“Canaletto, Van Wittel, Bellotto. Il Gran Teatro delle città” in mostra a Cuneo

CUNEO\ aise\ - Sarà aperta al pubblico dal 30 novembre la grande mostra “Canaletto, Van Wittel, Bellotto. Il Gran Teatro delle città. Capolavori dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica”, ospitata sino al 30 marzo 2025 negli spazi del Complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo. Il progetto espositivo è realizzato in collaborazione con le Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma e con il supporto organizzativo di MondoMostre.
La mostra consolida per il terzo anno la collaborazione tra Fondazione CRC - da sempre attiva nel sostegno e nella promozione di attività culturali finalizzate ad accrescere il ruolo e la riconoscibilità del territorio cuneese come centro di produzione artistica - e Intesa Sanpaolo - che con il Progetto Cultura esprime il proprio impegno per la promozione dell’arte e della cultura nel nostro Paese –, dando seguito a quanto realizzato congiuntamente con le esposizioni “I colori della fede a Venezia: Tiziano, Tintoretto, Veronese” nel 2022 e “Lorenzo Lotto e Pellegrino Tibaldi. Capolavori dalla Santa Casa di Loreto” nel 2023, complessivamente visitate da oltre 54 mila persone.
Curata da Paola Nicita e Yuri Primarosa delle Gallerie Nazionali di Arte Antica, la mostra fa parte del progetto del museo Le Gallerie Nazionali nel mondo e offre uno spaccato inedito sulla rappresentazione degli scenari urbani di Roma e Venezia nel Settecento attraverso le opere di tre maestri indiscussi della veduta, Giovanni Antonio Canaletto, Gaspar Van Wittel e Bernardo Bellotto, ai quali si affiancano i lavori del pittore piacentino Giovanni Paolo Pannini.
Il progetto espositivo, appositamente ideato per lo spazio cuneese, riunisce dodici capolavori provenienti dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma che esplorano e reinventano l’immagine delle città nell’epoca dei Grand Tour e degli ambienti culturali illuminati, in un periodo in cui la prima tappa di ogni itinerario culturale attraverso l’Italia era Roma e la meta finale coincideva con Venezia. La grandiosità di Roma e il fascino lagunare di Venezia sono protagonisti delle scene catturate dai maestri in mostra, che ne immortalano momenti vitali come le feste, le cerimonie e gli eventi mondani con l’intento di restituire un ricordo vivido e duraturo ai viaggiatori che li avevano vissuti. L’arte di Canaletto, Van Wittel e Bellotto mette in scena la città antica accanto a quella moderna, spaziando dalla pittura di teatro al capriccio archeologico fino ad arrivare alla veduta topografica.
La rappresentazione di Venezia è affidata alle pennellate di Giovanni Antonio Canaletto, di cui la mostra riunisce quattro capolavori. Il pittore veneziano unisce una profonda conoscenza della prospettiva con un approccio innovativo allo schema compositivo della veduta, offrendo una propria interpretazione creativa del genere. Riservando una forte attenzione all’effetto pittorico, Canaletto condensa in opere come Veduta di Venezia con la Piazzetta (1741 ca) e Veduta di Venezia con il Ponte di Rialto (1735-1740 ca) un’immagine di Venezia carica di dettagli e caratterizzata da una grande nitidezza descrittiva, unita a una forte sensibilità luminosa e atmosferica.
La Roma barocca e settecentesca è al centro delle cinque vedute in mostra di Gaspar Van Wittel, artista di origini olandesi attivo tra XVII e XVIII secolo. Noto per la sua tecnica esecutiva scrupolosa e per l’utilizzo sapiente della scienza dell’ottica, Van Wittel realizza grandi composizioni architettoniche a volo d’uccello animate da personaggi in movimento e invase da un’atmosfera vitale, rievocate in mostra da opere come Veduta di Roma dalla piazza del Quirinale (1684) e Veduta del Tevere a Castel Sant’Angelo (1683). I suoi metodi visivi e la resa realistica del paesaggio urbano contribuiranno a trasformare il genere della veduta, aprendo la strada a intere generazioni di artisti. Roma è anche protagonista delle due opere in mostra di Giovanni Paolo Pannini, che interpreta la straordinaria unicità di questa città attraverso delicate composizioni di rovine, urne, colonne e sculture imponenti, immerse in un contesto naturalistico e assemblate in maniera fantasiosa. Ne sono testimonianza opere come Capriccio con la statua equestre di Marco Aurelio (1745) e Ruderi con terme (1730 ca).
Infine Bernardo Bellotto raccoglie l’eredità di Canaletto, di cui era allievo e nipote, continuandone la tradizione ed estendendola oltre i confini della penisola italiana. In mostra per l’occasione La Piazza del Mercato della città nuova di Dresda (1747 ca), olio su tela dove l’artista applica l’approccio veneziano alla veduta agli spazi urbani della città di Dresda.
La mostra “Canaletto, Van Wittel, Bellotto. Il Gran Teatro delle città. Capolavori dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica” racconta la grande trasformazione artistica che pone lo scenario urbano al livello di un palcoscenico all’aperto, risolvendosi in vere e proprie scenografie dove realtà e immaginazione si fondono in maniera spettacolare e dove lo sguardo fotografico dialoga sempre con il coinvolgimento poetico.
Accompagna la mostra il catalogo edito da MondoMostre che affianca i contributi critici di Paola Nicita e Yuri Primarosa alle vedute dell’esposizione che prende forma negli spazi suggestivi del Complesso Monumentale di San Francesco a Cuneo. Durante tutto il periodo di apertura è previsto un ricco programma di eventi collaterali, laboratori didattici e visite guidate per il pubblico e per le scuole a cura di Felìz Comunicazione.
Per la realizzazione del catalogo sono stati coinvolti i giovani studiosi che hanno svolto l’esperienza di ricerca “Museo Laboratorio” delle Gallerie Nazionali di Arte Antica. Il progetto, diretto da Paola Nicita, offre uno spazio di ricerca e didattica che permette agli studenti di approfondire temi legati alla conservazione e alla storia delle opere d'arte come parte della propria formazione alla Scuola di Specializzazione in Beni Storico-Artistici dell’Università La Sapienza di Roma, nell’ambito della convenzione attiva con le Galleria Nazionali di Arte Antica.
Il progetto di allestimento, ideato appositamente per lo spazio della ex chiesa di San Francesco, riutilizza e adatta le strutture create per le precedenti mostre, con l’obiettivo di abbattere l’impatto ambientale degli eventi espositivi promossi nel corso degli anni. (aise)