Lunetto (Filef): il "diritto a non emigrare" deve valere per tutti

ROMA\ aise\ - “Non puoi risolvere il problema dell’immigrazione se non risali all’origine del problema. Intendo: se non affronti il problema che noi dobbiamo rispettare di più il diritto di non essere costretti a migrare”. Così la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel corso del suo intervento al Trans-Mediterranean Migration Forum a Tripoli. Facciamo un plauso alla Presidente Meloni, perché risalire all’origine dei problemi e rispettare il diritto a non emigrare sono esattamente i punti fondamentali che da decenni chiedono gli attivisti ed esperti di migrazione (insieme al parallelo e universale diritto di poter emigrare, scelta che è sempre molto difficile e il più delle volte dolorosa)”. Così Pietro Lunetto, Coordinatore Nazionale FILEF, commenta le parole della Premier intervenuta ieri al Forum di Tripoli, cui ha partecipato anche il Ministro dell’Interno Piantedosi.
“Ma in questo processo – continua Lunetto – scoprirà che il territorio africano è stato saccheggiato - e continua ad esserlo - dai paesi occidentali, che ne depredano le risorse lasciando solo le briciole alle persone che lo abitano. Senza contare le pesanti ingerenze politiche e negli affari interni di questi paesi, che ne ipotecano e ne ostacolano la loro autodeterminazione. Difficile far valere il diritto “a non emigrare” in queste condizioni”.
“Volendo essere conseguenti e provare seriamente a migliorare la situazione, oltre a fermare il depredamento delle risorse del continente africano, - secondo Lunetto – sarebbero necessari enormi investimenti in cooperazione internazionale per avviare dei processi virtuosi di sviluppo economico e sociale. Cosa che l’occidente si guarda bene dal fare, al di là delle roboanti dichiarazioni o dei debolissimi piani di cooperazione bilaterale”.
“Ma ci permettiamo di consigliare alla Presidente Meloni di applicare lo stesso concetto anche al tema della emigrazione dall’Italia. È ormai noto – ricorda il coordinatore Filef – che l‘Italia è in pieno inverno demografico: scarsa natalità e massiccia emigrazione, ipotecano pesantemente il futuro del nostro paese. Più di centomila ogni anno, giovani e meno giovani, scappano all’estero per sfuggire a salari da fame, precarietà che non consente di immaginare progetti di vita durevoli, servizi scadenti soprattutto nelle aree più fragili del meridione e delle aree interne. A quando – si chiede, concludendo, Lunetto – quelle misure strutturali per “rispettare di più il diritto di non essere costretti a migrare” anche per chi abita l’Italia?”. (aise)