Alberto Trentini/ Silli: il Governo non lascia nulla di intentato

ROMA\ aise\ - “È senza dubbio una situazione complessa e di non facile soluzione”, ma “posso assicurarvi che il Governo non sta lasciando niente di intentato”. Così il sottosegretario agli esteri Giorgio Silli che questa mattina alla Camera ha risposto ad una interpellanza urgente del Pd sulla condizione di Alberto Trentini, il connazionale di cui non si hanno più notizie dal 15 novembre 2024 quando, mentre era in missione con la ONG francese Humanity & Inclusion, è stato fermato ad un posto di blocco nel tragitto da Caracas a Guasdualito.
Prima di leggere la risposta, Silli ha voluto precisare che l’Italia ha “un'attenzione molto particolare su questi casi, soprattutto per le detenzioni di nostri concittadini all'estero. Io ho il privilegio e l'onore di avere la delega agli italiani all'estero e, quindi, chiaramente mi occupo di casi simili a questo. Peraltro, - ha annunciato – è notizia di questa notte che Stefano Conti, che è un italiano detenuto a Panama, è stato assolto, perché il fatto per il quale era agli arresti non sussiste”.
La vicenda Trentini, però, “ha contorni molto, molto più delicati”. Ai deputati, il sottosegretario ha chiesto di applicare tutta la loro “esperienza politica” per comprendere che “i canali spesso differiscono l'uno dall'altro”, nella certezza che in questo, come in tutti gli altri connazionali detenuti all'estero, il Governo agisce “attraverso la nostra rete consolare, attraverso le nostre ambasciate”, anche se, “casi, come quello di Trentini, vedono l'impegno di tutti i livelli istituzionali e politici”.
Un caso, quello del cooperante, “seguito dal Governo con la massima attenzione, mantenendo costanti contatti anche con la sua famiglia e i legali”.
Silli ha quindi ricordato che il Presidente Mattarella “ha contattato telefonicamente la madre di Alberto Trentini il 16 gennaio scorso; il giorno seguente, il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Tajani le ha espresso vicinanza, rassicurandola sull'impegno delle istituzioni. Questo a testimonianza dell'impegno di tutti i gradi, fino al massimo delle istituzioni nel Paese. Il Governo continua a lavorare incessantemente per cercare di riportarlo in Italia. Come potete immaginare, non è un contesto in alcun modo semplice, ma non stiamo rinunciando a nessuna iniziativa, e sottolineo nessuna. È costante l'azione di sensibilizzazione e pressione diplomatica nei confronti delle autorità venezuelane”.
Negata, al momento, la visita in carcere ai diplomatici italiani: “il Governo, a più riprese e a vari livelli, ha sollecitato con fermezza l'autorizzazione a effettuare una visita consolare, chiare indicazioni sui motivi della detenzione, una adeguata tutela delle sue condizioni di salute, il dovuto rispetto delle garanzie processuali, la possibilità per Alberto Trentini di comunicare con la famiglia. Sono tutte cose normali in qualsiasi altro caso di detenzione all'estero, che, purtroppo, il Venezuela, ad oggi, non ci ha riconosciuto o, comunque, non abbiamo ricevuto”.
“Funzionari diplomatici delle nostre sedi in Venezuela – ha informato Silli – si sono recati più volte presso la struttura penitenziaria nella quale Alberto Trentini sarebbe asseritamente detenuto, chiedendo di poter visitare il connazionale. Si tratta di quella struttura di cui lei parlava nel suo intervento. Quindi, fisicamente si sono recati, addirittura là”.
Ricordate le convocazioni alla Farnesina dell’incaricata d'affari venezuelana a Roma “per rappresentare con risolutezza la mancanza di informazioni sulla detenzione e per continuare a richiedere la sua liberazione immediata”, il Governo “di concerto con la delegazione dell'Unione europea a Caracas e con il coordinatore ONU in Venezuela, sta portando avanti ulteriori iniziative presso le autorità venezuelane, insistendo in particolar modo sull'accesso al carcere e sulla richiesta che Alberto Trentini possa avere contatti con la propria famiglia. L'obiettivo ultimo – ha sottolineato Silli – è riportarlo a casa nel più breve tempo possibile, pur nella consapevolezza degli ostacoli ancora posti dai venezuelani. È senza dubbio una situazione complessa e di non facile soluzione. Posso assicurarvi che il Governo non sta lasciando niente di intentato. Stiamo attivando tutti i canali disponibili - sia istituzionali che informali - e impiegando ogni risorsa utile per riportarlo in Italia”.
Concludendo, il sottosegretario ha ringraziato il Parlamento “per lo spirito di unità e coesione con cui sta accompagnando l'azione del Governo in questa delicata vicenda e, aggiungo - convinto di avere la vostra comprensione -, che, trattandosi di un caso particolarmente delicato, la riservatezza, soprattutto, sui media è fondamentale. Onorevole deputato, siamo - come si suol dire - veramente sul pezzo ogni giorno, non lasciando niente di intentato”. (aise)