”Roberto Crippa – Il vortice dei colori”: omaggio del Consolato Generale a Lugano
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LUGANO\ aise\ - “Roberto Crippa. Il vortice dei colori” è il titolo della mostra che si è aperta il 13 febbraio scorso presso la Sala Carlo Cattaneo del Consolato Generale d’Italia a Lugano. In programma sino al 14 marzo, l’esposizione è stata promossa dal Consolato stesso per rendere omaggio a uno dei grandi protagonisti del Novecento italiano.
Curata da Paolo Repetto e organizzata in collaborazione con Repetto Gallery, la mostra presenta una selezione di venti opere provenienti da collezioni private, tra sculture, dipinti, collages e disegni, che testimoniano la straordinaria creatività e versatilità di Roberto Crippa (Monza, 1921 – Bresso, 1972), il cui percorso artistico è stato spesso ingiustamente trascurato.
Visionario e sperimentale, l’artista è stato capace di unire tradizione e innovazione in una parabola artistica poliedrica, caratterizzata dalla ricerca incessante di tecniche e materiali. Dopo gli esordi figurativi e la frequentazione presso l’Accademia di Brera, dove fu allievo di Achille Funi, il suo incontro con il movimento spazialista segnò una svolta decisiva nella sua carriera: l’artista si avvicinò alla corrente fondata dall’amico Lucio Fontana diventandone originale interprete e dinamico esploratore dello spazio pittorico. Parallelamente alla sua attività artistica, Crippa coltivò una passione per il volo acrobatico, un interesse che influenzò profondamente il suo lavoro, intriso di un senso di movimento e dal sogno di penetrare negli spazi infiniti del cielo. Proprio in quest’ultimo spazio la sua vita si concluderà tragicamente, nel 1972, durante l’ultimo volo acrobatico in preparazione dei Campionati Mondiali, lasciando un’eredità artistica che continua a essere fonte di ispirazione.
L’esposizione si apre al pubblico presentando le celebri Spirali, una serie iniziata nel 1948 che rappresenta uno dei soggetti cardine della produzione di Crippa. Inizialmente realizzati in bianco e nero e poi arricchiti da colori intensi, testimoniano la volontà dell’artista di tradurre il movimento nello spazio. Rappresentazioni di energia pura e movimento perpetuo, tali linee sinuose e concentriche convergono nella superficie pittorica e generano un’energia centripeta verso nuclei che, come dichiarò lo stesso artista, “volevano essere discorsi nello spazio”, in un’intensa fusione tra l’arte spaziale e l’informale europeo che evidenzia il desiderio di superare i confini della bidimensionalità.
Negli anni Cinquanta, Crippa approfondì ulteriormente la sua indagine artistica con la realizzazione dei quadri polimaterici. In queste opere, materiali eterogenei quali sughero, plastica, legno, ferro e carta si combinano su ruvide superfici metalliche. Questa tecnica, pur richiamando le sperimentazioni di Alberto Burri, si distingue per la sua capacità di trasformare la materia in paesaggi interiori, dove ogni elemento contribuisce a una narrazione complessa e stratificata.
Un ulteriore capitolo significativo della sua carriera è rappresentato dai cosiddetti Totem. Questi dipinti e sculture, ispirati al Surrealismo e influenzati da artisti come Max Ernst, Roberto Matta e Victor Brauner, esplorano forme primordiali che uniscono il linguaggio arcaico con un’estetica moderna.
L’esposizione offre così uno scorcio sul Crippa scultore, dove la tridimensionalità diventa un mezzo per espandere ulteriormente il suo universo artistico. Roberto Crippa. Il vortice dei colori celebra così una visione artistica in grado di abbattere i confini tra tecnica, materia e spazio, restituendo al pubblico l’intensità di un linguaggio profondamente originale.
Grazie al contributo di BG Suisse, è stato realizzato un catalogo che documenta le opere esposte e contiene un testo critico del curatore Paolo Repetto. (aise)