L’assegno unico universale e gli iscritti Aire: i deputati Pd interrogano Giorgetti

ROMA\ aise\ - Ripristinare le detrazioni familiari per i figli a carico di età inferiore ai 21 anni a favore dei contribuenti residenti in Italia ma con nucleo familiare a carico residente all'estero. A chiederlo sono i deputati Pd eletti all’estero Toni Ricciardi, Fabio Porta e Christian Di Sanzo in una interrogazione a risposta in Commissione indirizzata al Ministro dell'economia e delle finanze Giorgetti.
Nella premessa, i tre deputati ricordano che “a partire dal 1° marzo 2022 l'assegno al nucleo familiare (Anf) e le detrazioni per figli a carico di età inferiore ai 21 anni sono stati sostituiti dall'assegno unico universale (Auu); il diritto all'Auu è vincolato alla residenza in Italia e quindi l'abrogazione dal 28 febbraio 2022 delle prestazioni familiari (assegni Anf e detrazioni) ha penalizzato esclusivamente i contribuenti italiani residenti all'estero, pensionati e soprattutto lavoratori (i cosiddetti «non residenti Schumacher» che producono reddito in Italia per almeno il 75 per cento del loro reddito complessivo)”.
“In più occasioni – puntualizzano i tre eletti all’estero – la Corte di giustizia dell'Unione europea ha sentenziato che (sulla scorta dell'articolo 7 del regolamento n. 883 del 2004, intitolato “abolizione delle clausole di residenza”) le prestazioni familiari in denaro dovute a titolo della legislazione di uno o più Stati membri non sono soggette ad alcuna riduzione, modifica, sospensione, soppressione o confisca per il fatto che il beneficiario o i familiari risiedono in uno Stato membro diverso da quello in cui si trova l'istituzione debitrice (l'ultima sentenza in materia è quella riferita alla causa n. 328/2020 del 16 giugno 2022); con riferimento ai contribuenti residenti in Italia i quali hanno a proprio carico familiari residenti all'estero e ai quali sono negati l'assegno unico, le detrazioni e gli assegni familiari per i familiari residenti all'estero, - sottolineano Ricciardi, Porta e Di Sanzo – la Corte di giustizia dell'Unione europea ha quindi dichiarato che una persona ha diritto alle prestazioni familiari ai sensi della legislazione dello Stato membro competente, anche per i familiari che risiedono in un altro Stato membro”.
Ricordato, infine, che “la Ue ha aperto due procedure di infrazione contro l'Italia in tema di reddito di cittadinanza e di assegno unico universale, (INFR 2022/4024) e (INFR 2022/4113), censurando per discriminazione i requisiti di residenza richiesti dalle norme istitutive dei due benefìci”, i parlamentari chiedono al Ministro se “stante il mancato accesso ai benefìci derivanti dall'assegno unico universale, nelle more di un'azione del Governo volta a conformare l'ordinamento italiano alle direttive UE e sanare le procedure di infrazione in corso, se non si ritenga di colmare questa ingiusta discriminazione descritta in premessa adottando le iniziative di competenza volte almeno a ripristinare le detrazioni familiari per i figli a carico di età inferiore ai 21 anni a favore dei contribuenti residenti in Italia ma con nucleo familiare a carico residente all'estero”. (aise)