Disparità nelle pensioni pubbliche e private all’estero: Albano risponde a Ricciardi (Pd)

ROMA\ aise\ - La disparità di trattamento fiscale dei pensionati pubblici (Ex Inpdap) e privati all’estero è “coerente con il Modello OCSE di Convenzione fiscale”, “largamente accettato nelle relazioni tra Stati”. Così la sottosegretaria all’economia, Lucia Albano, che ieri, in Commissione Finanze, ha risposto alla interrogazione con cui Toni Ricciardi (Pd) chiedeva al Mef se intendesse “promuovere, per quanto di competenza, anche in sede internazionale, una revisione delle convenzioni contro le doppie imposizioni e adottare iniziative normative per modifiche della disciplina volte ad assicurare un trattamento fiscale equo tra pensionati pubblici e privati residenti all'estero, evitando disparità non più coerenti con i principi di uguaglianza e con l'attuale quadro europeo della mobilità dei lavoratori”.
Ricciardi, in particolare, richiamava la Convenzione contro le doppie imposizioni tra Italia e Germania, in base alla quale le pensioni da lavoro privato sono tassate esclusivamente nel Paese di residenza del soggetto, mentre quelle pubbliche restano tassate in Italia.
“L'obiettivo generale della tipologia di convenzioni qui in rilievo risiede nell'eliminazione della doppia imposizione attraverso la ripartizione tra i due Stati contraenti dei diritti impositivi”, ha ricordato Albano. “Il singolo assetto regolatorio riflette, peraltro, la specificità delle relazioni storiche, economiche e sociali bilaterali tra gli Stati contraenti. D'altra parte, possono legittimamente sussistere dei trattamenti diversi nella legislazione interna degli Stati nazionali, ciascuno dei quali assoggetta a imposizione i redditi da pensione in base alla propria legislazione domestica. In ogni caso, ove gli Stati contraenti sono anche Paesi membri dell'Unione europea, la ripartizione della potestà impositiva avviene nel pieno rispetto delle libertà fondamentali di cui ai Trattati”.
Entrando nel merito della questione, la sottosegretaria ha sostenuto che “il differente trattamento dei pagamenti pensionistici privati (ex articolo 18) e pubblici (ex articolo 19) è coerente con il Modello OCSE di Convenzione fiscale, modello largamente accettato nelle relazioni tra Stati, cui pure il trattato italo-tedesco si ispira. In particolare, il Commentario al Modello OCSE, relativamente all'articolo 19, evidenzia come l'imponibilità nello Stato della fonte inizialmente rispondeva a esigenze di cortesia internazionale e di rispetto reciproco tra Stati sovrani”.
Lo stesso Commentario “sottolinea inoltre che il principio secondo cui la potestà impositiva spetta esclusivamente allo Stato che eroga il reddito è stato recepito in un numero così elevato di convenzioni stipulate tra gli Stati membri dell'OCSE da potersi considerare ormai consolidato a livello internazionale. Viene infine chiarito che le pensioni corrisposte agli ex dipendenti pubblici sono, ai fini fiscali, assimilate ai salari o agli stipendi percepiti dagli stessi lavoratori durante il periodo di servizio attivo”.
Quindi, ha concluso, “non sembrerebbero sussistere ragioni di carattere tecnico a sostegno della necessità di modificare i criteri di ripartizione pattizia della potestà impositiva con riguardo alle pensioni percepite dai lavoratori pubblici”.
Nella sua replica, Ricciardi si è detto “da un lato soddisfatto per la presa d'atto del problema, dall'altro insoddisfatto per l'assenza di una proposta risolutiva”. Il deputato eletto all’estero ha quindi invitato la sottosegretaria “ad intervenire fattivamente, come già più volte fatto in passato, per alleviare la condizione di quei pensionati italiani residenti all'estero, costretti, di fatto, a subire una doppia imposizione, con una sostanziale e gravosa decurtazione delle somme loro spettanti”. Ricciardi ha infine auspicato “un intervento tempestivo dell'Esecutivo”, assicurando la sua “massima cooperazione anche nell'individuazione degli strumenti che si riterranno più opportuni per fronteggiare la prospettata diseguaglianza”. (aise)