Destinare ai Consolati parte dei proventi derivati dal rilascio dei passaporti: via libera di Silli
ROMA\ aise\ - La Farnesina non può che essere d’accordo con una norma che destina più risorse per l’erogazione dei servizi consolari. Potrebbe sintetizzarsi così l’intervento del sottosegretario agli esteri Giorgio Silli, ascoltato oggi in audizione dalla Commissione Affari esteri della Camera, in merito alla proposta di legge a prima firma Ricciardi “Destinazione agli uffici diplomatici e consolari di quota dei proventi derivanti dal rilascio dei passaporti all'estero”.
Nel suo breve intervento, Silli ha ricordato la “crescita importante e costante” degli iscritti Aire, che ormai superano i 7 milioni; una collettività che “sottopone la rete consolare ad una pressione crescente” per la “richiesta di servizi”, che la rete riesce ad erogare in modo “corretto ed efficace”, ha sostenuto il sottosegretario, prima di evidenziare “l’aumento costante dei livelli di produttività”.
A conferma di ciò, Silli ha riportato alcune cifre: a fine 2023 la rete aveva erogato più di 550mila passaporti (erano stati 405mila nel 2019 e 458mila nel 2022); tramesso 290mila attivi di stato civile (erano stati 264mila nel 2022) e lavorato 460mila pratiche Aire (403mila nel 2022, 401mila nel 2019). Le 78 sedi estere abilitate per il rilascio della Carta di identità elettronica hanno rilasciato più di 345mila Cie. Il tutto, ha affermato Silli, con “tempi di attesa ragionevolmente contenuti”, cioè “5 settimane per il passaporto, 9 settimane per la CIE e 3 settimane per l’Aire”, in linea con quanto accade in Italia.
Visto però che, nonostante queste performance, la rete stenta a “tenere il passo” con l’aumento dei connazionali all’estero, il Governo “è intervenuto potenziando risorse umane e finanziarie”.
Confermato che a breve apriranno i Consolati generali di Madrid e Bruxelles, Silli ha citato il veloce inserimento dei nuovi assunti nelle sedi estere (grazie alla deroga dei 18 mesi che dovrebbero trascorrere alla Farnesina); l’incremento del personale della rete che a novembre era di 1103 unità; le misure previste dal Decreto PA e dalla legge di bilancio 2024 sugli organici e sulle retribuzioni dei contrattisti.
Il Governo, dunque, guarda “con favore” a qualsiasi proposta di legge che miri a “rafforzare le risorse finanziarie della rete”, come fa quella di Ricciardi che “consentirebbe la destinazione di una percentuale delle entrate al rafforzamento dei servizi”. Dei “proventi aggiuntivi” che potrebbero “consentire l’assunzione di personale interinale, interventi di formazione per tutto il personale, l’avvio della informatizzazione degli archivi, il miglioramento di forme di comunicazione, la digitalizzazione dei servizi grazie a sistemi telematici per la ricezione dei documenti”.
Certo, ha precisato, sarà necessario “un confronto aperto e leale con le altre Amministrazioni” a cominciare dal Ministero dell’Economia che dovrà studiare le “implicazioni finanziarie del provvedimento”. Quel che è certo, ha concluso Silli, è che “la ratio proposta dalla norma è condivisibile. Si tratta di capire dal punto di vista tecnico quello che è possibile fare”.
Affermazioni accolte con soddisfazione da Toni Ricciardi (Pd), primo firmatario del provvedimento, secondo cui gli italiani all’estero “non vogliono sapere a quali sedi andranno le risorse, ma solo se il tempo di attesa per il loro passaporto si ridurrà o meno”.
Ringraziato il sottosegretario Silli e l’Ambasciatore Bartoli che lo accompagnava, Ricciardi ha ricordato che la sua proposta è “la fotocopia della legge sulle pratiche di cittadinanza”.
Ora “ci sottoporremo al vaglio attento e rigoroso del Mef e della Ragioneria dello Stato, ma intanto con questo parere abbiamo chiuso un pezzo” pronti ad avviare l’iter in Commissione.
Tutt’altro che entusiasta, invece, Federica Onori (M5S) che ha accusato Farnesina e sottosegretario di “poca trasparenza” visto che non forniscono i dati su quanti sono gli impiegati interinali impiegati ad oggi nelle sedi consolari, le loro mansioni e il loro costo, dati da lei richiesti nel corso di un’altra audizione di Silli e in una interrogazione.
“Questa proposta di legge è stata presentata in estate”, ha ricordato Onori. “Ho richiesto approfondimenti su come si spendono soldi, se destinati solo all’assunzione di interinali o no”, sul cui impiego ancora mancano i numeri. Quella di Silli è quindi “un’audizione poco informativa. Se la coperta è coperta, sapere come si spendono i soldi è molto importante”.
“È disarmante che su questo non ci sia data risposta”, ha ribadito. “Se gli interinali non possono andare a sportello, le mailing list non basteranno. Anche le criticità sottolineate dalla Confsal Unsa rimangono senza risposta. C’è come un alone di mistero su come verranno utilizzate queste risorse”, ha concluso, auspicando che non servano “a comprare divani grandi e costosi” per i consolati.
Nella sua replica, Silli ha sostenuto che il senso del suo intervento di oggi era dare “un parere di massima come indirizzo politico sulla proposta di legge” non “snocciolare dati”. La cosa “importate”, ha ribadito, “è che un rappresentante governo ha dato un parere positivo”.
“Percepisco un po’ di captatio benevolentia per sindacati e associazioni in questi interventi”, ha aggiunto, respingendo le accuse di opacità e assicurando di “rimanere a disposizione” per i chiarimenti necessari.
Piccato con la collega anche Ricciardi: “non facciamo i sindacalisti ma politica”, le parole del deputato. “Dopo le audizioni si avvia l’iter e ci sarà tutta la fase emendativa per modificare il testo”. La proposta di legge, ha aggiunto, “individua la fattispecie degli interinali perché quella ipotesi era stata verificata come possibile con la rete consolare”.
Ma anche per l’attività emendativa, gli ha replicato Onori, “servono dati certi. La Farnesina fornisca tabelle su dati, sulle circoscrizioni consolari più importanti. Non capisco questo mistero intorno ai numeri”.
La proposta di legge si compone di un solo articolo.
“Art. 1.
1. I proventi derivanti dal versamento degli importi dovuti da chi richiede il rilascio del passaporto all'estero, di cui all'articolo 27 della tabella dei diritti consolari da riscuotersi dagli uffici diplomatici e consolari, allegata al decreto legislativo 3 febbraio 2011, n. 71, sono attribuiti al bilancio dell'ufficio diplomatico-consolare che ha rilasciato il relativo passaporto, su base mensile, in misura percentuale rispetto al totale degli introiti collegati all'emissione di passaporti e carte di identità, secondo quanto specificato al comma 2 del presente articolo, tramite prelievo di pari misura dal conto corrente valuta tesoro della singola sede diplomatico-consolare.
Tali risorse sono destinate al rafforzamento dei servizi consolari per i cittadini italiani residenti o presenti all'estero, con priorità per la contrattualizzazione di personale interinale e per l'acquisizione di servizi destinati, sotto le direttive e il controllo dei funzionari consolari, alle operazioni preliminari connesse al rilascio dei passaporti, alla validazione del codice fiscale per i residenti all'estero e ai servizi maggiormente richiesti, quali il rilascio del passaporto e della carta di identità elettronica.
2. La percentuale di cui al comma 1 è pari al 30 per cento a decorrere dal primo giorno del mese successivo alla data di entrata in vigore della presente legge e per i successivi ventiquattro mesi, al 20 per cento per ulteriori dodici mesi e al 15 per cento dal trentasettesimo mese.
3. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190”. (ma.cip.\aise)