Europee: la mozione di Onori (Az) per il voto degli Aire extra Ue

ROMA\ aise\ - Consentire agli italiani residenti nei Paesi extra Ue che lo richiedano di votare in loco alle prossime europee. A chiederlo è Federica Onori, deputata di Azione eletta in Europa, in una mozione presentata alla Camera, sottoscritta dai colleghi di partito.
Nella premessa, citato l'articolo 48 della Costituzione, Onori ricorda che “l'Italia, così come un esiguo numero di altri Stati membri dell'Unione europea (Bulgaria, Cipro, Danimarca e Grecia), non consente ai propri cittadini residenti in Paesi al di fuori dell'Unione europea di votare alle elezioni del Parlamento europeo se non ritornando in patria. Gli altri Paesi membri dell'Unione, invece, prevedono la possibilità per i propri cittadini residenti all'estero in Paesi non UE di votare senza ritornare al Paese di origine”.
“A titolo esemplificativo, ai cittadini tedeschi e spagnoli residenti in Paesi al di fuori dall'Unione europea è consentito votare per corrispondenza, mentre i cittadini francesi possono votare, finanche per delega, direttamente presso le ambasciate o gli uffici consolari”, annota la deputata prima di ricordare che l’Italia prevede seggi in loco solo nei Paesi dell’Unione dove possono votare gli iscritti Aire lì residenti e i temporaneamente all’estero che ne abbiano fatto richiesta.
Dunque, aggiunge, “in base alle vigenti disposizioni di legge, i cittadini italiani residenti all'estero in Paesi al di fuori dell'Unione, possono esercitare il diritto di voto nel contesto delle elezioni parlamentari europee solamente recandosi nel rispettivo comune di iscrizione Aire in Italia; tuttavia, - ricorda ancora Onori – a riprova del fatto che non esiste alcuna ragione tecnica, né alcun ostacolo istituzionale, a parte la volontà politica, che impedisca di estendere le modalità di voto previste per gli italiani residenti nei Paesi Ue anche agli italiani residenti al di fuori dell'Unione europea, il decreto-legge n. 3 del 2009 stabilì che, pur risiedendo al di fuori dell'Unione europea gli appartenenti alle Forze Armate in missione, i dipendenti di amministrazioni statali, i professori universitari e i ricercatori potessero votare per corrispondenza – in occasione solamente delle concomitanti elezioni dei membri del Parlamento europeo – anche se residenti in Paesi extra-UE”, mentre alle elezioni politiche gli italiani all’estero votano per corrispondenza.
Secondo Onori “sarebbe opportuno prevedere che, in via generale e senza distinzioni, tutti i cittadini italiani residenti all'estero possano, su propria richiesta, avere la possibilità di votare nel Paese di residenza piuttosto che dover obbligatoriamente fare ritorno in Italia per l'esercizio del loro diritto costituzionalmente garantito; la Risoluzione legislativa del Parlamento europeo del 3 maggio 2022 sulla proposta di regolamento del Consiglio relativo all'elezione dei membri del Parlamento europeo a suffragio universale diretto, all'articolo 8 prevede che: “Gli Stati membri prevedono il voto per corrispondenza nelle elezioni del Parlamento europeo, anche per i cittadini residenti in un paese terzo, e adottano misure atte a garantire l'accessibilità del voto per corrispondenza, in particolare per le persone con disabilità. Gli Stati membri adottano tutte le misure necessarie per garantire l'affidabilità e la segretezza del voto e la protezione dei dati personali conformemente al diritto dell'Unione applicabile”; la Risoluzione legislativa del Parlamento Europeo del 14 febbraio 2023, sulla proposta di direttiva del Consiglio relativa alle modalità di esercizio del diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo per i cittadini dell'Unione che risiedono in uno Stato membro di cui non sono cittadini (COM(2021)0732 – C9-0021/2022 – 2021/0372(CNS)) suggerisce che “Gli Stati Membri dovrebbero rendere l'esercizio dei diritti elettorali il più possibile democratico, proporzionato e semplice, eliminando tutti gli ostacoli alla partecipazione alle elezioni” e che “Gli Stati membri prendono in considerazione l'introduzione di strumenti di voto complementari per le elezioni del Parlamento europeo, quali il voto per corrispondenza, il voto in presenza anticipato, il voto per delega, i seggi elettorali mobili per gli elettori che non sono in grado di recarsi ai seggi elettorali il giorno delle elezioni nonché il voto elettronico e online”; è necessario – sottolinea Onori – prevedere con urgenza che i cittadini residenti all'estero al di fuori dell'Unione europea, in aggiunta all'opzione del rientro in Italia, possano optare per il voto nel Paese estero di residenza (cosiddetta “opzione inversa”)”.
Con la risoluzione, dunque, si intende impegnare il Governo “ad adottare con la massima urgenza le iniziative di competenza al fine di rendere possibile l'opzione del voto, su richiesta del singolo elettore, nei Paesi situati al di fuori dell'Unione europea, cosicché sia garantito ai cittadini italiani ivi residenti e iscritti all'Aire di esercitare in loco il proprio diritto di voto già a partire dalle prossime elezioni dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia”. (aise)