Giacobbe (Pd): cambiare le regole del voto all’estero a ridosso del referendum sarebbe un atto profondamente antidemocratico

ROMA\ aise\ - “L’ipotesi che il governo voglia modificare all’ultimo momento le modalità di voto degli italiani all’estero per il prossimo referendum costituzionale è gravissima e inaccettabile. Imporre il voto in presenza, attraverso un decreto, significherebbe di fatto privare centinaia di migliaia di cittadini del loro diritto costituzionale: un atto antidemocratico che metterebbe in discussione i principi fondamentali della nostra Repubblica”. Così il senatore del Partito Democratico, Francesco Giacobbe, eletto nella Circoscrizione Estero Africa-Asia-Oceania-Antartide, a commento delle indiscrezioni circa l’intenzione del Governo di modificare con un decreto le norme del voto all’estero prima del referendum.
“Per milioni di italiani nel mondo – prosegue Giacobbe – raggiungere un consolato non è affatto semplice: in molti Paesi le sedi consolari sono poche, distanti anche più di mille chilometri, e spesso situate in aree centrali delle grandi città, difficilmente raggiungibili con mezzi pubblici e con costi elevatissimi. Pensare di obbligare questi cittadini a spostarsi fisicamente per votare significa ignorare completamente la loro realtà quotidiana e scoraggiarne la partecipazione democratica”.
“Le regole del voto non si cambiano a colpi di decreto, tantomeno alla vigilia di un referendum senza quorum”, annota il senatore. “Un governo che interviene così, senza confronto parlamentare e contro ogni ragionevolezza, mette in discussione non solo i diritti degli italiani all’estero, ma anche la credibilità delle nostre istituzioni. È un metodo che richiama pratiche da Paesi non democratici”.
“Chiediamo alla maggioranza – conclude Giacobbe – di chiarire se questa ipotesi sia davvero al vaglio del Governo. Il voto degli italiani all’estero è parte integrante della vita democratica del Paese. Tentare di limitarlo, o renderlo di fatto impossibile, è un attentato alla democrazia, alla Repubblica, agli italiani. Un atto che non possiamo e non vogliamo accettare”. (aise)