Azione contro la Fame: il fragile “cessate il fuoco” in Libano non garantisce l'assistenza umanitaria

MILANO\ aise\ - Dopo più di due mesi di conflitto intenso, il cessate il fuoco entrato in vigore il 27 novembre 2024 ha segnato un passo cruciale verso la de-escalation della violenza e della distruzione in Libano. Azione Contro la Fame ha accolto positivamente questo accordo, che offre la possibilità di alleviare la sofferenza della popolazione. Ma, secondo l’Ong internazionale, la situazione sul terreno rimane estremamente fragile. Le segnalazioni di violazioni del cessate il fuoco destano grande preoccupazione, poiché rischiano di vanificare gli sforzi già complessi per garantire la distribuzione di aiuti essenziali.
Nonostante gli accordi per il cessate il fuoco, l’accesso umanitario continua a essere gravemente ostacolato, in particolare nelle regioni di confine, dove la logistica è già di per sé difficile. Le condizioni instabili e la possibile escalation delle tensioni potrebbero comportare ulteriori ritardi nell’assistenza alla popolazione più vulnerabile, aggravando una situazione che richiede interventi urgenti e coordinati. Azione Contro la Fame esorta la comunità internazionale a sostenere e garantire l'attuazione del cessate il fuoco per assicurare l'accesso ai bisogni fondamentali e il successo degli sforzi di assistenza e ricostruzione.
Le difficoltà delle famiglie e dei rifugiati nella vita quotidiana
La distruzione o il danneggiamento delle abitazioni, delle infrastrutture essenziali, in particolare quelle relative a acqua e servizi igienico-sanitari, sta complicando il ritorno a casa per molte famiglie, costrette a vivere in rifugi temporanei. Ad oggi, 396 siti collettivi ospitano ancora più di 22.200 persone sfollate. Inoltre, il coprifuoco a sud del fiume Litani e le restrizioni di accesso a 62 villaggi ostacolano ulteriormente i movimenti.
Queste restrizioni, insieme ai rischi di ordigni inesplosi e contaminazione da mine, impediscono anche l'accesso umanitario e la capacità degli operatori di fornire assistenza tempestiva alle popolazioni colpite, mentre stiamo ampliando la distribuzione degli aiuti nelle aree più difficili da raggiungere. Garantire la sicurezza dei nostri team in condizioni così difficili rimane una priorità, il cui impegno instancabile è stato fondamentale durante questa crisi.
Rischio di malattie trasmesse dall'acqua
Nell’ambito della risposta all’emergenza, Azione Contro la Fame sta monitorando le dinamiche della popolazione, valutando i bisogni e analizzando i danni alle infrastrutture idriche, sanitarie e igieniche ai sistemi agricoli e alle strutture sanitarie, al fine di orientare gli sforzi di recupero. “Le infrastrutture e i servizi essenziali nelle abitazioni sono seriamente danneggiati, con gravi interruzioni nei sistemi igienico-sanitari. Questa situazione comporta un significativo aumento del rischio di malattie trasmesse dall'acqua. La distruzione su larga scala, in particolare delle infrastrutture idriche e sanitarie, rappresenta un ostacolo critico per le famiglie che desiderano tornare alle proprie case. Per affrontare questa emergenza, Azione Contro la Fame sta collaborando attivamente con altri attori umanitari, coordinando gli interventi per garantire un'efficace gestione e chiusura dei siti destinati agli sfollati interni” spiega Suzanne Takkenberg, Direttore di Azione Contro la Fame in Libano.
“L'inverno è arrivato e i rifugi non sono adeguati per affrontare le basse temperature. Azione Contro la Fame si sta impegnando per fornire supporto immediato alle famiglie nei rifugi e a quelle che cercano di tornare, offrendo cibo, acqua, ripari, coperte, materassi, riscaldamento e assistenza” aggiunge Takkenberg.
Insicurezza alimentare
L'insicurezza alimentare sta peggiorando, con l'aumento dei prezzi e il crescente numero di persone che, avendo perso i propri mezzi di sussistenza, non riescono più ad acquistare cibo o a procurarsi gli utensili necessari.
“È particolarmente critico supportare le donne in gravidanza e le persone che si prendono cura di bambini piccoli per ridurre il rischio di carenze nutrizionali e prevenire la malnutrizione o ritardi nello sviluppo durante questo periodo di crescita vitale. Non stiamo solo fornendo cibo e istituendo cucine comunitarie nei rifugi, ma stiamo anche monitorando i casi di malnutrizione e fornendo cibo supplementare a madri e bambini” spiega Suzanne Takkenberg.
Azione Contro la Fame spiega di rimanere impegnata nell'assistere le popolazioni colpite, adattandosi all'evoluzione della situazione. L'organizzazione chiede un sostegno internazionale continuo per garantire che il cessate il fuoco porti a una pace duratura nella regione, compresa la catastrofe umanitaria in corso a Gaza. (aise)