Romaeuropa Festival alla 40^ edizione

ROMA\ aise\ - Nel 1986 Romaeuropa Festival nasceva come un’utopia, con l’entusiasmo di chi crede che la cultura possa cambiare una città, una stagione, una generazione. Oggi, a distanza di quarant’anni, quella visione culturale che si riteneva audace e impossibile è la realtà concreta di un operare sempre attento alle diverse sensibilità del presente.
Quest'anno Romaeuropa torna con un’edizione che non è solo un festeggiamento, ma un atto di futuro, un invito a guardare avanti, ancora una volta. Ecco allora un programma che, in oltre due mesi di programmazione, dal 4 settembre al 16 novembre, supera i confini tra musica, danza, teatro, arti digitali e creazione per l’infanzia, presentando oltre 110 spettacoli per 250 repliche e ospitando oltre 700 artiste e artisti provenienti dall’Italia e da tutto il mondo.
“Il percorso che qui presentiamo è, come sempre, il risultato del lavoro di una squadra composta da molti giovani che affiancano coloro che hanno vissuto gli esordi del Festival, nato nel 1986 su impulso di Jean-Marie Drot, allora direttore dell'Accademia di Francia, e di Monique Veaute, che ne ha curato e sviluppato l’architettura artistica, assieme al sostegno di Giovanni Pieraccini, che ne è stato a lungo presidente. L'incontro con Elisabeth Wolken, allora direttrice di Villa Massimo e con le Accademie e gli Istituti Culturali europei a Roma, permise un ulteriore sviluppo artistico e istituzionale. Questo spirito di dialogo, confronto e cooperazione continua a guidare la nostra attività, nella speranza che l’àncora della cultura aiuti ad affrontare i grandi cambiamenti che stanno configurando il futuro del mondo attuale”. È quanto ha affermato il presidente della Fondazione Romaeuropa, Guido Fabiani, presentando nei giorni scorsi a Villa Medici – Accademia di Francia a Roma il programma della quarantesima edizione del Romaeuropa Festival.
“Con la quarantesima edizione del Romaeuropa Festival esploriamo il potere dell’immaginazione come forza di cambiamento, mettendo in dialogo le visioni artistiche con le sfide concrete del presente, tornando a costruire uno spazio di confronto in cui convivono i grandi protagonisti della musica, della danza e del teatro e le nuove generazioni di artisti che esplorano i confini della creazione, il patrimonio del Novecento, la storia del Festival stesso e gli orizzonti futuri”, ha spiegato il direttore generale e artistico Fabrizio Grifasi.
Tra grandi ritorni e nuove proposte il Festival costruisce i suoi percorsi mettendo a confronto generazioni e linguaggi: dalle prestigiose compagnie europee come il Ballet Nacional de España, la Dresden Frankfurt Dance Company e il Ballet National de Marseille, alle icone internazionali della musica come Laurie Anderson, Stefano Bollani con Alessandro Baricco, Kruder & Dorfmeister, Ryoji Ikeda o Blixa Bargeld con la compagnia danese Hotel Pro Forma; dai cine-concerti dedicati al film cult Whiplash di Damien Chazelle (al suo decimo anniversario) e La Haine (L’odio) di Mathieu Kassovitz musicato da Asian Dub Foundation (per i suoi trent’anni), agli omaggi per i 100 anni di Luciano Berio e al minimalismo americano con John Adams (presentato dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia) o Christian Marclay e Christophe Chassol in dialogo con le musiche di Steve Reich. E poi i rappresentanti della scena internazionale come William Forsythe, Ioannis Mandafounis, Marcos Morau, (LA)HORDE, Miet Warlop, Qudus Onikeku, Moritz Ostruschnjak, Anne Teresa De Keersmaeker con Rabih Mrouè, Akram Khan con Manal AlDowayan, i taiwanesi U-Theatre, Christos Papadopoulos, Israel Galvan con Mohamed El Khatib, BERLIN, Milo Rau, Lia Rodrigues, Caroline Guiela Nguyen, Louise Lecavalier e quelli della scena nazionale come Fanny & Alexander, Fabiana Iacozzilli, Gabriele Paolocà con Claudia Marsicano, Muta Imago, Ginevra Panzetti con Enrico Ticconi, KOR’SIA, Federica Rosellini e Motus e tutte le attività del nuovo progetto ULTRA REF che, tra creatività emergente e nuovi formati, rafforza, al Mattatoio di Testaccio, la propensione del Festival all’innovazione, alla collaborazione, al futuro.
Questo percorso è reso possibile grazie al contributo del Ministero della Cultura, della Regione Lazio, di Roma Capitale, della Camera di Commercio di Roma e, da quest’anno, della Fondazione Roma a cui si affiancano le reti costruite con alcune tra le più prestigiose realtà nazionali e internazionali a partire dalla esclusiva partnership con il programma Dance Reflections by Van Cleef & Arpels, volto alla promozione della danza contemporanea.
Diversi i progetti speciali realizzati dal Festival in sinergia con istituzioni culturali europee: il focus dedicato alla scena iberica, promosso nell’ambito dei 160 anni di relazioni diplomatiche tra Italia e Spagna realizzato con Ambasciata di Spagna in Italia, Instituto Cerventes e Banca Ifis; quello rivolto alla scena fiamminga nell’ambito della partnership triennale siglata con Flanders State of the Art; e ancora il percorso dedicato alla scena lituana costruito in collaborazione con l’Istituto di Cultura Lituano in Italia. Si affiancano le collaborazioni con Teatro dell’Opera di Roma, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Fondazione Teatro di Roma, Azienda Speciale Palaexpo, Villa Medici – Accademia di Francia, Villa Massimo – Accademia Tedesca, Musica per Roma, Maxxi – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Fondazione Cinema per Roma, La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello, Short Theatre e i teatri privati che partecipano alle reti del Festival, oltre alla main media partnership con la RAI che, con i suoi programmi, continua a raccontare e a divulgare le proposte artistiche del REF. Infine, nell’ambito di un progetto più ampio finanziato dal PNRR - Transizione Digitale Organismi Culturali e Creativi, Romaeuropa avvia, in collaborazione con l’APS Io Se Posso Komunico, un percorso volto a rendere il programma e le attività del Festival sempre più accessibili tra cui delle prime azioni concrete di realizzazione di contenuti in LIS a supporto della comunicazione degli eventi.
IL PROGRAMMA DELLA QUARANTESIMA EDIZIONE DEL ROMAEUROPA FESTIVAL
OPENING E SCENA INTERNAZIONALE | Nel segno del dialogo culturale tra Italia e Spagna inaugura, il 4 settembre, la quarantesima edizione del Romaeuropa Festival. Ne è protagonista il prestigioso Ballet Nacional de España alla sua prima collaborazione con il coreografo Marcos Morauper portare in scena Afanador. Corealizzato con il Teatro dell’Opera di Roma (e presentato in prima nazionale grazie al supporto dell’Ambasciata di Spagna, dell’Istituto Cervantes e di Banca Ifis) lo spettacolo reinventa in scena l’alchimia irripetibile tra il fotografo colombiano Ruvén Afanador, noto per il suo stile capace di trasformare la moda, il ritratto e la danza in visioni oniriche e surreali e le più grandi leggende del flamenco. 33 danzatori e 9 musicisti traducono gli scatti raccolti nei libri Ángel Gitano e Mil Besos in movimento e musica trasformandoli in un universo coreografico visionario, nello stile inconfondibile di Morau.
Il confronto tra tradizione e innovazione attraversa la proposta di artisti, interpreti e grandi formazioni impegnate nel rinnovamento del repertorio: la Dresden Frankfurt Dance Company presenta, in prima nazionale all’Auditorium Conciliazione, un doppio programma composto da Civil Society : Undertainment, nuova creazione co-commissionata da Romaeuropa a William Forsythe – considerato uno dei massimi coreografi del XX secolo – e Lisa, firmata dall’attuale direttore della compagnia Ioannis Mandafounis; il Ballet National de Marseille (memorabile la sua partecipazione al Festival nel 1987 con la direzione di Roland Petit) torna con la direzione di (LA)HORDE, il collettivo impostosi come nuovo punto di riferimento sulla scena coreutica globale per presentare Chronicles, con estratti dalle pièce Room with a View e Age of Content. I due spettacoli fanno parte del percorso realizzato in collaborazione con Dance Reflections by Van Cleef & Arpels, il programma della Maison dedicato al sostegno della danza contemporanea che comprende anche la presenza del coreografo Cassiel Gaube con Soirée d’études nei suggestivi spazi di Villa Medici (in collaborazione con l’Accademia di Francia a Roma); del coreografo nigeriano Qudus Onikeku, che in TERRAPOLIS fonde musica, danza urbana, moda, arti visive e spiritualità africana; e infine del greco Christos Papadopoulos, che rinnova la sua fruttuosa collaborazione con il Festival presentando My Fierce Ignorant Step, una nuova creazione in cui reinventa il linguaggio ipnotico e minimalista che lo ha reso celebre a livello internazionale.
Anche per il suo quarantesimo anniversario, il Romaeuropa Festival costruisce una mappa di visioni artistiche che dall’Europa si estende a livello globale. Il regista e drammaturgo franco-marocchino Mohamed El Khatib presenta Finir en beauté (in corealizzazione con il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo), delicato e poetico spettacolo dedicato alla scomparsa della madre che ha segnato il suo exploit internazionale. Ma è l’incontro con Israel Galván – icona assoluta del flamenco contemporaneo – a dare vita all’inedito Israel & Mohamed, in cui i due artisti esplorano le rispettive radici e memorie familiari, trasformando il dialogo tra mondi solo in apparenza lontani in un potente confronto scenico. Torna, con il regista e coreografo libanese Rabih Mroué, anche la coreografa Anne Teresa De Keersmaeker, in scena con lo spettacolo A little bit of the moon (presentato in corealizzazione con Short Theatre) parte degli appuntamenti dedicati alla scena fiamminga. Il focus costruito con Flanders State of The Art vede protagonisti il collettivo BERLIN (attualmente alla guida del NTGent), in scena con True Copy, un’indagine sul confine sottile tra genio e frode e sull’ipocrisia del mercato dell’arte; il regista Kasper Vandenberghe, in dialogo con il compositore Timo Tembuyser e il musicista Jens Bouttery, per Mystica (produzione Muziektheater Transparant), rituale scenico che, tra acrobazie aeree, hair suspension, danza e musica, rende omaggio alle grandi figure mistiche della storia; e infine Miet Warlop, tra le più importanti artiste della scena europea – scelta per rappresentare il Belgio alla Biennale Arte 2026 – che arriva per la prima volta a Roma con INHALE, DELIRIUM, EXHALE. Presentato in corealizzazione con la Fondazione Teatro di Roma, lo spettacolo mette in scena 1500 metri di seta in un’onda visiva, potente raffigurazione della forza creativa.
Sempre con Fondazione Teatro di Roma e in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, il Festival torna a ospitare la regista francese Caroline Guiela Nguyen che, dopo il successo di Saigon (al REF nel 2018), debutta in prima nazionale con Valentina, spettacolo che riflette sulla potenza della traduzione, della lingua e dei linguaggi nel rapporto tra una madre e una figlia. Prosegue nell’ambito della quarantesima edizione del Festival anche la collaborazione con il regista Milo Rau, figura chiave del teatro europeo, in scena al Teatro Vascello con il suo nuovo LA LETTRE, ironica riflessione sul ruolo del teatro popolare nel mondo contemporaneo. Debuttano al Festival il tedesco Moritz Ostruschnjak con il suo potente Non + Ultras, rilettura fisica e pulsante della ritualità delle curve calcistiche, il coreografo Dovydas Strimaitis, nell’ambito del focus dedicato alla scena Lituana e la coreografa del Québec Louise Lecavalier, tra i membri della storica La La La Human Steps e per anni collaboratrice di David Bowie, con il suo danses vagabondes, assolo ipnotico costruito sulle musiche di Dawn of Midi, The Black Dog, Kiasmos, Nils Frahm, Trentemøller e Nick Cave.
Al patrimonio culturale e ai paesaggi del deserto di AlUla si ispira Thikra: A night of remembering, nuova produzione di Akram Khan (presente al REF sin dal 2002) in dialogo con l’artista visiva saudita Manal AlDowayan e un cast interamente al femminile composto da 14 danzatrici tra contemporaneo e Bharatanatyam. Da Taiwan arriva invece la compagnia U-Theatre che, in Sword of Wisdom, reinventa la potente tradizione delle percussioni fondendola alle arti marziali, alla danza, alla meditazione e al teatro; mentre dal Brasile - e in particolare da Maré, Favela di Rio de Janeiro - ritorna l’energia irresistibile di Lia Rodrigues che nel suo Borda (altra corealizzazione con Fondazione Teatro di Roma) costruisce potenti tableaux tra rituali ancestrali e urbani. In questo orizzonte internazionale, si inserisce, infine, il progetto BAMBU (ideato da ALDES) che porterà a Roma due giovani coreografi selezionati da un network internazionale costruito coinvolgendo e attraversando l’intero continente africano.
TEATRO E DANZA ITALIANI | Accanto alla sua vocazione internazionale, è proprio l’attenzione alla creatività italiana a rappresentare, da quarant’anni, il cuore pulsante del Romaeuropa Festival. Un impegno costante che si traduce in una fitta trama di percorsi dedicati alle voci più originali e innovative della scena nazionale, dove si incontrano le scritture e i movimenti delle nuove generazioni insieme ai grandi protagonisti del nostro panorama artistico. Si rinnova il dialogo con La Fabbrica dell’Attore - Teatro Vascello per la costruzione di un focus specifico dedicato alla scena nazionale di cui fanno parte la compagnia Fanny & Alexander che, con l’attrice Federica Fracassi, porta in scena L’Analfabeta ispirandosi all’omonimo testo di Ágota Kristóf; Motus che presenta per la prima volta insieme Frankenstein (a love story) e Frankenstein (a history of hate), entrambi ispirati alla creatura mostruosa di Mary Shelley; Gabriele Paolocà che con Claudia Marsicano e Fabio Antonelli costruisce un musical caustico e irriverente per raccontare la figura tragica di Audrey, una giovane donna che si reinventa come sopravvissuta agli attentati del Bataclan; e Oltre, Come 16+29 persone hanno attraversato il disastro delle Ande nuova produzione di Fabiana Iacozzilli realizzata con la drammaturgia di Linda Dalisi e i puppet di Paola Villani.
Se il duo composto da Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi guida per la prima volta la compagnia croata Studio Contemporary Dance nel geometrico All’Arme, il dialogo tra Italia e Spagna continua a essere protagonista con la presenza della compagnia KOR’SIA che presenta per la prima volta a Roma, al Teatro Argentina, la nuova creazione Simulacro. A Federica Rosellini, invece, il compito di portare in scena iGirl della drammaturga irlandese Marina Carr in dialogo con l’artista visiva Rä di Martino e le musiche originali di Daniela Pes.
Infine, in corealizzazione con Fondazione Teatro di Roma, il Teatro India ospita Buchettino, spettacolo ideato nel 1995 all’interno della Societas (all’epoca Socìetas Raffaello Sanzio) e presto divenuto un vero e proprio cult per bambini e famiglie; e Atomica della compagnia Muta Imago, che porta in scena l’intenso scambio epistolare tra Claude Eatherly – l’uomo che sganciò la bomba atomica su Hiroshima – e il filosofo Günther Anders.
CONCERTI, TEATRO MUSICALE E CLOSING | Eredità del Novecento e innovazione si intrecciano nei percorsi musicali del Festival, assieme a nuovi formati di teatro musicale, progetti di elettronica e l’attenzione a una molteplicità di compositori ed esecutori con le loro differenti estetiche. Tante le collaborazioni con Accademia Nazionale di Santa Cecilia per gli spettacoli presentati nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone: torna dopo 15 anni al REF l’icona dell’avanguardia newyorkese Laurie Anderson per presentare, in prima italiana, la nuova versione di Let X = X (2025), live che, tra narrazione, sperimentazione e suoni multimediali, la vede sul palco insieme alla band Sexmob. Tra le presenze storiche del Romaeuropa Festival, Alessandro Baricco torna in scena con Novecento: Il duello un progetto ideato con Alessio Bertallot e Stefano Bollani che lo vede protagonista di una speciale dialogo tra parola e musica, con la partecipazione di Enrico Rava.
È ancora l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con la sua Orchestra e Coro a omaggiare John Adams, artista emblematico del minimalismo americano, nel programma John Adams in Rome con estratti da Nixon in China, Short Ride in a Fast Machine e la suite di Billy the Kid di Aaron Copland. I percorsi dedicati al minimalismo proseguono con la presenza di Christophe Chassol, che con l’ensemble Miroirs Ètendus unisce le visioni di Steve Reich alle proprie composizioni tra jazz e pop; e Constellation del Leone d’Oro alla Biennale Arte Christian Marclay con le sue sperimentazioni musicali e visive che incontrano le composizioni di Stephen O’Malley e Éliane Radigue nell’esecuzione di ONCEIM (Orchestra of new creation, experiments and improvised music).
Se teatro e musica dialogano in Flammenwerfer di Hotel Pro Forma con le musiche e i testi originali di Blixa Bargeld, live in scena insieme all'ensemble vocale IKI, è il cinema a entrare in sintonia con le esecuzioni live in due speciali cine-concerti: Whiplash di Damien Chazelle con le musiche di Justin Hurwitz eseguite dal vivo dalla Multiquarium Big Band in occasione del 10° anniversario dall’uscita del film (in collaborazione con Accademia Nazionale di Santa Cecilia e Fondazione Cinema per Roma) e la proiezione de La Haine (L’Odio), il film culto di Mathieu Kassovitz al suo 30° anniversario, con le musiche live degli Asian Dub Foundation.
Elettronica e musica acustica convivono nelle nuove proposte del giapponese Ryoji Ikeda presente al Festival con due differenti appuntamenti: Utratronics, nuova esperienza audio-video tesa a sfidare i confini tra fisico e virtuale, e Music for strings, live (realizzato in collaborazione con Villa Massimo – Accademia Tedesca Roma), che lo vede dialogare con l’Ensemble Modern per tradurre le composizioni elettroniche che lo hanno reso uno dei più interessanti sperimentatori a livello globale. La collaborazione con Villa Massimo si estende, inoltre, alla presenza del Decoder Ensemble con il compositore e pianista Andrej Koroliov.
Nell’ambito del focus dedicato alla scena Lituania il Festival presenta (oltre Dovydas Strimaitis) lo spettacolo musicale per strumenti di palestra Sports Group delle artiste Gabrielė Labanauskaitė, Gailė Griciūtė e Viktorija Damerell; la band folk/pop Merope; e il film Requiem di Jonas Mekas, tra i più rilevanti artisti visivi del Novecento, ispirato al Requiem di Verdi (in collaborazione con MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo).
Se Fabrizio Cassol (storico complice musicale di Alain Platel) continua il dialogo con Lorenzo Bianchi Hoesch e Adèle Viret, Federico Albanese presenta Blackbirds and the Sun of October, un album che intreccia classica contemporanea, pop ed elettronica in paesaggi sonori evocativi.
Infine, in collaborazione con Tempo Reale, il centro di ricerca fondato da Luciano Berio, Romaeuropa dedica due appuntamenti speciali in omaggio ai 100 anni del grande compositore: l’installazione sonora In-Naturale, che intreccia frammenti delle sue opere e materiali d’archivio, e la performanceBerio a colori, dove le sue composizioni si fondono con immagini di Bruno Munari, Roberto Masotti, Silvia Lelli e con la danza della coreografa e performer italiana Simona Bertozzi.
Chiude la quarantesima edizione del Festival, il 16 novembre, nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone (grazie alla collaborazione con Accademia Nazionale di Santa Cecilia), Kruder & Dorfmeister con The K&D Sessions Live, celebrazione dei trent'anni di carriera del duo austriaco e di uno dei dischi culto dell’elettronica anni Novanta.
Uno speciale appuntamento in cui l’album verrà eseguito integralmente dal vivo con una band di musicisti di altissimo livello, restituendo al pubblico la sua magia e le sue atmosfere e trasportandole nel presente, con la loro innata forza e attualità.
ULTRA REF - UN NUOVO FESTIVAL NEL FESTIVAL TRA MUSICA, CREATIVITÀ EMERGENTE E NUOVI FORMATI
La Pelanda del Mattatoio, grazie alla collaborazione con Azienda Speciale Palaexpo, è divenuta negli ultimi anni il cuore pulsante delle attività del Romaeuropa Festival: uno spazio dedicato alla creatività emergente, dove hanno preso forma le sezioni più innovative, ibride e trasversali del programma. Per i suoi quarant’anni, REF rilancia con convinzione questo percorso attraverso ULTRA REF: un luogo di festa e condivisione, in continua trasformazione, crocevia di estetiche e sperimentazioni, dove la contaminazione è regola e i confini dei linguaggi si dissolvono.
A inaugurarlo, non a caso, uno speciale doppio concerto con Lyra Pramuk – punta di diamante dell’avant-pop internazionale con il suo “futurist folk” – e Isabelle Lewis, progetto nato dall’incontro tra Valgeir Sigurðsson (producer di Björk, Feist, Damon Albarn), il regista e contro tenore fiammingo Benjamin Abel Meirhaeghe (già al REF 2022 con Madrigals) e la violinista Elisabeth Klinck (già con Miet Warlop), presentato insieme a Flanders State of The Art.
Sempre nel segno della musica, la sezione ULTRA CLUB (a cura di Matteo Antonaci, Giulia Di Giovanni e Federica Patti) trasforma gli spazi della Pelanda in un vero club musicale per una settimana dedicata a cantautorato, pop, elettronica e sperimentazioni digitali, tra reti, nuove sonorità e contaminazioni. In line-up: Populous, da anni punto di riferimento dell’elettronica italiana, con la tappa del suo tour nelle capitali europee (in collaborazione con Manifesto Fest); le esplorazioni tra folclore, AI ed elettronica delle spagnole Tarta Relena (in corealizzazione con Instituto Cervantes) e Maria Arnal (con Institut Ramon Llull); uno showcase dell’etichetta indipendente Dischi Sotterranei; e ancora i live di Fuera, Altea, Gaia Banfi, Ginevra, Donatella Della Ratta, Cosimo Damiano con le musiche dal film San Damiano, Sara Persico ed Erotiq (in collaborazione con Klang); oltre ai progetti realizzati con Re:Humanism (tra cui il Romaeuropa Digital Prize), le proposte in realtà virtuale di RUFA – Rome University of Fine Arts, il Raster Prize a cura di Caterina Tomeo; Le Parole delle Canzoni di Treccani e molto altro. Legato alla ricerca tecnologica è anche il Talk Urban Experience – Paesaggi Umani. Performing Media Storytelling con geopodcast per l’innovazione territoriale, proposto dallo studioso Carlo Infante.
Scena emergente e nuovi talenti sono al centro delle rinnovate sezioni di danza e teatro. Dancing Days, a cura di Francesca Manica, continua a esplorare le nuove tendenze della danza europea e nazionale in rete con Aerowaves e diverse realtà del territorio. Tra gli artisti: Ermira Goro (Grecia), Janet Novás e Mercedes Peón (Galizia), Armin Hokmi (Germania) e gli italiani Francesca Santamaria, Vittorio Pagani, Aristide Rontini e Matteo Sedda, quest’ultimo vincitore della scorsa edizione di DNAppunti Coreografici, il premio dedicato alla coreografia italiana under 35, giunto quest’anno all’undicesima edizione la cui finale tornerà a svolgersi nell’ambito del programma di ULTRA REF.
Giunge, invece, alla sua sesta edizione Powered by REF, il progetto a sostegno di artisti under 30 attivi nella ricerca teatrale, che seleziona tre giovani autori i cui studi vengono presentati all’interno della sezione Anni Luce a cura di Maura Teofili interamente dedicata al teatro italiano. Al loro fianco i debutti di Caterina Marino, Pietro Angelini con Pietro Turano, Alice Sinigaglia e Agnese Banti, con un progetto dedicato alla comunità cieca e ipovedente.
Nell’ambito della ricerca teatrale, REF rinnova il legame con l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico attraverso il Premio Silvio d’Amico alla Regia, che porta in scena lo spettacolo di un giovane regista all’interno del calendario del Festival, e con il Premio Riccione – Premio Pier Vittorio Tondelli, in collaborazione con cui viene proposta la lettura scenica di estratti dei testi finalisti, affidati a un gruppo di giovani interpreti.
Tornano anche gli appuntamenti con Ghost Track, il format condotto da Gioia Salvatori con Simone Alessandrini che intreccia teatro, musica e comicità in un’atmosfera informale completamente rinnovata, e con Design Talks, la giornata dedicata al graphic design ideata da David Aprea e curata da Stefano Cipolla insieme allo studio creativo Mistaker.
REF KIDS & FAMILY - SPAZIO DEDICATO ALL’INFANZIA
Il Mattatoio è anche la casa di REF Kids & Family, la sezione a cura di Stefania Lo Giudice, che rinnova la sua proposta di musica, teatro e nuovo circo dedicata all’infanzia, articolata in tre weekend ricchi di spettacoli e attività gratuite. In programma: il focus sulla scena catalana (realizzato in collaborazione con Institut Ramon Llull) con Guillem Alba e i due spettacoli della compagnia La Petita Malumaluga omaggi ai Beatles e al celebre clown Marcéline Orbes, i concerti di No Funny Stuff, La RusticaXBand, Frankie Back From Hollywood e Fossick Project (con la cantautrice Marta Del Grandi e Cecilia Valagussa), le favole di Michelangelo Campanale con la sua compagnia La Luna nel Letto e lo spettacolo dedicato ai piccolissimi di Man || Co.
Ad arricchire la proposta, anche un playground ad accesso gratuito, che animerà l’intera Galleria delle Vasche con aree ludiche, laboratori dedicati alla creatività dei più piccoli e l’installazione Odissea Sonora, un percorso sensoriale e immersivo ispirato all’epopea di Ulisse. (aise)