Scena: IV edizione della Semana da Cena Italiana Contemporânea a San Paolo
SAN PAOLO\ aise\ - Si tiene a conclusione di un anno significativo, quello del 150° dell’immigrazione italiana in Brasile, in cui si sono susseguite diverse iniziative volte a celebrare e rivitalizzare il legame tra Italia e Brasile e l’interscambio culturale tra i due Paesi, la quarta edizione di Scena, Semana da Cena Italiana Contemporânea em São Paulo.
La rassegna si svolgerà dall’11 al 15 dicembre presso la Sala de Espetáculos I del Sesc Belenzinho.
In questa edizione, Scena cerca ancora una volta di lanciare uno sguardo sulla produzione teatrale italiana contemporanea di qualità, che sa provocare, innovare, stimolare la riflessione sul mondo che viviamo e sulla nostra relazione con gli altri, con lo spazio e con il tempo.
Se gli spettacoli affrontano la precarietà della nostra esistenza, il teatro si propone come affermazione e trionfo della vita, perché è esso stesso un avvenimento vivo, che aggrega le persone e le fa sentire parte di un insieme. Scena in queste quattro edizioni è stata capace di creare una nuova comunità, sempre più viva, partecipe e presente.
Vanitas è un progetto collettivo degli artisti Giovanfrancesco Giannini, Roberta Racis e Fabio Novembrini. Partendo da una riflessione sulla vanitas come genere pittorico, il processo creativo riflette su come l’iconografia della vanità si declini nel contemporaneo. Il lavoro è pensato come una partitura multimediale che coinvolge tre performer, i quali realizzano live con una videocamera una serie di video che vengono proiettati. Le azioni filmate interagiscono con l’azione dal vivo componendo e disfacendo una serie di immagini in cui echi di forme ed iconografie del passato interagiscono con i meccanismi di auto-fiction e di costruzione identitaria dei social network.
In Cloud, lungo un percorso costellato di input digitali fatto di immagini e video che riflettono il nostro sguardo sui problemi dell’epoca contemporanea, Giovanfrancesco Giannini accompagna il pubblico in un viaggio nel vortice del web e della comunicazione, in un personale archivio dati, nella propria memoria individuale. Lo spazio scenico si apre al reale, connettendosi a geografie remote in un affresco mediatico che incorpora e tenta di restituire tutte le informazioni: il corpo diviene testimone e medium dei contenuti che il database condivide seguendo flussi di movimento che si cristallizzano in immagini. Un corpo che perlustra, ma anche un corpo che tenta di “rifigurare” e testimoniare il mondo visibile. (aise)