“Sedia Rossa”: all’IIC di Sydney la mostra omaggio di Katthy Cavaliere

Katthy Cavaliere, Loved Knitting Nancy, 2008. Courtesy of the Artist’s Estate


Katthy Cavaliere, loved, 2008. Chromogenic print. Courtesy of the Artist’s Estate

SYDNEY\ aise\ - Dal 22 febbraio al 22 marzo prossimi l’Istituto Italiano di Cultura di Sydney ospiterà “Sedia Rossa”, una raccolta di opere d’arte e video d’archivio dell’artista italiana naturalizzata australiana Katthy Cavaliere (1972–2012). L’esposizione, organizzata dall’Istituto stesso, sarà inaugurata alle ore 18 del 22 febbraio con un intervento di Daniel Mudie Cunningham in conversazione con Grace Burzese, artista e presidente del Cavaliere Estate.
Lungo tutta la sua carriera di artista, dalla metà degli anni Novanta a Sydney fino a poco prima della sua prematura scomparsa, Katthy Cavaliere ha perseguito un progetto che trasforma in arte gli affetti personali e che ha comportato anche la pubblicizzazione della vita privata attraverso opere create con oggetti di vita quotidiana come sedie e abiti. Muovendosi felicemente tra fotografia, videografia, disegno, arte performativa e installazioni, Cavaliere ha dato un senso al proprio posto nel mondo attraverso un’analisi introspettiva e diaristica come parte del suo processo artistico, esorcizzando il passato come un sogno a occhi aperti.
Curata da Daniel Mudie Cunningham, “Katthy Cavaliere: Sedia Rossa” raccoglie foto e video, in aggiunta a materiale d’archivio familiare inedito, compresi in un arco temporale che spazia dall’infanzia, precisamente dal 1976, fino a uno dei suoi ultimi lavori, nest del 2010, realizzato appena due anni prima della sua scomparsa.
“Katthy Cavaliere: Sedia Rossa” presenta per la prima volta tre video d’archivio inediti: “6 anni” del 1978, film in Super 8 che raffigura una scena tratta da una festa di compleanno dell’infanzia; “Milano” del 2002, un video diario registrato durante una residenza artistica nel capoluogo lombardo; e “Sedia rossa”, sempre del 2002, un toccante video diario che documenta i suoi legami artistici e sentimentali durante lo stesso periodo milanese.
Il tema della sedia, un concetto ricorrente nelle opere di Cavaliere, si propone come trait d’union per il materiale scelto per questa mostra. Per Cavaliere la sedia era un simbolo di solitudine, isolamento e sospensione del tempo per lasciarsi andare a sogni ad occhi aperti privati e rituali personali. Nella sua opera iconica “suspended moment” (2000), una sedia giocattolo di un colore abbagliante è immersa nell’oscurità mentre è sospesa nel vuoto, suggerendo ciò che può essere reso visibile e invisibile.
Nata a Sarteano, in Toscana, nel 1972, Cavaliere è emigrata in Australia con la famiglia quando aveva appena quattro anni. Come artista a Sydney si è fatta notare immediatamente dopo il suo diploma d’arte conseguito presso la University of NSW, allora conosciuta come College of Fine Arts. Nel 2000 ha vinto la borsa di studio “Helen Lempriere Travelling Art” di Artspace, che le ha consentito di approfondire i suoi studi in Italia all’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano. Una delle sue insegnanti in questo periodo è stata l’artista Marina Abramović.
Nel 2011 ha esposto alla 54esima edizione della Biennale di Venezia. In seguito alla sua morte, avvenuta nel gennaio 2012, il Museum of Old and New Art di Hobart ha organizzato la retrospettiva Loved (2015-16). Curata da Daniel Mudie Cunningham, è stata poi esposta nel 2016 al Carriageworks di Sydney e accompagnata da un volume che raccontava il lungo e intenso percorso artistico di Cavaliere. Nel 2020-21, la sua opera è stata presentata all’interno della mostra Know My Name presso la National Gallery of Australia.
Nel 2019 è stata istituita la Katthy Cavaliere Fellowship. Assegnata a tre artiste australiane specializzate nella creazione di opere a metà tra performance e installazioni – Frances Barrett, Sally Rees and Giselle Stanborough – la borsa di studio ha reso possibile l’apposita realizzazione di importanti opere presentate al Carriageworks, all’Australian Centre for Contemporary Art e al Museum of Old and New Art tra il 2020-22. Le opere hanno poi circuitato negli anni successivi in un tour nazionale che includeva opere iconiche di Cavaliere.
È stata la vocazione a portare alla luce ciò che non ricordava dell’infanzia di Sarteano che ha motivato, per Cavaliere, il progetto di una vita: impacchettare, immagazinare e trasportare i relitti degli affetti personali e trasformarli in opere d’arte, esposta in mostre singole o collettive a livello internazionale. (aise)