Tax for humanity: parte dall'Italia l'appello per introdurre una tassa umanitaria nei paesi ricchi

ROMA\ aise\ - L’idea è semplice: abbattere la fame nel mondo introducendo nei paesi ricchi una tassa annuale di valore modesto, di carattere progressivo e dalla quale sia esentato chi non se la può permettere. È la proposta di "Tax for humanity", un appello transnazionale lanciato da un gruppo di italiani al quale hanno già aderito 15 Accademici dei Lincei, filosofi di fama internazionale, due Palme d’Oro a Cannes, un Premio Strega, un Leone d’argento alla Biennale Arte e due David di Donatello.
Il punto di partenza per tale appello è una stima delle Nazioni Unite: servono 7 miliardi di dollari all’anno per salvare la vita ai 45 milioni di persone che ogni anno nel mondo rischiano di morire di fame. Visto che gli abitanti dei maggiori paesi ad alto reddito ammontano a circa 1 miliardo di persone, basterebbe che ogni cittadino contribuisse annualmente con 7 dollari, cioè 6,50 euro, per evitare la morte di quei milioni di persone. Portando il contributo obbligatorio a 10 euro si potrebbero destinare risorse significative per salvare chi soffre di gravi malattie facilmente curabili, è colpito dalla crisi climatica o subisce persecuzioni potenzialmente letali.
L’iniziativa umanitaria vede già la firma dei filosofi Peter Singer e Michael Walzer, l’ex presidente della Corte Costituzionale Franco Gallo, il politologo Gianfranco Pasquino e lo storico dell’arte Salvatore Settis, ma anche altre personalità come l’attrice Sabina Guzzanti, lo scrittore Premio Strega Emanuele Trevi, la politologa Nadia Urbinati, l’attivista ambientalista Anuna De Wever, i registi Fratelli Dardenne (Palma d’Oro al Festival di Cannes), il regista Jonas Carpignano (David di Donatello), la compagnia teatrale MOTUS, il curatore Francesco Stocchi (MAXXI, Roma), le artiste e gli artisti Giulio Paolini, Camille Henrot (Leone d’argento alla Biennale di Venezia), Adrian Paci, Gian Maria Tosatti (Direttore Quadriennale), Precious Okoyomon e Alice Pasquini.
La logica alla base dell'appello intende mostrare che anche se davanti al problema della povertà mondiale il più delle volte ci sentiamo impotenti, come residenti dei paesi ad alto reddito possiamo avere invece un impatto concreto per la sopravvivenza di milioni di persone, rinunciando a un importo – 10 euro l’anno - che per la grande maggioranza di noi non comporterebbe in alcun modo un significativo abbassamento dello standard di vita.
L’iniziativa verrà presentata martedì prossimo, 20 febbraio, alle ore 11.30 a Roma presso La Redazione di Scomodo (negli spazi di Spin Time) con la conversazione sul tema "Cura collettiva e diseguaglianze" con le firmatarie dell’appello Diletta Bellotti (giornalista e attivista), Susanna Fioretti (fondatrice di NOVE ed esperta in cooperazione umanitaria), Nogaye Ndiaye (scrittrice e attivista), Luisa Passerini (storica dell’età contemporanea e scrittrice) e Valentina Sbrescia (Scomodo). L’evento sarà introdotto da Leonardo Caldana, Davide Ferazza e Dario Pasquini, promotori di Tax for Humanity insieme con l’Associazione Valerio De Simoni.
L'evento servirà anche a discutere con la comunità dei firmatari, che include esperti di economia e diritto, l'impostazione di una vera e propria proposta di legge, da presentare nei prossimi mesi in Italia e all'estero.
Sul sito web bilingue è disponibile il testo completo dell’appello, che Tax for Humanity chiede a tutte e tutti di firmare online e di diffondere. (aise)