionale di Sant’Antonio Abate: “ci siamo trovati nella processione per Sant’Antonio a Macerata - spiega il co-curatore Andrea Pastore - a essere accolti mentre portavamo il profano nel sacro. C’è bisogno di un nuovo collante tra le persone, di una nuova fede che ci veda uniti, santi e demoni, di una visione che ci conduca a far tesoro del fuoco che la Terra ci fornisce come scintilla di vita e non di morte. Il lavoro di Kipras è misterioso, fastidioso e pungente, certamente non esplicito e ammaliante. La sua pratica lenta e meticolosa, talvolta incomprensibile. Eppure le parabole moderne cui dà vita nei suoi film, come nei suoi progetti contestualizzati, diventano preziose metafore della società in cui viviamo”.
La mostra è frutto di una preziosa e proficua collaborazione con varie realtà del territorio che si è andata articolando durante le fasi di ricerca e produzione del film. In tal senso diventa anche un racconto inedito di Bologna grazie agli sguardi che l’artista ha collezionato, nei suoi quattro anni di frequentazione della città, tessendo una rete di relazioni durante camminate e perlustrazioni, in superficie come nel sottosuolo.
L'esposizione rappresenta l’epilogo di un progetto nato da una collaborazione virtuosa tra NOS e la casa di produzione indipendente lituana SpongLab, che ha avuto il supporto del Lithuanian Council for Culture e della Meno Parkas Gallery di Kaunas, ha visto la collaborazione del MAMbo e della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e si è avvalso di una fitta rete di partner quali DumBO, Fondazione Home Movies - Archivio Nazionale del Film di Famiglia e Accademia di Belle Arti di Bologna.
Kipras Dubauskas (Vilnius, 1988) vive e lavora a Vilnius, in Lituania.
Ha studiato Installazione all'Accademia Reale di Belle Arti (KASK) di Ghent e Scultura all'Accademia di Belle Arti di Vilnius. Recentemente ha realizzato mostre personali presso Meno Parkas Gallery, Kaunas (2024); Contemporary Art Center, Vilnius (2020); POST galerija, Kaunas (2019). Ha preso parte a mostre collettive quali Performing the Fringe presso Pori Art Museum, Pori (2021); Waiting for Another Coming presso Contemporary Art Center, Vilnius e Ujazdowski Castle Centre for Contemporary Art, Varsavia (2018), Some Pieces from a Cracked Sidewalk (through an intent gaze) a Danzica (2017) e ha partecipato alla 12th Baltic Triennale (2015).
Nel 2022 con Emergency Break - Main Project di ART CITY Bologna 2022 - NOS presenta un'installazione cinematografica di Dubauskas con i primi due film dedicati al tema del “soccorso" - 36 Chambers (3’, 2019) e Daynighting (9’, 2020) - e inizia la lavorazione di Firestarter (2024, 15’).
Tra il 2006 e il 2010 Dubauskas è tra i fondatori del progetto indipendente Artkor Project Space e dal 2018 è parte del Laboratorio di sviluppo e produzione per film analogici Spong? Lab presso il centro multidisciplinare SODAS 2123 di Vilnius. Nel 2012 fonda a Rotterdam insieme all'artista Simon Marie Sarah Bureau of Psychogeography, un’organizzazione immaginaria con la missione di individuare un percorso ai confini della città attraverso le sue aree non sviluppate. Di recente ha intrapreso il nuovo progetto a lungo termine che interessa l'"isola di Blackberry", pacifica occupazione di un'isola disabitata nel fiume Neris, alla periferia di Vilnius, con l'obiettivo di condurre una ricerca completa sulla biodiversità delle isole e l'avvio di un parco di sculture semi-pubbliche e di un giardino di piante selvatiche. (aise)