L’intera dirigenza di Italia Viva Nordeuropa lascia il partito
STOCCOLMA\ aise\ - Con una lettera aperta inviata agli iscritti e agli organi del partito, il presidente di Italia Viva Nordeuropa, Luca Malosti, ha comunicato di aver lasciato il proprio ruolo nel partito e aver restituito la tessera di iscrizione. I componenti della cabina di regìa hanno compiuto lo stesso passo, e oltre il 50% degli iscritti territoriali ha restituito la tessera o non l’ha rinnovata. È quanto si apprende da una nota in cui si ricorda che l’articolazione di IV nel Nordeuropa copre i paesi della Scandinavia e dell’area del Baltico: Svezia, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Estonia, Lettonia, e Lituania. Il presidente Luca Malosti e i tre componenti della cabina di regìa Emiliano Pinori, Claudio Porfiri e Silvia Restivo erano stati eletti al primo congresso di Italia Viva nel 2023.
La decisione da parte della dirigenza di IV Nordeuropa – spiega Malosti – è maturata dopo una lunga e profonda riflessione, originata dalla decisione del presidente nazionale Matteo Renzi di portare IV ad aderire organicamente al cosiddetto “campo largo”, decisione comunicata in un’intervista al Corriere della Sera del 19 luglio scorso. “I dirigenti dimissionari – continua la nota – giudicano tale decisione dovuta a pure motivazioni tattiche di breve periodo, e contestano l’abbandono delle aspirazioni strategiche di medio-lungo termine. L’obiettivo di Italia Viva era e doveva rimanere la creazione di un’offerta politica indipendente dai due poli di centrosinistra e centrodestra, entrambi ormai fortemente condizionati dalle componenti populiste. Ad accrescere il disagio dovuto alla direzione presa dal partito, il fatto che le richieste di congresso, firmate in estate da centinaia di dirigenti locali di IV in Italia e all’estero e giovani provenienti dalle sue scuole di formazione politica, siano state ripetutamente ignorate dal presidente nazionale”.
Malosti come presidente dimissionario scrive: “basta coalizioni contro! Abbiamo già dato, nel 1996 e nel 2006, e dovremmo aver imparato che creare coalizioni elettorali disomogenee può anche essere sufficiente a vincere le elezioni ma, per poter governare incisivamente, è necessario avere un’agenda politica comune che sia percorribile, a partire dalla politica estera. Il campo largo esibisce ambiguità oppure esplicite posizioni contrarie al sostegno occidentale a Ucraina e Israele, paesi fratelli sotto attacco da parte delle dittature russa e iraniana, nuovi fascismi del XXI secolo - questi sì, pericolosi”.
Due dei quattro dirigenti, Malosti e Pinori, conclude la nota, “apprezzando il coraggio di chi non rinuncia all'idea strategica di creare un'offerta politica liberaldemocratica hanno deciso di cercare di fare la propria parte nel progetto “Orizzonti Liberali”, che terrà la prima assemblea degli associati il 26 ottobre a Roma e il primo cantiere “Verso il partito liberaldemocratico” il 23 e 24 novembre a Milano”. (aise)