Comitato 11 ottobre: facilitare il rientro dei giovani di origine italiana per lo sviluppo e contro lo spopolamento

ROMA\ aise\ - Nel giorno in cui l’Istat ha annunciato il persistere del declino demografico dell’Italia, con il conseguente invecchiamento della popolazione e relativi riflessi negativi sull’economia ed il welfare, è stata presentata nella sala Stampa di Montecitorio una Proposta di legge, a prima firma di Fabio Porta, deputato Pd eletto in Sud America, che può iniziare a dare una risposta a questo problema. Così in una nota il Comitato 11 ottobre di iniziativa per gli italiani nel mondo, che spiega come la norma preveda l’istituzione di un visto quinquennale con la possibilità di tramutarsi in permanente per i discendenti degli emigrati italiani all’estero e degli “italici” che intendano eleggere il Paese a propria residenza o a luogo in cui muoversi per condurre affari e generare ricchezza.
La portata della proposta, commenta il Comitato, “è fortemente innovativa nella misura in cui mira alla semplificazione delle norme e delle procedure di ingresso e permanenza, come d’altronde richiesto dall’Unione europea nel PNRR”. La disposizione è rivolta soprattutto alle giovani generazioni non provviste della cittadinanza italiana che manifestassero la disponibilità a trattenersi, studiare e lavorare in Italia a condizione che dimostrino di possedere la conoscenza della lingua, della cultura e siano disponibili a formarsi professionalmente nel nostro Paese.
Al momento, ha chiarito Porta durante la presentazione, firmatari della proposta sono alcuni deputati del PD ma sono in corso interlocuzioni con altri esponenti della maggioranza perché un simile problema sia condiviso nell’interesse della collettività nazionale che oggi perde in particolare la parte più giovane.
Tra i firmatari anche Christian Di Sanzo, deputato Pd eletto in Centro e Nord America, che, intervenendo alla presentazione, ha sottolineato come la proposta di legge si proponga di dare la possibilità a chi ama l’Italia di potersi trasferire e dare il proprio contributo per lo sviluppo economico, sociale e culturale del Paese.
L’opportunità è offerta, in genere, a tutti gli italiani all’estero ma risulta più appetibile a chi si trova in aree del pianeta con maggiore disagio, come ha chiarito Aldo Aledda, coordinatore del Comitato 11 ottobre di iniziativa per gli italiani nel mondo, che al riguardo ha curato le iniziative di studio e di confronto tra gli esperti, gli operatori e il mondo della politica, delle istituzioni e dell’associazionismo interessato a questo problema.
Il confronto che ne è seguito è stato franco e aperto a proposte e miglioramenti per la medesima proposta di legge. Esso ha raccolto il soddisfacimento del vice presidente dell’associazione “Italici”, Umberto Laurenti, giacché si tratta della prima volta che una legge definisce questa categoria di persone non italiane e nemmeno cittadine italiane che tuttavia amano e frequentano il nostro Paese e trattandosi, il più delle volte, di soggetti altamente qualificati dal punto di vista scientifico, accademico, imprenditoriale e professionale possono dare un grande contributo allo sviluppo dell’Italia.
Alla luce di queste novità, la manager del turismo Letizia Senise, che già opera a cavallo dell’Italia e dell’Argentina, ha auspicato che nel territorio si erigano ponti e che gli “italici” vengano trattati in modo unitario e non divisivo.
Sul tema ci sono state la testimonianza di Emanuela Locci, assessore al Comune di Ballao (CA) e storica dell’Università di Torino, che ha evidenziato come lo spopolamento sia un problema concreto di impoverimento della comunità e sostenuto che il turismo delle radici può costituire uno strumento importante per riappropriarsi delle radici e decidere di stabilirsi nei luoghi di origine. Ovviamente per fare questo è necessario essere attrattivi, soprattutto con la digitalizzazione.
Invece, Sabrina Simone, già sindaco di Pretoro (Ch), ha sottolineato l’importanza di rafforzare la dotazione organica dei comuni per poter porre in essere i compiti previsti dalla Proposta di Legge presentata.
Infine, dopo l’intervento Alexandre Del Valle, professore di origine italiana che insegna in Università italiane e francesi, ha auspicato che il problema della cittadinanza italiana sia trattato più equamente. In conclusione, Porta, chiudendo i lavori, ha dichiarato che “questo incontro costituisce un passaggio per ulteriori incontri e approfondimenti”, anche per migliorare il testo recependo preziose indicazioni sia dalla società civile che dall’interno del Parlamento.(aise)