Museo dell'italianità a Buenos Aires: la risoluzione approvata dalla Commissione Esteri

ROMA\ aise\ - Alla presenza della sottosegretaria agli esteri Maria Tripodi, la Commissione Affari Esteri della Camera ha approvato ieri la risoluzione a prima firma Formentini (Lega) che impegna il Governo a sostenere la creazione di un “Museo dell'italianità” a Buenos Aires.
Un progetto, ha affermato Tripodi, che “rappresenta un'iniziativa di grande valore storico, culturale e identitario, che si inserisce pienamente nella tradizione italiana di promozione della memoria dell'emigrazione e del legame con le nostre collettività all'estero”. Il Museo “costituirà il primo esempio, al di fuori dell'Italia, di una struttura permanente interamente dedicata all'emigrazione italiana, a tutti gli effetti un'estensione naturale del lavoro avviato con il Museo nazionale dell'emigrazione italiana di Genova”. L'iniziativa, ha aggiunto la sottosegretaria, “è l'esempio di una virtuosa azione coordinata di tutto il Sistema-Italia presente nella città: Ambasciata, Consolato, parlamentari eletti all'estero e consiglieri del CGIE (Consiglio Generale Italiani all'Estero), con il sostegno delle principali espressioni dell'associazionismo italiano locale e l'interesse di numerose imprese italiane attive sul territorio”.
Il Museo, ha rilevato Tripodi, “ubicato in un'area ad alto valore strategico e simbolico della capitale argentina, sarà uno strumento di promozione culturale, educativa e identitaria, rivolto in particolare alle giovani generazioni, finalizzato a rafforzare la proiezione culturale dell'Italia nel continente sudamericano, contribuendo alla diplomazia pubblica ed alla diffusione dei nostri valori”. Dunque, ha concluso, è “fondamentale il pieno sostegno del nostro Paese, in primo luogo tramite le sedi diplomatico-consolari presenti sul territorio, affinché un progetto tanto ambizioso quanto innovativo possa essere valorizzato al massimo, a maggior ragione in una città come Buenos Aires, tanto strategica per l'espressione del soft power italiano nel mondo”.
Nel dibattito – durante il quale deputati di Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno chiesto di sottoscrivere la risoluzione – Fabio Porta (Pd) ha espresso “apprezzamento per l'iniziativa, segno tangibile dell'attenzione verso la comunità italiana in Argentina”, sostenendo l’utilità di “inquadrare l'istituendo “Museo dell'italianità” di Buenos Aires in una rete di analoghe istituzioni museali sparse nel mondo, affidandone il coordinamento al Museo nazionale dell'emigrazione italiana di Genova”.
Secondo Formentini l'approvazione della risoluzione “consente, tra le altre cose, di focalizzare l'attenzione della Commissione sull'America Latina, ingiustamente trascurata in quanto al di fuori degli attuali scenari di crisi” e “può contribuire anche a tutelare la memoria di Cristoforo Colombo, oggetto di ingiustificati attacchi alimentati dalla cultura woke, in voga negli Stati Uniti prima dell'avvento dell'Amministrazione Trump, che non a caso ha ripristinato il Columbus Day”. Un riferimento, quello alla cultura woke, “del tutto incongruo” per Amendola (Pd).
Ricciardi (Pd), pur apprezzando l'iniziativa, ha chiesto “chiarimenti sulle risorse finanziarie necessarie per realizzare il museo. Ritengo incongruo – ha aggiunto – che maggioranza e Governo rendano questo tributo alla comunità italiana in Argentina dopo aver convertito in legge il decreto-legge n. 36 del 2025, che ha inferto un colpo mortale alle attese di tanti oriundi che aspiravano ad ottenere la cittadinanza italiana. Auspico, dunque, che l'approvazione della risoluzione in esame possa contribuire ad avviare la riflessione per correggere gli evidenti errori della citata normativa”.
Sul fronte delle risorse, Tripodi ha precisato che “l'istituzione del museo ha un costo stimato di circa 7 milioni di dollari: l'onere finanziario dovrebbe essere sostenuto da circa 50 aziende private, che hanno già manifestato l'interesse a contribuire. La gestione potrebbe essere poi affidata ad una fondazione appositamente costituita, sul modello di quella che amministra il teatro Coliseo, simbolo storico della cultura italiana in Argentina. Peraltro, - ha precisato - è ancora in corso l'iter di approvazione del progetto: il Governo della Città di Buenos Aires ha già concesso l'uso quinquennale del terreno, con il fondato auspicio che si possa accedere all'estensione trentennale di tale concessione da parte delle autorità locali”.
Onori (Az) ha chiesto di precisare nella risoluzione che “l'intervento non reca oneri a carico della finanza pubblica”, mentre Amendola (Pd) ha chiesto di “condividere con la Commissione l'elenco delle aziende interessate a finanziare il progetto”. Richiesta, quest’ultima, accolta dalla sottosegretaria che ha ribadito come sia “apprezzabile che lo sforzo economico sia sostenuto da soggetti privati”.
Riferendosi alle richieste dei colleghi, Tirelli (Maie) ha quindi ricordato che “l'iter per l'istituzione del museo è stato accuratamente seguito all'Ambasciata italiana a Buenos Aires, che si è fatta carico di individuare imprese potenzialmente interessate ed avviare le necessarie interlocuzioni con le autorità locali”.
A Boldrini (Pd) che chiedeva di approvare la risoluzione solo dopo la conclusione dell'iter in corso in Argentina, Formentini ha risposto sottolineando “l'esigenza di procedere al voto della risoluzione”. Dopo un botta e risposta sulla necessità di conoscere e verificare le imprese coinvolte nel progetto, e la proposta di riformulazione della risoluzione suggerita da Tripodi, la Commissione ha approvato l’atto riformulato.
Questo il testo.
La III Commissione,
premesso che:
nei pressi dell'aeroporto Jorge Newbery di Buenos Aires dal 2017 si trova ubicato un monumento a Cristoforo Colombo realizzato in marmo di Carrara dallo scultore Arnaldo Zocchi e donato dalla comunità degli italiani in Argentina al governo locale;
per effetto di un decreto, quello a Cristoforo Colombo è stato dichiarato il 14 novembre 2019 «monumento storico nazionale»;
la Federazione delle istituzioni italiane della circoscrizione consolare di Buenos Aires, di seguito Fediba, propone di creare un Museo dell'italianità;
il Museo dovrebbe essere allestito in un immobile da erigere in prossimità del monumento a Cristoforo Colombo su una superficie pari a 1.500 metri quadrati, già individuata;
scopo del Museo dell'italianità sarebbe quello di interpretare, raccontare e rappresentare il patrimonio immateriale dell'emigrazione italiana in Argentina;
nelle intenzioni dei proponenti, il funzionamento del Museo dell'italianità verrebbe assicurato da una fondazione ad hoc, che sarebbe modellata sull'esempio della già attiva fondazione culturale Coliseum;
il 7 dicembre 2023 il Comites di Buenos Aires, Fediba e il Governo della Città Autonoma di Buenos Aires hanno firmato presso l'Ambasciata d'Italia un permesso d'uso precario del terreno su cui dovrebbe sorgere il Museo valido cinque anni;
per assicurare tuttavia adeguata profondità temporale al progetto, è stato altresì presentato alla Legislatura della Città Autonoma di Buenos Aires un disegno di legge che mirerebbe a riconoscere una concessione trentennale e godrebbe al momento del consenso necessario alla sua approvazione,
impegna il Governo:
ad assicurare, per quanto di competenza, il sostegno del nostro Paese al progetto di creazione del Museo dell'italianità a Buenos Aires, anche offrendo tramite i presidi diplomatici e consolari in situ tutta l'assistenza necessaria ai promotori;
ad informare periodicamente il Parlamento sulle fonti di finanziamento e sull'esecuzione del progetto”. (aise)