CIDIM: domani a Budapest il concerto del duo pianistico Bravi-Scapicchi
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BUDAPEST\ aise\ - Con un programma complesso che va dalle musiche di Salvatore Sciarrino a quelle di Ravel, domani, giovedì 20 febbraio, alle ore 18.30, il duo pianistico composto da Francesco Bravi e Adriano Leonardo Scapicchi, si esibirà nella Sala Federico Fellini dell'Istituto Italiano di Cultura di Budapest.
Il programma completo comprende anche opere di Respighi, Berio, Capogrosso e Say.
Il concerto appartiene al progetto “Giovani talenti musicali nel mondo”, frutto della positiva sinergia fra Accademia Musicale Chigiana, Fondazione Accademia Internazionale 'Incontri col Maestro' di Imola e il CIDIM (Comitato Nazionale Italiano Musica), e viene organizzato in Ungheria dall'Istituto Italiano di Cultura di Budapest.
“Francesco Bravi e Adriano Leonardo Scapicchi suonano regolarmente in duo dal 2019, sono stati ospiti di numerosi festival prima a Roma e in Italia e poi anche negli Stati Uniti, dove lo scorso anno hanno intrapreso un lungo tour che li ha visti esibirsi in prestigiose sale in Virginia, Arkansas, Texas, e New York, inclusa la Weill Recital Hall della Carnegie Hall - spiega il Presidente di AIAM (Associazione Italiana Attività Musicali) e Vicepresidente del CIDIM, Francescantonio Pollice -. Nel 2025 hanno in programma concerti in Italia, e in tanti altri paesi del nostro continente, compreso l’Ungheria. Sono due musicisti giovanissimi e di grandi prospettive che a quattro mani hanno saputo conquistare in pochi anni pubblico e critica”.
“Cinema, fotografia, letteratura, musica e tanto altro ancora. Il calendario di eventi del nostro Istituto è multiforme e giovedì propone agli spettatori che abitualmente ci seguono l’esibizione di due giovanissimi talenti della tastiera che si esibiscono a quattro mani su un unico pianoforte. Un concerto emozionante che organizziamo insieme al CIDIM per permettere ai nostri migliori artisti italiani di esibirsi all’estero, consentendo così al pubblico locale di conoscerli e apprezzarli come meritano”, conclude Gabriele La Posta, Direttore Istituto Italiano di Cultura a Budapest. (aise)