Servizi per i cittadini e le imprese all'estero: iniziato l’esame dell’Aula

ROMA\ aise\ - È iniziato questa mattina nell’Aula di Montecitorio l’esame del disegno di legge "Disposizioni per la revisione dei servizi per i cittadini e le imprese". Di iniziativa governativa, il ddl è collegato alla manovra di finanza pubblica per il 2025.
Ad illustrare il testo ai colleghi è stato il relatore Andrea Orsini (Fi), il cui intervento è stato seguito da quello di Toni Ricciardi (Pd), relatore di minoranza, e di Fabio Porta (Pd), unico deputato iscritto a parlare.
Il provvedimento è composto da sette articoli divisi in tre Capi, il primo dei quali “incide profondamente sulle funzioni consolari”, ha detto Orsini, perchè “concentra le risorse sulle attività prettamente di rappresentanza e di tutela dei connazionali all'estero, sottraendo ai consolati le competenze burocratiche e amministrative che non sono proprie della loro funzione: mi riferisco, nello specifico, al riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis”. Le pratiche per il riconoscimento, infatti, saranno gestite “da un'apposita struttura specializzata presso il Ministero degli Esteri”. Questo accadrà, in base ad un emendamento approvato in Commissione, presumibilmente dal 2028, cioè “dal 1° gennaio del terzo anno solare successivo a quello in corso alla data dell'entrata in vigore della legge”.
Ai consolati rimarrà la competenza di “accertare il mantenimento della cittadinanza da parte di persone residenti nella circoscrizione e già riconosciute come cittadini, e il conseguente riconoscimento del possesso della cittadinanza per i loro figli minori”.
Le domande di riconoscimento della cittadinanza che saranno presentate alla nuova struttura del Maeci dovranno essere inviate “esclusivamente tramite servizio postale, in deroga a quanto previsto dal codice dell'amministrazione digitale, corredate dalla documentazione cartacea originale e della prova del versamento dei servizi consolari”. La scelta del mezzo cartaceo, ha rivendicato il relatore, “ha lo scopo di rendere più facile l'individuazione di anomalie, frodi o di altre scorrettezze nella documentazione che proviene da Paesi molto diversi fra loro sul piano sia della digitalizzazione stessa sia dei controlli di regolarità antifrode. Naturalmente, le comunicazioni ufficiali fra il richiedente e il MAECI si svolgeranno esclusivamente con posta elettronica, con valore di notifica, anche se non certificata”.
L’iter del provvedimento – grazie all’approvazione di un altro emendamento – dovrà concludersi non in 48 mesi ma in 36.
L'articolo 2 “disciplina la legalizzazione di firme di atti da e per l'estero, ai fini di superare alcune incertezze applicative”, l'articolo 3 tratta modifiche alla legge sull'anagrafe e il censimento degli italiani all'estero per adeguarla ai cambiamenti normativi avvenuti in materia di anagrafe – cioè l’Anpr - l'articolo 4 introduce alcuni aggiornamenti alla normativa sui passaporti.
Quanto alla Carta di identità elettronica, l'articolo 5 prevede che “la carta d'identità sia titolo valido per l'espatrio, se non sussiste una condizione che legittima il diniego al ritiro del passaporto”. Grazie ad un altro emendamento, ora gli iscritti Aire potranno chiedere la Cie anche ai Comuni di residenza.
L'articolo 6 contiene alcune disposizioni organizzative relative all'ordinamento del personale della Farnesina e l’ultimo, il 7, reca le coperture finanziarie.
Relatore di minoranza e deputato eletto all'estero, Toni Ricciardi ha riconosciuto le modifiche approvate in Commissione, sostenendo però che non sono ancora sufficienti per tutelare i connazionali che, ha ricordato citando il sottosegretario Silli, sono diventati 7.300.000.
Anche in questa sede, Ricciardi ha ribadito le critiche delle opposizioni alla centralizzazione delle pratiche di cittadinanza alla Farnesina – “ancora non è ben chiaro come codesta organizzazione possa gestire una pletora di cittadinanze variegate e variopinte e capire come intervenire dal punto di vista legislativo e procedurale”; al tempo previsto per espletare le pratiche – 36 mesi sono comunque più dei 24 previsti dalla legge sulla Pa; all’esclusività della trasmissione della documentazione cartacea in un mondo che ha va verso la digitalizzazione.
“Siete il Governo che maggiormente ha sottratto agli italiani all'estero”, ha detto Ricciardi citando le riforma sulla cittadinanza entrata in vigore a maggio.
“Anche durante la trattazione in Aula, attraverso gli emendamenti che abbiamo ripresentato e attraverso gli ordini del giorno, continueremo e cercheremo di attenuare la penalizzazione crescente che, ahinoi, questo Governo sta adottando nei confronti di un patrimonio che l'Italia ha e che sono gli italiani all'estero”, ha annunciato il deputato eletto all’estero, secondo cui “nell'arco del prossimo quinquennio, rischieremo di raggiungere quota 10 milioni di iscritti all'AIRE”.
Unico iscritto a parlare Fabio Porta, deputato Pd eletto in Sud America, che ha riconosciuto “alcuni significativi miglioramenti” apportati in Commissione al ddl che continua ad avere “un impianto che mantiene fortissime criticità che rischiano di tradursi in nuovi oneri per i connazionali e in nuovi colli di bottiglia per la stessa rete consolare, specialmente nella fase di transizione”. L’auspicio è che “i lavori dell'Aula” possano “perfezionare questo provvedimento, salvaguardando diritti, efficienza, sostenibilità finanziaria”.
Ribadite le critiche alla nuova legge sulla cittadinanza, Porta, come Ricciardi, ha reiterato le perplessità delle opposizioni per la gestione centralizzata delle pratiche, la loro “cartacizzazione” e i tempi: perché, come detto, “è vero che, grazie a un nostro emendamento accolto dal relatore, dal Governo, li abbiamo ridotti da 48 a 36 mesi, ma ricordo che il tempo normale previsto dalla legge di un iter amministrativo è di 24 mesi”. Secondo Porta, la nuova struttura “non sarà adeguata a rispondere a un flusso che arriverà da tutto il mondo”. Quanto ai flussi finanziari, “noi avevamo chiesto di introdurre il criterio secondo il quale i consolati devono essere remunerati, retribuiti, sostanzialmente rafforzati, in base a quanto incassano rispetto ai servizi, quindi passaporti, cittadinanze e documenti anagrafici. Questo criterio non è stato recepito, gli emendamenti volti ad evitare tagli al funzionamento della rete non sono stati accolti, e anche questo danneggia, sostanzialmente, il provvedimento”. Il deputato ha quindi elencato tutte le proposte delle opposizioni bocciate dalla maggioranza, soffermandosi in particolare sul “no” all’emendamento che “prevedeva una durata illimitata dei passaporti oltre il compimento dei 70 anni”, che avrebbe molto aiutato i connazionali più anziani. Porta – così come Ricciardi - ha quindi il lavoro del relatore e la disponibilità del sottosegretario Silli grazie alle quali nel passaggio in Commissione il testo è stato migliorato: “siamo riusciti a fare slittare di 1 anno la decorrenza di questo nuovo servizio, dal 1° gennaio 2027 al 1° gennaio 2028; abbiamo approvato interventi significativi sui tempi dei procedimenti di riconoscimento della cittadinanza; abbiamo rafforzato la tutela dei dati nel possibile affidamento a operatori esterni delle fasi di spedizione, ricezione, digitalizzazione delle istanze di cittadinanza, prevedendo la conformità alle indicazioni del Garante per la protezione dei dati personali, come proposto in un altro emendamento approvato in Commissione”. Il “risultato più importante” per Porta risiede nell’aver introdotto la possibilità del rilascio della Cie nei Comuni, una “richiesta storica delle comunità italiane all'estero”.
All’Aula “chiediamo di completare la transizione digitale del procedimento di cittadinanza con piattaforme sicure, integrate, prevedendo l'uso degli originali solo quando strettamente indispensabili e con pre-verifiche digitali certificate; di rimodulare i tetti transitori alle domande per nuovo ufficio e consolati, legandoli a indicatori di performance e obiettivi di implementazione tecnologica per evitare che i 36 mesi siano sistematici mentre dovrebbero essere eccezionali; di rafforzare la rete con un incremento selettivo di organico, fondi di funzionamento, ripristinando un equilibrio più favorevole alle sedi all'estero nella riassegnazione dei proventi; di attuare la legge di riforma dei patronati”. Sulla Cie “vogliamo che si stabilisca un cronoprogramma vincolante per i comuni, affinché la carta d'identità elettronica venga effettivamente concessa con un monitoraggio pubblico e supporto ai comuni. Infine, occorre definire standard operativi tra MAECI e Viminale per assicurare l'aggiornamento tempestivo dei registri, anche ai fini elettorali, dello stato civile”. (aise)