Voto amministrativo agli italiani in UK: la risoluzione di Onori (Az)

ROMA\ aise\ - Alla luce della risposta del Sottosegretario Silli alla sua interrogazione, Federica Onori, deputata di Azione eletta in Europa, insieme al collega Richetti, ha presentato una risoluzione per impegnare il Governo ad “avviare urgentemente negoziati per siglare un'intesa bilaterale tra Italia e Regno Unito” per consentire il voto amministrativo agli italiani residenti nel Regno Unito.
La risoluzione è stata presentata alle Commissioni Affari Costituzionali ed Esteri della Camera.
Nella premessa, la deputata ricorda che “in ragione dell'uscita del Regno Unito dall'Unione europea, sono cessati gli effetti giuridici della direttiva del 19 dicembre 1994, che stabilisce le modalità di esercizio del diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni comunali per i cittadini dell'unione che risiedono in uno Stato membro di cui non hanno la cittadinanza. Con la Brexit si è pertanto determinato lo scenario nel quale non è consentito, a una parte dei cittadini italiani residenti in loco, di partecipare o essere eletti a varie elezioni locali previste dall'ordinamento britannico. Nulla cambia nello status di elettore per i cittadini italiani che risultano legalmente residenti nel Regno Unito al 31 dicembre del 2020. Ciò in forza di quanto espressamente previsto dalla normativa nazionale britannica”.
“In linea generale, - annota Onori – nello scenario britannico, i cittadini dell'Unione europea possono registrarsi, votare o candidarsi solo se: sono cittadini di Danimarca, Lussemburgo, Polonia, Portogallo o Spagna e risiedono nel Regno Unito con permesso di soggiorno; sono cittadini di qualsiasi altro Paese dell'Unione europea che erano legalmente residenti nel Regno Unito entro il 31 dicembre 2020 e hanno mantenuto il loro status senza interruzione; i cittadini di Danimarca, Lussemburgo, Polonia, Portogallo o Spagna possono votare nel menzionato scenario di elezioni locali in ragione di specifici accordi bilaterali siglati tra Regno Unito e i rispettivi Paesi”.
“Per consentire, dunque, anche ai cittadini italiani che risiedono nel Regno Unito dal 1° gennaio 2021 di partecipare al voto locale e amministrativo, - spiega la parlamentare eletta all’estero – occorrerebbe adottare misure similari a quelle messe in atto dai citati Paesi europei, ossia uno specifico accordo o protocollo bilaterale con il Regno Unito in materia”.
Nel Regno Unito – evidenzia Onori – “il fatto di aver diritto di voto alle elezioni locali contribuisce a fare punteggio in termini di credit score anche nel fondamentale contesto della candidatura per riuscire ad affittare un immobile; concretamente, il credit score è un indicatore della capacità di gestire le finanze, utilizzato da istituti di credito e fornitori di servizi per valutare il rischio nel concedere prestiti o servizi finanziari. Viene calcolato dalle agenzie di riferimento del credito del Regno Unito, considerando vari fattori tra cui l'iscrizione al registro elettorale, che aiuta a confermare l'identità e l'indirizzo di residenza. Una mancata registrazione comporta un punteggio più basso. Un punteggio più alto può portare a migliori tassi di interesse e limiti di credito più elevati, e può venire utilizzato anche dai locatori per valutare potenziali inquilini”.
Ricordato che “il 20 novembre 2024 la prima firmataria del presente atto di indirizzo, ha svolto una interrogazione a risposta immediata in III Commissione al fine di sensibilizzare il Governo su tale tema” e che “nel contesto, il Sottosegretario Silli ha reso noto il pieno impegno dell'Esecutivo a risolvere le problematiche di tipo amministrativo conseguenti alla Brexit”, con la risoluzione si impegna il Governo “ad avviare urgentemente negoziati per siglare un'intesa bilaterale tra Italia e Regno Unito in materia di voto su modello di quelle menzionate, anche al fine di evitare, per quanto di competenza, una ingiusta penalizzazione degli italiani residenti nel Regno Unito dal 1° gennaio 2021” e “a procedere ad opportuni approfondimenti e valutazioni in merito alla necessità di ponderare una analoga postura negoziale, sempre alla luce di una prospettiva di piena reciprocità nell'ambito di intese bilaterali, rispetto ad altri Paesi extra UE le cui comunità presenti sul territorio nazionale presentino significativi e consolidati legami con l'Italia”. (aise)