Verso la finale dello Strega: il Premio della Dante a Raffaella Romagnolo

ROMA\ aise\ - Ieri, 2 luglio, a Palazzo Firenze (sede centrale romana della Società Dante Alighieri) Raffaella Romagnolo ha ricevuto il premio della Dante all’autore più votato dai Presidi letterari nel progetto “La Dante al Premio Strega”. Il premio è stato consegnato dal Segretario generale Alessandro Masi all’autrice di "Aggiustare l'universo" (Mondadori), nella sestina del premio Strega 2024 anche grazie al voto dei Presidi letterari della Dante. I Presidi, 99 in tutto e in gran parte collegati a distanza o presenti, hanno posto all’autrice molte domande sul libro.
“La preferenza dei circoli di lettura della Dante per la storia di Gilla e Ester – ha dichiarato Masi – confermano il successo della nostra letteratura nel mondo e l’apprezzamento per un libro scritto molto bene, che ha meritato il premio della Dante. I nostri temi strategici (libri, letteratura, questione ebraica e valore della memoria) sono tutti in quest’opera che speriamo riceva il riconoscimento della giuria dello Strega, dopodomani (domani – ndr)”.
Dal presidio di Amman la domanda sul rapporto tra i processi di guarigione e di ricostruzione esplorati nella finzione narrativa dai personaggi di Gilla e Francesca e quelli delle persone comuni nei contesti di conflitto di oggi. L’autrice propone “un altro libro, che risponde meglio del mio: Patria, di Aramburu” e spiega: “anche in Sudafrica il miglioramento è venuto da un reciproco riconoscimento di responsabilità che ha ricomposto una guerra lunga e lacerante”.
Da Verviers (Belgio) e da La Plata (Argentina), l’interrogativo sulla funzione della scuola nel libro attraverso la maestra Gilla: “che con pazienza e tenacia affronta il compito di svelare la storia nascosta nel silenzio di Ester”. “Nel momento in cui la scuola diventa per tutti – risponde Romagnolo - con l’Unità italiana, è anche il luogo dove ciascuno può sperimentare se stesso. Si tratta di uno spazio di crescita fondamentale, ma ad ogni problema sociale oggi ne sentiamo indicare solo carenze e non le funzioni più importanti come questa”.
A Verviers (“è possibile immaginare un seguito del romanzo?”) Romagnolo risponde che in realtà questo libro è il terzo di una serie sulla storia del Novecento: “La serie non è però una saga, ma fa perno sulle storie del Borgo di Dentro, immagine fedele del luogo dove sono nata, a Ovada, dove sono anche successe molte cose alla comunità ebraica.”
La domanda da La Plata, importante, è stata “se il mondo si può aggiustare per renderlo più giusto”. “La visione del mondo di un autore – risponde Romagnolo - viene fuori inevitabilmente, quando scrive, ma è difficile pensare a cambiamenti che rivoluzionino disuguaglianze e storture su un orizzonte di trasformazione totale. Ma in qualche modo per la protagonista del libro le cose cambiano, così per lei è possibile, il suo mondo si aggiusta”.
Sulla scelta dei temi del romanzo e sulla vicenda della famiglia ebraica Sacerdoti, domande sul ruolo della memoria storica, sull’indifferenza e sulla struttura narrativa dell’opera. “Che cosa ne vogliamo fare di quella memoria e della lezione di Levi, ora che i testimoni stanno scomparendo?” si chiede Romagnolo rispondendo al Presidio di Liegi. I fatti della IIGM sono decisivi per l’Europa di oggi ed è legittimo indagare quel periodo anche con la letteratura.
La registrazione dell’incontro è disponibile su www.dante.global. (aise)