“Migranti, missionari di speranza”: numero speciale del periodico della Migrantes per la GMMR 2025

ROMA\ aise\ - È in uscita il numero 7/8 del 2025 di “Migranti Press”, il periodico della Fondazione Migrantes. Si tratta di un numero speciale, interamente dedicato alla Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2025 (GMMR), che quest’anno – per volontà di papa Francesco – si celebra eccezionalmente in concomitanza con il Giubileo dei migranti e del mondo missionario (4-5 ottobre 2025).
Nella prima parte del numero, una serie di articoli propone una sintesi essenziale delle principali tendenze degli ultimi 25 anni negli ambiti di azione pastorale e di ricerca della Fondazione Migrantes (emigrazione, immigrazione, rifugiati e richiedenti asilo, rom-sinti e camminanti, spettacolo viaggiante) e nella legislazione e giurisprudenza italiana dello stesso periodo.
La seconda parte è dedicata a uno speciale regionale – sempre suddiviso per ambiti – che in quest’anno giubilare si sofferma sul Lazio.
In copertina, il tema e l’immagine usata per il manifesto della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. E poi: il commento biblico al tema della GMMR di Claudio Monge e il sussidio liturgico per la celebrazione della GMMR.
Nel suo Messaggio per la GMMR, “Leone XIV evoca una missio migrantium”, scrive nell’editoriale il direttore della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, che continua: “la “missione realizzata dai migranti, per la quale devono essere assicurate un’adeguata preparazione e un sostegno continuo frutto di un’efficace cooperazione interecclesiale”. Il Papa sembra volerci dire che è proprio questa, oggi, la prima forma di testimonianza evangelica di speranza da contemplare, accanto, certamente, a quella delle comunità che li accolgono. Sono migranti e rifugiati i primi missionari della speranza in questo tempo in cui il cielo appare chiuso come lo sono tante frontiere! Una sottolineatura che mi fa vedere meglio che spesso diamo molto – troppo? – più spazio a quello che facciamo e diciamo noi per loro, invece che direttamente alla voce, alla testimonianza e allo sguardo sulla realtà dei migranti e dei rifugiati, anche nelle nostre comunità”. (aise)