Una lettera per i portabandiera italiani di Lione – di Danilo Vezzio

LIONE\ nflash\ - Le vecchie fratture o cicatrici, a volta, causano dolori al cambiamento di tempo. Questa è stata la spiegazione che ho dato a uno dei nostri portabandiera, tutti friulani, che non voleva più partecipare alle cerimonie della Liberazione di Lione, a causa di una sfortunata osservazione di alfiere francese: “la vostra bandiera italiana era dalla parte sbagliata, contro di noi francesi”. Gli alfieri della DACI (Discendenti ex-Combattenti Italiani Lione) sono persone sensibili ed emotive, quindi bisogna sostenerli e rassicurarli. Vorrei confermare che a Lione le bandiere italiane sono definitivamente integrate nel panorama delle cerimonie ufficiali, le tombe del monumentale Carré des Italiens al cimitero della Guillotière giustificano la loro presenza, le 15.000 vittime italiane sulla Marna nel 1918 ci danno questo diritto “di sangue” e nessuno lo contesta. I dittatori, come Mussolini, passano, le bandiere portate da coraggiosi emigrati italiani rimangono. (nflash)