“Portraits sans filtres”: gli scatti di Pablo Volta all’IIC di Parigi

PARIGI\ aise\ - L’Istituto Italiano di Cultura di Parigi ospiterà dal 9 al 31 ottobre la mostra fotografica “Pablo Volta. Portraits sans filtres. Da Dada a Satie – Ritratti parigini degli anni ’50-’60”, che racconta, attraverso fotografie d’epoca, il volto culturale e mondano di una Parigi vivace e cosmopolita nel secondo dopoguerra.
La mostra, curata da Matteo Celli Volta, direttore dell’Archivio Fotografico Pablo Volta, ripercorre il percorso del fotografo italiano Pablo Volta (1926-2011) e della giornalista Ornella Volta, sua compagna di vita e di lavoro: una coppia che ha saputo cogliere con immediatezza e naturalezza i protagonisti della scena culturale parigina, tra dadaismo, surrealismo, cinema, moda e politica.
Dopo i reportage sulla Sardegna arcaica e i primi scatti realizzati tra le macerie di Berlino nel 1945, Pablo e Ornella Volta si trasferiscono a Parigi alla fine degli anni ’50, entrando nei circoli d’avanguardia animati da Tristan Tzara.
L’esposizione si articola in due sezioni: “Da Dada a Satie”, dedicata agli artisti dadaisti e surrealisti, che racconta anche il percorso di Ornella Voltaverso il geniale e anticonformista Erik Satie; e “Da Brigitte Bardot al Generale de Gaulle”, che mette in luce le grandi icone del cinema, della moda e della politica degli anni ’60.
Il vernissage di mercoledì 8 ottobre sarà arricchito dalla presentazione del volume “Erik Satie en notes et en mots” di Ornella Volta (Les Presses du Réel, 2025), in presenza di Matteo Celli Volta e del compositore e direttore d’orchestra Marcello Panni.
A seguire, il pubblico potrà assistere a un recital pianistico dedicato a Erik Satie, eseguito dal celebre pianista-concertista e musicologo Jean-Pierre Armengaud, interprete di riferimento di Satie e autore della sua acclamata biografia (Erik Satie, Fayard, Prix des Muses 2009).
In programma: la celebre Gymnopédie n.1, estratti dal Piège de Méduse e il balletto “Relâche”, con l’Entracte cinématographique accompagnato al pianoforte: un’occasione speciale per scoprire dal vivo la modernità e l’ironia di uno dei compositori più iconici del Novecento.
Pablo Volta, fotografo italiano nato nel 1926, si avvicina alla fotografia in giovane età: arruolato nell’esercito americano, documenta le rovine di Berlino bombardata alla fine della guerra; alla Liberazione dell’Italia, le sue foto si inseriscono nella scia del movimento Neorealista italiano che, nella letteratura e nel cinema, descrive il Paese senza sceneggiature né artifici.
Pablo Volta contribuisce così alla questione meridionale realizzando importanti reportage sulla Sardegna arcaica, diventando uno dei principali rappresentanti italiani della fotografia etnografica.
La sua tecnica di reportage in bianco e nero si ispira ai maestri della fotografia Robert Capa e Henri Cartier-Bresson e si basa sulla rapidità di esecuzione, sulla scelta dell’istante decisivo e su una composizione dell’inquadratura sempre ricercata: sono foto che spesso raccontano una storia. Del resto, Pablo Volta opera in un contesto storico in cui la televisione non è ancora il principale mezzo di informazione: sono le foto in grande formato, in prima pagina su settimanali come Life, Paris Match o Il Mondo, a guidare i lettori.
Negli anni ’50, Pablo Volta si trasferisce a Parigi con sua moglie Ornella, complice della sua vita e del suo lavoro. Sempre fedele alla tecnica del reportage, Pablo Volta fotografa per circa quindici anni, per Il Mondo, numerose personalità del mondo dell’arte, della letteratura e dell’attualità: “ritratti senza filtri” che costituiscono un vero e proprio affresco della società dell’epoca. (aise)