Cittadinanza e interpretazioni: Giacobbe (Pd) interroga Piantedosi
ROMA\ aise\ - “Aggiornare le normative e le disposizioni relative alla cittadinanza in maniera tale da contenere al meglio l'impatto di tale interpretazione sulla vita dei cittadini italiani all'estero e sui servizi consolari”. A chiederlo è Francesco Giacobbe, senatore Pd eletto all’estero, che, in una interrogazione al Ministro dell'interno Piantedosi evidenzia criticità dovute alle nuove linee interpretative contenute in una circolare del Viminale in materia di cittadinanza iure sanguinis.
“La circolare ministeriale del Protocollo 0043347 del 3 ottobre 2024, emessa dal Ministero dell'Interno, Dipartimento per i diritti civili, la cittadinanza e le minoranze, avente ad oggetto "Riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis - Nuove linee interpretative dettate da recenti decisioni della Corte di Cassazione", - scrive Giacobbe nella premessa – si basa su una sentenza che richiama principi di interpretazione della legge n. 555 del 1912, attribuendo il "ruolo del padre" come elemento determinante nella trasmissione della cittadinanza. Nello specifico si legge "l'unica interpretazione possibile del testo normativo, in ragione del criterio letterale, ma anche avendo riguardo alla sua ratio legis, poiché esso è chiaramente finalizzato a conservare l'unità di cittadinanza all'interno della stessa famiglia, nei termini in cui essa era intesa tanto nel 1865 che nel 1912, e cioè come comunità in cui era individuabile un "capo famiglia" che aveva la potestà sui minori, si assumeva la responsabilità di proteggere i soggetti minus habens (moglie e figli) e adottava decisioni che vincolavano tutti; e sempre che l'unità familiare fosse effettiva, in ragione della comune residenza"; la prassi applicata finora – ricorda il parlamentare – prevedeva l'acquisizione automatica della cittadinanza italiana jure sanguinis alla data di nascita per le persone nate all'estero da genitore in possesso della cittadinanza italiana”.
“La circolare – continua Giacobbe – suggerisce che laddove il "padre" abbia acquisito una cittadinanza straniera prima dell'entrata in vigore della legge n. 91 del 1992, e abbia conseguentemente perso la cittadinanza italiana, questa fattispecie causa automaticamente la perdita della cittadinanza italiana per i familiari, soggetti minus habens, cioè moglie e figli minorenni; l'interpretazione suggerita nella circolare ministeriale, colpisce migliaia di cittadini italiani all'estero, generando disagi e incertezze nei confronti del riconoscimento della cittadinanza italiana per discendenza, jure sanguinis”.
“Diversi Consolati italiani all'estero, infatti, - riporta il senatore – hanno comunicato ai nostri connazionali che sono in attesa di ulteriori chiarimenti sull'applicazione della circolare, generando confusione fra quanti sono in attesa del riconoscimento della cittadinanza o che vorrebbero iniziare nuove pratiche; l'applicazione della supremazia delle facoltà decisionali del "capo famiglia" nei confronti di moglie e figli minorenni considerati minus habens è oggi superata sia dalla nuova disciplina in merito di diritto di famiglia che, soprattutto, alla luce del dettato costituzionale. Ogni interpretazione normativa, infatti, dovrebbe riflettere valori e leggi costituzionali ed evitare discriminazioni di genere nelle politiche di cittadinanza”.
Il senatore, quindi, chiede a Piantedosi “quali misure, alla luce dei fatti esposti in premessa, intenda adottare per aggiornare le normative e le disposizioni relative alla cittadinanza in maniera tale da contenere al meglio l'impatto di tale interpretazione sulla vita dei cittadini italiani all'estero e sui servizi consolari, oramai rallentati in attesa di chiarimenti e aggiornamenti normativi”. (aise)