Cittadinanza iure sanguinis e giurisprudenza: Borghese (Maie) interroga Piantedosi

ROMA\ aise\ - “Il 3 ottobre scorso il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione (per precisione: la Direzione centrale per i Diritti civili, la Cittadinanza, le Minoranze) trasmetteva ai prefetti di tutta Italia, affinché ne dessero notizia ai sindaci e agli ufficiali di stato civile, una nota nella quale si dà conto della più recente prassi giurisprudenziale in ordine al riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis; tale interpretazione considera interrotte le linee di trasmissione della cittadinanza per un soggetto minore, qualora il genitore perda la cittadinanza italiana per naturalizzazione volontaria in altro Paese”. È quanto si legge nella premessa all’interrogazione che Mario Borghese, senatore del Maie eletto in Sud America, ha rivolto al Ministro dell’Interno Piantedosi, per evidenziare che “i soggetti che sarebbero colpiti da tale nuova interpretazione sono un numero molto ingente, anche difficile da quantificare”.
“Le argomentazioni interpretative” contenute nella nota del Viminale, sostiene il senatore, “muovono dall'analisi della legge n. 555 del 1912 che, dunque, allo stato è una fonte-atto approvata più di cento anni fa”.
Considerato che “il Ministero, e così tutti i pubblici poteri, debbano adeguarsi a interpretazioni recenti della Suprema Corte di cassazione”, Borghese chiede a Piantedosi “come intenda fare fronte alle esigenze che emergono da tale nuova interpretazione e se vi siano allo stato progetti normativi, a breve termine, per fare fronte a tale emergenza”. (aise)