Da Venezia a Podgorica: con “LoveBar” la danza verticale arriva in Montenegro

PODGORICA\ aise\ - “LoveBar – danza verticale”, uno spettacolo di grande impatto visivo della Compagnia “Il Posto Danza Verticale” di Venezia – la prima compagnia in Italia ad essersi specializzata nelle performance su piani verticali – arriva a Podgorica.
Lo spettacolo è organizzato dall’Ambasciata d’Italia a Podgorica, in collaborazione con l’Istituto italiano di cultura di Belgrado e il Rettorato dell’UCG, nell’ambito delle celebrazioni del 50° anniversario dell’Università del Montenegro, e si svolgerà il 16 luglio, dinnanzi al Palazzo del Rettorato di Podgorica, alle ore 21.15.
Uno spettacolo che mescola danza, architetture e suoni, esplorando le relazioni e i confini tra performance e installazione. I corpi danzano poeticamente, sospesi a mezz’aria, volteggiano a molti metri da terra, instaurando un nuovo rapporto con lo spazio insieme alla proiezione video e alla scenografia di luce site-specific. Il tutto accompagnato dall’eccezionale supporto musicale del famoso sassofonista Marco Castelli, che unisce la sua performance solista alla musica elettronica.
La nuova creazione verticale della coreografa Wanda Moretti è un adattamento di Marco Gnaccolini da “La Bottega del Caffè” di Carlo Goldoni.
La commedia settecentesca è stata tradotta in una vera e propria partitura fisica attraverso la coreografia di danza verticale: le parole dei personaggi trasformate in sequenze danzate, gli intrecci tra personaggi svelati in forma corporea, i rapporti tra classi sociali resi in azioni fisiche. La drammaturgia goldoniana è in grado di parlare alla contemporaneità, rappresentando dinamiche sempre attuali di potere, socialità e commercio.
I veri protagonisti de La Bottega del Caffè in questo “LoveBar” sono i contesti sociali stessi ed è la loro fisicità a rappresentare la strada comune tra le due opere. Infatti, gli spazi mescolandosi con i corpi attivano quella forza per cui l’identità di un luogo diventa parte imprescindibile della persona. La musica gioca su richiami, interferenze, citazioni, riformulazioni tra elettronica, jazz e rock.
Marco Castelli ha composto brani ricchi di echi e allusioni, che rappresentano l’universalità dei personaggi, dipingendo caratteri e mondi nei quali viviamo. (aise)