Quando la guerra si combatte sul corpo delle donne e delle bambine: il dossier di Terre des Hommes

ROMA\ aise\ - Le guerre oltre che sui campi di battaglia si combattono anche sul corpo e sulla mente delle donne, ragazze e bambine, vittime, spesso nel silenzio e nell’impunità generale, non solo delle bombe ma anche di stupri, matrimoni forzati, tratta e sfruttamento sessuale. Accertare i casi di violenza sessuale nei contesti di conflitto è, infatti, molto complicato e i numeri ufficiali sono ampiamente sottostimati: nel 2023 l’ONU è riuscita a documentarne appena 3.522, quasi totalmente a danni di vittime femminili (95%), tra queste 1.186 hanno colpito minori, per il 98% bambine.
La denuncia arriva dal Dossier indifesa 2024, “La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo”, di Terre des Hommes, presentato a Roma in vista della Giornata internazionale delle bambine del prossimo 11 ottobre.
Nel 2022 secondo le Nazioni Unite, erano 614 milioni le donne, ragazze e bambine che vivevano in paesi interessati da conflitti armati – il 50% in più rispetto al 2017 – ma è una stima che va già rivista al rialzo alla luce delle nuove guerre e situazioni di instabilità scoppiate nell’ultimo anno, segnato, secondo il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, dal “più alto numero di conflitti armati dalla Seconda Guerra Mondiale”.
La violenza verso donne e bambine durante un conflitto può avere tante forme, con minacce che arrivano non solo dall’esterno ma anche dai contesti familiari. Se lo stupro è da sempre un’arma di guerra, usata per punire e controllare la popolazione, le giovani possono anche essere vittime di rapimento, tratta e sfruttamento sessuale. In contesti precari come sono gli scenari di guerra, quando i fattori di rischio si intensificano e vengono meno i presidi di prevenzione e contrasto, aumentano anche i matrimoni forzati e la violenza domestica.
“Quando è in corso una guerra, agire e tutelare la popolazione, in particolare le ragazze e le bambine, è tanto difficile quanto necessario e urgente. Queste violenze inaccettabili generano traumi, paura e dolore, rappresentando forse la peggiore manifestazione di abuso di potere perpetrata dagli uomini sul corpo delle donne, e in molti casi, sul corpo di bambine e ragazze”, ha dichiarato Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes. “In questi giorni seguiamo da vicino il conflitto a Gaza e in Cisgiordania che si è esteso al Libano. Sono aree dove Terre des Hommes è presente da molti anni con progetti a favore dell’infanzia e dove, lo sappiamo, per bambine e ragazze il rischio di subire violenza aumenta in modo esponenziale. In tale contesto di emergenza a loro è rivolto il nostro impegno instancabile, per individuare i bisogni specifici e fornire prontamente il sostegno e la protezione adeguati”.
Tra gli scenari di guerra dai quali arrivano notizie allarmanti in relazione ai crimini a danno di donne, ragazze e bambine: Israele e Palestina, Sudan, Ucraina.
ISRAELE E PALESTINA
“Ci sono ragionevoli motivi per ritenere che durante gli attacchi del 7 ottobre si siano verificate violenze sessuali legate al conflitto in diverse località” sono le conclusioni del rapporto della rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per la violenza sessuale nei conflitti, in seguito alla missione che aveva l’obiettivo di documentare i casi di violenza sessuale commessi il 7 ottobre 2023 e nei giorni seguenti da Hamas e dagli altri gruppi che hanno partecipato all’assalto. Missione che si è scontrata con le difficoltà tipiche per questo genere di indagine, come la reticenza di vittime e testimoni, oltre che con complicazioni specifiche di questo caso: la maggior parte delle vittime era morta e chi si è occupato di raccogliere i corpi non ha dato priorità alla raccolta delle prove. Per verificare la reale portata dell’utilizzo dello stupro come arma di guerra saranno, quindi, necessarie ulteriori indagini.
La situazione per donne, ragazze e bambine è particolarmente grave all’interno della Striscia di Gaza, dove a sfollamento e assenza di cibo, acqua, servizi igienici e assistenza sanitaria, va aggiunto il costante timore di subire violenze.
Secondo Unpfa circa 1,9 milioni di abitanti di Gaza sono sfollati in varie zone della Striscia. 43.580 di loro sono donne incinte. La loro vita viene sconvolta dai continui ordini di evacuazione, rendendo più difficile l’accesso ai servizi essenziali per le donne e le ragazze, comprese le circa 180 donne che partoriscono ogni giorno, spesso senza poter essere assistite da ostetriche e senza anestesie e farmaci che ne allevino il dolore.
La mancanza di privacy e igiene sono due elementi particolarmente importanti per le ragazze sfollate. Campi sovraffollati, bagni in condizioni pessime, carenza di assorbenti. A Gaza non è possibile garantire l’igiene mestruale e la salute riproduttiva per donne e ragazze.
Inoltre, nonostante, a causa delle terribili condizioni, non siano reperibili dati ufficiali gli esperti delle Nazioni Uniti hanno espresso preoccupazione in relazione a segnalazione di trattamenti “disumani e degradanti” e “molteplici forme di violenza sessuale” ai danni di donne e bambine palestinesi da parte dell’esercito israeliano. In tale situazione di estrema precarietà, anche i conflitti famigliari vengono esacerbati, facendo esplodere la violenza domestica. Il Palestinian Medical Relief Society, partner di Terre des Hommes Italia, che a Gaza offre assistenza medica, psicologica e beni di prima necessità, è testimone di un altro preoccupante fenomeno che si sta diffondendo a Gaza, ma anche in Cisgiordania, a seguito della guerra: l’aumento dei matrimoni precoci. Le famiglie affrettano matrimoni con uomini che conoscono poco, per avere una bocca in meno da sfamare o per paura che le ragazze “perdano l’onore” in una situazione così instabile. Ma questo le espone al rischio di subire violenze e rimanere incinte quando sono ancora troppo giovani.
UCRAINA
In Ucraina la violenza di genere ha radici ben più profonde del conflitto attualmente in atto. Secondo UN Women, prima del febbraio 2022 una donna coniugata su 4 aveva subito violenza da parte del partner almeno una volta nella vita. Ma con lo scoppio prima della guerra in Donbass nel 2014 e poi dell’invasione russa su larga scala, le segnalazioni di violenze sessuali, abusi domestici e traffico di esseri umani sono aumentate. L’ONU ha denunciato stupri, da parte dei soldati russi, su bambine, ragazze e donne di tutte le età. Lo sfollamento, gli alti livelli di violenza, la militarizzazione e la rottura delle reti sociali e delle infrastrutture hanno reso le donne e le ragazze ucraine più vulnerabili alla violenza di genere negli spazi pubblici, ma anche in quelli privati.
Per supportare queste donne e ragazze Terre des Hommes Italia ha avviato il progetto “Women: Future Without Limits” che offre a chi ha subito violenza di genere un supporto psicosociale, orientamento ai servizi medico-psichiatrici e legali presenti sul territorio e contributi per promuovere l’indipendenza economica delle beneficiarie.
SUDAN
Con la guerra tra esercito e milizie paramilitari scoppiata nell’aprile 2023, in Sudan sono 6,7 milioni le persone a rischio di violenza di genere. Donne e ragazze rifugiate e migranti, a causa di quella che è la più grande crisi di sfollati al mondo, sono le più vulnerabili. Secondo l’UNHCR i livelli di violenza sessuale a cui sono sottoposte donne e ragazze nel paese sono “allarmanti”: molte delle rifugiate hanno subito o assistito a stupri, aggressioni e sfruttamento sessuale sia nelle aree di conflitto in Sudan, sia durante gli spostamenti, sia nei paesi di asilo. (aise)