Odoguardi (MAIE): continuiamo la battaglia per la cittadinanza ius sanguinis

ROMA\ aise\ - “Come MAIE pensiamo che la legge sulla cittadinanza, con le nuove norme, sia anticostituzionale”. Sono queste le nette parole di Vincenzo Odoguardi, vicepresidente del MAIE, che in queste ore ha annunciato di voler “continuare la battaglia” per “cercare di annullarla” rivolgendosi “alla giustizia”.
“A livello politico – prosegue Odoguardi -, crediamo che ciò che è accaduto sia davvero paradossale. Abbiamo un governo che da una parte sottolinea l’importante ruolo che rivestono le comunità italiane all’estero, con i nostri connazionali che vengono considerati i migliori ambasciatori della cultura italiana e del made in Italy oltre confine; dall’altra, però, lo stesso governo porta avanti misure che contrastano con i concetti che vengono espressi a parole”.
Odoguardi ha anche ribadito ancora una volta come “la presenza degli italiani nel mondo ha avuto, e continua ad avere, un'importanza significativa sotto molti punti di vista: storico, culturale, economico e sociale. Quando, nel secolo passato, milioni di italiani emigrarono verso le Americhe (soprattutto Argentina, Brasile, Stati Uniti) e altri paesi europei in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita, una volta inseriti nella società che li hanno ospitati, hanno contribuito con forza allo sviluppo dei Paesi che li hanno accolti, quindi alla costruzione di infrastrutture, industrie e servizi. Hanno fondato quartieri italiani e "Little Italy" dovunque si siano recati, mantenendo in questo modo vive lingua, tradizioni e religione. Spesso senza il sostegno di nessuna istituzione, per il solo orgoglio di essere italiani, anche se lontani dalla Madre Patria”.
“La cultura italiana – ha aggiunto ancora - ha avuto un enorme impatto a livello globale, grazie anche alle comunità italiane all’estero. Potremmo dire lo stesso della nostra cucina, una delle più amate e diffuse al mondo. Pranzare o cenare in un ristorante italiano è sempre un piacere, simbolo di eccellenza, qualità e convivialità. Per non parlare della lingua italiana o, persino, dei dialetti regionali: in certi Paesi dell’America Meridionale, per esempio, si mantiene un legame fortissimo con la nostra lingua. In alcune zone, si parla dialetto veneto, calabrese, siciliano”.
Inoltre, “la forte vocazione imprenditoriale dei nostri connazionali ha fatto in modo che nel mondo sorgessero importanti aziende, che hanno creato posti di lavoro, crescita e sviluppo, contribuendo così a rafforzare l’economia locale. Ancora oggi, professionisti e ricercatori italiani sono apprezzati in vari settori, dalla medicina alla tecnologia, dalla moda all’arte”.
Arrivando al decreto, Odoguardi ha spiegato che il governo “ha fortemente limitato la trasmissione di cittadinanza ius sanguinis, ma gli italo-discendenti spesso mantengono un equilibrio tra identità nazionale e radici italiane: sono fieri di avere sangue italiano nelle vene e tengono moltissimo alla propria italianità, alle proprie radici. Sono proprio loro ad avere creato nel mondo associazioni culturali, regionali, scuole italiane, per tenere alta la bandiera italiana anche lontano dall’Italia, per aiutarsi reciprocamente, pensando soprattutto ai più fragili, per fare in modo che i loro figli e i loro nipoti non dimenticassero le proprie origini”.
“Ogni italiano all’estero e ogni discendente di italiano rappresenta un ponte culturale, sociale, economico e persino politico tra l’Italia e il resto del mondo – ha aggiunto ancora -. Questo non è solo un aspetto sentimentale e filosofico della questione, è qualcosa che incide fortemente nell’economia italiana e in quella di tutti quei Paesi dove è presenta una comunità italiana”.
“Per tutte queste ragioni e per molte altre ancora, come Movimento Associativo Italiani all’Estero noi non ci arrenderemo fino ad aver raggiunto l’obiettivo – ha concluso -: rimediare agli errori fatti dal governo per quanto riguarda lo ius sanguinis. Non sarà facile, ma è una battaglia che vale la pena combattere”. (aise)